Perché l'Italia si chiama così?

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Italia è una parola che suona spesso nella nostra bocca, in particolare durante i mondiali di calcio.
Ma qual è la sua storia, la sua origine?
Riporto alcune delle principali proposte interpretative con basi scientifiche, sull’origine del nome della nostra penisola.

L’interpretazione tradizionale (vari autori) è Italia = "la terra dei tori" che si basa sul racconto di Ellanico in Dionigi di Alicarnasso (Ercole e il vitello smarrito), ripreso poi da vari autori (Timeo, Varrone, Gellio e Festo), secondo una trafila da cui dipende il valore di "toro" (più specificamente "toro di un anno") attribuito alla voce italós da Dione Cassio, Esichio e Apollodoro. Vi è però una certa divergenza in relazione alla forma del nome (ouítoulos in Dionigi, con una latinizzazione anacronistica, da cui la forma posteriore, probabilmente inventata da Dionigi, Ouitalía; italós in tutti gli altri autori), sia alla provenienza linguistica del termine; indigeno per Festo, greco arcaico per Gellio, etrusco (o meglio tirreno) per Apollodoro. Insomma si è di fronte ad un tentativo di conciliare il mito (Ercole e il suo viaggio) e l'etimologia, con l'invenzione di un termine che, con il greco étalon o ételon "animale di un anno" ha il grosso vantaggio di una quasi omofonia e di rievocare l'animale totemico per eccellenza. C'è da dire che nel contesto delle espansioni italiche e protoitaliche i presunti Italoí (cioè "torelli, vitelli" discendenti da "tori" precedenti) non si inquadrano bene, perchè nell'estrema parte della penisola le popolazioni (Enotri, Morgeti, Siculi e, più tardi, Bretti e Latini) si espandono da nord a sud, mentre gli Italoí sono chiaramente autoctoni e il nome Italía si espande in direzione opposta, da sud a nord, fino a designare l'intera penisola italiana.
Pittau riprende l’interpretazione tradizionale ma propone una origine etrusca basandosi su alcune forme sarde per “vitellino” (nuorese bítaru), “agnellino” (logudorese bette), “cerbiatto” (logudorese bitti, campidanese bita, bèta) non riconducibili al latino vitulus (nella forma *vitlu >*viclu da cui il nuorese/barbaricino vicru/bicru , logudorese merid. brigu), e che, quindi vengono ritenute appartenere al protosardo (risalenti cioè alla lingua parlata nell’isola prima del latino). Questo protosardo *bíttalu corrisponde, secondo Pittau, all'etrusco italós “toro” (da un precedente *vitalu) e mostra in maniera del tutto evidente di corrispondere anche al lat. vitulus ed all'umbro vitlu. Quindi l’etnico Itali e Italia non derivano dal lat. vitulus né dall'umbro vitlu, ma derivano dall'etrusco italós “toro”.


Italia significherebbe secondo le teorie di Giovanni Semerano "ciò che sta ad occidente", "tramonto", "oscurità" dall’accadico ātalû, attalû, o dall’aramaico ātaljā. Mediante riferimenti linguistici alle lingue che si parlavano nel bacino orientale del Mediterraneo durante il secondo millennio a.C. si potrebbe stabilire un legame tra l’antico babilonese Athalia, come derivato dal vocabolo attalu, e il siriaco atalja che significa "oscuramento, tramonto". Tutte queste parole deriverebbero dal sumero, in cui antalu significa "ombra".

Un'altra ipotesi (Silvestri) vede l'origine di Italia nel nome greco arcaico precoloniale *Aithalíja (che ha un corrispondente nel nome greco arcaico dell'isola di Lemno e dell’isola d’Elba: Aithalía), che si sarebbe affiancato al nome antico del Bruzio (attuale Calabria) con vari passaggi fonetici nelle lingue locali, fino a giungere al greco coloniale della Magna Grecia, Italía.
Entrambe le isole sono caratterizzate dalla produzione metallurgica ed entrambi i nomi contengono la radice indoeuropea *aidh- che si riferisce ad ogni tipo di combustione, in particolare a quella della legna. La stessa radice si riscontra nel nome del vulcano Etna (Aítnē da un precedente Aíthnē, con perdita dell'aspirazione e assordimento). Il significato sarebbe quindi "terra del fuoco". Il termine (riferito all'attività delle fornaci usate nella produzione di metalli) risalirebbe all'epoca della colonizzazione micenea e dei viaggi legati a pratiche metallurgiche e al commercio del bronzo, di cui vi è un accenno nell'Odissea, quando si parla di Temesa che è il luogo dove Mente, re dei Tafi, si reca per il commercio di metalli, cercando bronzo in cambio di ferro e in cui vi sono popolazioni che non parlano greco (ánthrōpoi allóthrooi). A questa ipotesi sono state fatte diverse obiezioni di carattere fonetico che sarebbe lungo e probabilmente noioso riportare.

Un collegamento tra Italía e l’oronimo (nome di monte) Ida dell’isola di Creta (dorico Ida “legname, al plur. alberi”) è stata proposta da Manni (*ida/ita “monte” > *ita-la “montuosa”) in chiave di sostrato mediterraneo. Il fatto che il monte Ida sia caratterizzato da grandi grotte, potrebbe far pensare ad un nome di sostrato luvio (lingua anatolica) *Hida, da un indoeuropeo *hetaha “insieme di buchi”, indoeuropeo che potrebbe essere anche all’origine del protoitalico *Etalia, osco Italiú (G. Borghi).

Orlando propone un confronto con la radice *telh- (“piatto, terreno piatto”) del lat. tellus (terra).
 
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