La palla passa sempre dai suoi piedi, sempre, chi dice il contrario non so che partite guardi. La palla passa sempre dai suoi piedi e cerca così di creare un po' di gioco, si propone in fase di non possesso ed è l'unico con lo spunto e la giocata per creare qualcosa di pericoloso, e con gli assist, e con tiri. È ovvio, poi, che perda palloni o faccia azioni "confuse" dal momento che si ritrova gente come Muntari, Emanuelson, Robinho o il fuori ruolo Honda, incapaci di imbastire qualsivoglia trama di gioco; è ovvio che quel poco che fa di buono piuttosto che risaltare venga schiacciato dalla vanificazione dei suoi compagni.
Kakà, da trequartista(ah, specifichiamo da trequartista, perché Kakà non può giocare esterno), in un Milan con un minimo di rodaggio e di gioco, direbbe tranquillamente la sua e sarebbe il protagonista di ogni azione d'attacco però con risultati migliori perché in un Milan rodato quell'azione d'attacco non verrebbe sprecata, in questo Milan vien vanificata in men che non si dica dai propri compagni.
Per quanto riguarda la tenuta atletica a quella ci penserebbe Honda facendolo rifiatare, altro giocatore che deve fare il trequartista e non l'esterno.
Se quel passaggio indovinato e quell'imbucata la guardate fine a se stessa allora Kakà è un cesso ma se pensate che il calcio è uno sport di squadra e che quella giocata non può essere sublime in sé per sé ma dovrebbe essere "sublimata" dal resto dei compagni di squadra capirete come Kakà predichi nel deserto... questa è la verità.