Paolo Taveggia denuncia lo schifo all'interno del Milan

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Tramite una lettera (post) inviata a Luca Serafini, Paolo Taveggia, ex Direttore Generale del Milan fino al 1992 ha fatto luce riguardo la situazione attuale di squadra e società, denunciando favoritismi e giochi di potere.

È una testimonianza molto importante, che arriva dall'interno.

Eccola, integrale



"Una volta molto semplicemente si lavorava in pochi e tutti coesi, oltre a vincere c'era un clima di gioia e una positività che pervadeva spogliatoio e società, si affrontavano i problemi consci di poterli risolvere, c'era fiducia tra noi e ognuno dava il massimo per contribuire al risultato, invidie - gelosie - furbetti - giochi di potere restavano fuori dalla porta e tutti sapevano che al Milan si lavorava seriamente. Gli errori erano di tutti e i successi erano della società, il Presidente era a disposizione per aiutare chiunque ne avesse avuto bisogno e nessuno pensava di essere l'unico ad avere il potere di condizionare gli altri, si parlava si discuteva e si organizzava il lavoro tutti insieme.

Poi tutto è cambiato, il Presidente non ha avuto più tempo di aiutare e infondere certezze, gli organici societari sono aumentati a dismisura, si è creato un clima opposto a quello precedente che tanto aveva contribuito ai successi, sono cominciate le paure in un mondo che non voleva o non sapeva prendersi responsabilità neanche nel proprio lavoro quotidiano, la paura di non essere apprezzati, la paura che il vicino di ufficio facesse miglior figura, la paura di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai vertici della società.

E' nato così un immobilismo forzato dal quale non si è ancora usciti, anzi era maglio non avere iniziative così non ci sarebbe stato il rischio di sentirsi una ramanzina o di rischiare un castigo o una retrocessione interna.

Questo clima che non solo ha bloccato quel gruppo che aveva portato innovazione e successi prima in TV e dopo nel calcio non solo ha contribuito a ridurre il Milan alla pari di molte altre società di medio livello ma è anche peggiorato negli ultimi anni, successivamente alla suddivisione tra Guelfi e Ghibellini.

Il popolo dei lavoratori ( tanti e troppi ) si è ancor di più impaurito , hanno avuto il tempo di nascere piccole aree di potere protette o poco considerate che vivacchiano consentendo ad alcuni di vivere di favoritismi e amicizie che nulla portano alla causa della società ed è stato impossibile procedere con un progetto a medio - lungo termine.

A turno abbiamo assistito a dichiarazioni di impotenza relative a finanze che scarseggiavano contrapposte a dichiarazioni di progetti enormi e di grande respiro, nel frattempo il campionato e le competizioni internazionali hanno avuto di anno in anno inizio e fine e il Milan non è riuscito ad esserne protagonista.

Siamo purtroppo diventati come tanti altri noi che avevamo l'orgoglio di essere diversi e più bravi. non penso che ci sarà possibilità di cambiare questo stato di cose perchè solo Silvio Berlusconi avrebbe potuto farlo ma si è capito da tempo che non vuole o non può. il mio pensiero va a quegli anni nei quali si vinceva e ci si divertiva non solo perchè non si sbagliavano acquisti, dirigenti e allenatori, ma anche perchè c'era un grande rispetto reciproco che non c'è più.

Sono certo che molti penseranno che queste parole sono dettate da un risentimento personale che invece confermo non esserci, quelli come noi che hanno vissuto il vero Milan e che non sono cambiati per necessità o convenienza non sanno cosa sia il risentimento e l'invidia , sono sentimenti che lasciamo agli altri che hanno accettato di spegnere il cervello pur di mantenere il portafoglio. !"


La parte in neretto, purtroppo, la pensiamo tutti.

Siamo arrivati davvero alla fine della corsa.
 

davoreb

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E' andato via dal Milan per entrare nel comitato organizzativo di USA 94, poi è tornato al Milan come responsabile del settore giovanile fino al 2007, poi è andato nel Consorzio che si occupa della gestione di San Siro.

Allora ci può stare, per me la spirale è iniziata a metà anni 2000. La Champions del 2007 è stata vinta con i resti della squadra del 2003 + kaka.

Praticamente da quando il Berlusca ha perso lucidità ed ha lasciato tutto in mano a Galliani.
 

Il Re dell'Est

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Tramite una lettera (post) inviata a Luca Serafini, Paolo Taveggia, ex Direttore Generale del Milan fino al 1992 ha fatto luce riguardo la situazione attuale di squadra e società, denunciando favoritismi e giochi di potere.

È una testimonianza molto importante, che arriva dall'interno.

Eccola, integrale



"Una volta molto semplicemente si lavorava in pochi e tutti coesi, oltre a vincere c'era un clima di gioia e una positività che pervadeva spogliatoio e società, si affrontavano i problemi consci di poterli risolvere, c'era fiducia tra noi e ognuno dava il massimo per contribuire al risultato, invidie - gelosie - furbetti - giochi di potere restavano fuori dalla porta e tutti sapevano che al Milan si lavorava seriamente. Gli errori erano di tutti e i successi erano della società, il Presidente era a disposizione per aiutare chiunque ne avesse avuto bisogno e nessuno pensava di essere l'unico ad avere il potere di condizionare gli altri, si parlava si discuteva e si organizzava il lavoro tutti insieme.

Poi tutto è cambiato, il Presidente non ha avuto più tempo di aiutare e infondere certezze, gli organici societari sono aumentati a dismisura, si è creato un clima opposto a quello precedente che tanto aveva contribuito ai successi, sono cominciate le paure in un mondo che non voleva o non sapeva prendersi responsabilità neanche nel proprio lavoro quotidiano, la paura di non essere apprezzati, la paura che il vicino di ufficio facesse miglior figura, la paura di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai vertici della società.

E' nato così un immobilismo forzato dal quale non si è ancora usciti, anzi era maglio non avere iniziative così non ci sarebbe stato il rischio di sentirsi una ramanzina o di rischiare un castigo o una retrocessione interna.

Questo clima che non solo ha bloccato quel gruppo che aveva portato innovazione e successi prima in TV e dopo nel calcio non solo ha contribuito a ridurre il Milan alla pari di molte altre società di medio livello ma è anche peggiorato negli ultimi anni, successivamente alla suddivisione tra Guelfi e Ghibellini.

Il popolo dei lavoratori ( tanti e troppi ) si è ancor di più impaurito , hanno avuto il tempo di nascere piccole aree di potere protette o poco considerate che vivacchiano consentendo ad alcuni di vivere di favoritismi e amicizie che nulla portano alla causa della società ed è stato impossibile procedere con un progetto a medio - lungo termine.

A turno abbiamo assistito a dichiarazioni di impotenza relative a finanze che scarseggiavano contrapposte a dichiarazioni di progetti enormi e di grande respiro, nel frattempo il campionato e le competizioni internazionali hanno avuto di anno in anno inizio e fine e il Milan non è riuscito ad esserne protagonista.

Siamo purtroppo diventati come tanti altri noi che avevamo l'orgoglio di essere diversi e più bravi. non penso che ci sarà possibilità di cambiare questo stato di cose perchè solo Silvio Berlusconi avrebbe potuto farlo ma si è capito da tempo che non vuole o non può. il mio pensiero va a quegli anni nei quali si vinceva e ci si divertiva non solo perchè non si sbagliavano acquisti, dirigenti e allenatori, ma anche perchè c'era un grande rispetto reciproco che non c'è più.

Sono certo che molti penseranno che queste parole sono dettate da un risentimento personale che invece confermo non esserci, quelli come noi che hanno vissuto il vero Milan e che non sono cambiati per necessità o convenienza non sanno cosa sia il risentimento e l'invidia , sono sentimenti che lasciamo agli altri che hanno accettato di spegnere il cervello pur di mantenere il portafoglio. !"

Testimonianza che certifica quello che tutti ormai pensiamo: fino a quando Berlusconi e Galliani prenderanno le decisioni fondamentali nei settori che li riguardano, non cambierà mai nulla. Il vecchio Milan da loro costruito, è stato distrutto dalle loro stesse mani. Potevano lasciare nella metà degli anni 2000, osannati da tutti, invece lasceranno un domani, per volontà loro o di madre natura, osteggiati dal 99,9% del popolo rossonero.
 

cremone

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Tutte le aziende che restani immobili e non rinnovano finiscono per declinare, specialmente quando metti amici piuttosto che persone competenti nei posti di comando
 

Louis Gara

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Sinceramente non ho capito nulla, si riferisce al Milan o a Mediaset?
Non capisco il punto in cui dice che sono in troppi, ma se il problema del Milan è proprio che vuole fare tutto Galliani e i pochi dirigenti in organico sono solo burattini?

Difatti:

E' nato così un immobilismo forzato dal quale non si è ancora usciti, anzi era maglio non avere iniziative così non ci sarebbe stato il rischio di sentirsi una ramanzina o di rischiare un castigo o una retrocessione interna.

Praticamente nessuno fa nulla, ognuno pensa ai proprio buoi, se qualcuno prende iniziativa gli tirano anche una mazzata in testa.
 

Casnop

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Tramite una lettera (post) inviata a Luca Serafini, Paolo Taveggia, ex Direttore Generale del Milan fino al 1992 ha fatto luce riguardo la situazione attuale di squadra e società, denunciando favoritismi e giochi di potere.

È una testimonianza molto importante, che arriva dall'interno.

Eccola, integrale



"Una volta molto semplicemente si lavorava in pochi e tutti coesi, oltre a vincere c'era un clima di gioia e una positività che pervadeva spogliatoio e società, si affrontavano i problemi consci di poterli risolvere, c'era fiducia tra noi e ognuno dava il massimo per contribuire al risultato, invidie - gelosie - furbetti - giochi di potere restavano fuori dalla porta e tutti sapevano che al Milan si lavorava seriamente. Gli errori erano di tutti e i successi erano della società, il Presidente era a disposizione per aiutare chiunque ne avesse avuto bisogno e nessuno pensava di essere l'unico ad avere il potere di condizionare gli altri, si parlava si discuteva e si organizzava il lavoro tutti insieme.

Poi tutto è cambiato, il Presidente non ha avuto più tempo di aiutare e infondere certezze, gli organici societari sono aumentati a dismisura, si è creato un clima opposto a quello precedente che tanto aveva contribuito ai successi, sono cominciate le paure in un mondo che non voleva o non sapeva prendersi responsabilità neanche nel proprio lavoro quotidiano, la paura di non essere apprezzati, la paura che il vicino di ufficio facesse miglior figura, la paura di fare qualcosa che non sarebbe piaciuto ai vertici della società.

E' nato così un immobilismo forzato dal quale non si è ancora usciti, anzi era maglio non avere iniziative così non ci sarebbe stato il rischio di sentirsi una ramanzina o di rischiare un castigo o una retrocessione interna.

Questo clima che non solo ha bloccato quel gruppo che aveva portato innovazione e successi prima in TV e dopo nel calcio non solo ha contribuito a ridurre il Milan alla pari di molte altre società di medio livello ma è anche peggiorato negli ultimi anni, successivamente alla suddivisione tra Guelfi e Ghibellini.

Il popolo dei lavoratori ( tanti e troppi ) si è ancor di più impaurito , hanno avuto il tempo di nascere piccole aree di potere protette o poco considerate che vivacchiano consentendo ad alcuni di vivere di favoritismi e amicizie che nulla portano alla causa della società ed è stato impossibile procedere con un progetto a medio - lungo termine.

A turno abbiamo assistito a dichiarazioni di impotenza relative a finanze che scarseggiavano contrapposte a dichiarazioni di progetti enormi e di grande respiro, nel frattempo il campionato e le competizioni internazionali hanno avuto di anno in anno inizio e fine e il Milan non è riuscito ad esserne protagonista.

Siamo purtroppo diventati come tanti altri noi che avevamo l'orgoglio di essere diversi e più bravi. non penso che ci sarà possibilità di cambiare questo stato di cose perchè solo Silvio Berlusconi avrebbe potuto farlo ma si è capito da tempo che non vuole o non può. il mio pensiero va a quegli anni nei quali si vinceva e ci si divertiva non solo perchè non si sbagliavano acquisti, dirigenti e allenatori, ma anche perchè c'era un grande rispetto reciproco che non c'è più.

Sono certo che molti penseranno che queste parole sono dettate da un risentimento personale che invece confermo non esserci, quelli come noi che hanno vissuto il vero Milan e che non sono cambiati per necessità o convenienza non sanno cosa sia il risentimento e l'invidia , sono sentimenti che lasciamo agli altri che hanno accettato di spegnere il cervello pur di mantenere il portafoglio. !"

Un dipinto. Magnifico. :applauso:
 
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