Quello a cui qualcuno non arriva, perchè non vuole o non ci riesce, è che il Sig. Paolillo, come tanti altri dirigenti, faccendieri e stupidotti che ruotano attorno al mondo calcio, ne fa una questione di bilancio, profitti, introiti, dindini, tutte cose che dovrebbero esser secondarie quando la competitività a livello sportivo è prima di tutto data da uomini di campo con competenza, esperienza e passione per questo sport e accresce, o dovrebbe accrescere, quando la concorrenza aumenta in qualità e quantità. In Italia, come sempre, si tenta di aggirare il problema reale con il palliativo più improbabile ed allo stesso tempo più conveniente per le tasche, almeno in apparenza, non tenendo minimamente conto della storia di un club, facendogli addirittura i bisogni sopra.