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La panchina gli è stata offerta su un piatto d'argento il presidente della federazione ucraina, Anatoly Konkov puntando tutto sulla giovane età dell'ex calciatore che in campo, con quella maglia, è sceso non più tardi di cinque mesi fa, in occasione della fase finale dell'Europeo
ROMA - Ha perduto le elezioni, potrebbe "vincere" la nazionale. Gliel'ha proposta su un piatto d'argento il presidente della federazione ucraina, Anatoly Konkov puntando tutto sulla giovane età dell'ex calciatore che in campo, con quella maglia, è sceso non più tardi di cinque mesi fa, in occasione della fase finale dell'Europeo. Premio di consolazione per Andriy Shevchenko, vera e propria icona del calcio di quel paese insieme a Valery Lobanovsky, il colonnello che nel "laboratorio" di Kiev aveva "inventato" il calcio del Duemila per portarlo poi in dote a Mosca, con le ultime nazionali sovietiche.
In fondo una bella soddisfazione per l'ex milanista che deve stare attento solo alla "maledizione Guardiola". Perché anche Konkov, illustrando la proposta, ha evocato il "fantasma" dell'ex allenatore del Barca, giovane e subito vincente: "Ha ottenuto risultati straordinari in appena sette anni". Peccato che la cosa sia riuscita solo a Barcellona e che gli altri che hanno tentato la stessa strada alla fine si son dovuti arrendere. Ci pensò la Juventus con Ciro Ferrara e finì come è noto con un licenziamento; ci ha provato lo scorso anno la Roma con Luis Enrique ed è finito con un "divorzio" a fine anno. Sta andando meglio all'Inter visto che Andrea Stramaccioni se la sta cavando piuttosto bene al suo campionato di (quasi) esordio. Ma così come una rondine non fa primavera, una "replica" ben riuscita non vale la conferma di un principio.
Insomma, non basta essere giovani per essere anche vincenti perché se così fosse non si riuscirebbe a capire il Fenomeno Ferguson. "Shevchenko ha giocato in grandi club come la Dinamo Kiev, il Milan e il Chelsea sotto la guida di vere e proprie leggende come Lobanovsky, Ancelotti e Mourinho", dice il presidente federale argomentando la sua idea. Sembra quasi dire che Andriy è una sorta di "unto del Signore" o di unto dei signori della panchina. In realtà le capacità tecniche non sono come l'influenza, non si acquisiscono per contagio. Però a trentasei anni l'ex milanista dovrà pur meditare su cosa fare da grande.
Cds
ROMA - Ha perduto le elezioni, potrebbe "vincere" la nazionale. Gliel'ha proposta su un piatto d'argento il presidente della federazione ucraina, Anatoly Konkov puntando tutto sulla giovane età dell'ex calciatore che in campo, con quella maglia, è sceso non più tardi di cinque mesi fa, in occasione della fase finale dell'Europeo. Premio di consolazione per Andriy Shevchenko, vera e propria icona del calcio di quel paese insieme a Valery Lobanovsky, il colonnello che nel "laboratorio" di Kiev aveva "inventato" il calcio del Duemila per portarlo poi in dote a Mosca, con le ultime nazionali sovietiche.
In fondo una bella soddisfazione per l'ex milanista che deve stare attento solo alla "maledizione Guardiola". Perché anche Konkov, illustrando la proposta, ha evocato il "fantasma" dell'ex allenatore del Barca, giovane e subito vincente: "Ha ottenuto risultati straordinari in appena sette anni". Peccato che la cosa sia riuscita solo a Barcellona e che gli altri che hanno tentato la stessa strada alla fine si son dovuti arrendere. Ci pensò la Juventus con Ciro Ferrara e finì come è noto con un licenziamento; ci ha provato lo scorso anno la Roma con Luis Enrique ed è finito con un "divorzio" a fine anno. Sta andando meglio all'Inter visto che Andrea Stramaccioni se la sta cavando piuttosto bene al suo campionato di (quasi) esordio. Ma così come una rondine non fa primavera, una "replica" ben riuscita non vale la conferma di un principio.
Insomma, non basta essere giovani per essere anche vincenti perché se così fosse non si riuscirebbe a capire il Fenomeno Ferguson. "Shevchenko ha giocato in grandi club come la Dinamo Kiev, il Milan e il Chelsea sotto la guida di vere e proprie leggende come Lobanovsky, Ancelotti e Mourinho", dice il presidente federale argomentando la sua idea. Sembra quasi dire che Andriy è una sorta di "unto del Signore" o di unto dei signori della panchina. In realtà le capacità tecniche non sono come l'influenza, non si acquisiscono per contagio. Però a trentasei anni l'ex milanista dovrà pur meditare su cosa fare da grande.
Cds
