Dovrà esser chiaro, De Boer non cessa di essere olandese nel bene e nel male, come la tendenza a non bloccare la difesa a venticinque metri dal dischetto del rigore nelle fasi di possesso palla, ma a spingerla anche oltre la linea di metà campo. Ma non è maniaco dell'atletismo compulsivo di Van Gaal, piuttosto ha passato la sua giovane carriera a seguire l'Olanda di Spagna, il Barcellona di Guardiola e del suo mentore Crujiff, con la propensione al possesso palla, al bel fraseggio tra piedi educati, al blocco indistinto tra centrocampo ed attacco, pieno di trequarti ed ali financo nei compiti di recupero, e ciò benchè abbia poi chiesto all'ottimo Milik di schiodare spesso le partite più dure. E' una suggestione (forse) dei cinesi, spiazzati dal no di Emery di qualche settimana fa, ma potrebbe incontrare il gusto (forse) di Berlusconi. Ed è ideale in questa fase storica del club, che deve ricostruire dalle macerie degli ultimi anni, e può farlo su basi creative ed estetiche che non debbano essere necessariamente frustrate da una immediata competitività ai massimi livelli, che non c'è, perchè non può esserci. Chissà.