L'anno di Capello è stato un'eccezione e lo resterà per molto tempo. Allora ci furono vari fattori che portarono ad un evento difficilmente ripetibile: la Roma aveva un allenatore straordinario e una rosa composta non solo da campioni all'apice della carriera, ma anche da uomini di grande temperamento e dal carattere vincente. Al di là del valore tecnico, gente come Batistuta, Cafù, Emerson e Samuel aveva una mentalità vincente.
Nella Roma di oggi, a parte Maicon e Keita, che sono comunque a fine carriera (citerei Cole, ma è palesemente bollito), manca gente con questo carattere. Gli stessi Totti e De Rossi, che dovrebbero essere i condottieri, spesso si perdono nella loro provincialità.
Dall'altra parte, la Roma del 2001 si ritrovò a fare i conti con una juve guidata da un allenatore acerbo, che non era e non è tutt'oggi un allenatore da corsa a tappe, e che probabilmente, per carattere e mentalità, non era l'allenatore adatto a loro.
La juve di oggi, in proporzione alla serie A attuale, è una schiacciasassi. In più su 38 partite ce ne saranno 7 o 8 in cui i loro avversari entrano realmente in campo.