Il comunicato Uefa è chiaro, corvo, pareggio di bilancio al 30 giugno 2021, non si accenna a deviazioni di bilancio consentite nel periodo aggregato. Ove l'obiettivo non fosse raggiunto, è predefinita la sanzione della esclusione dalle Coppe, predefinizione che sarebbe altrimenti inammissibile in caso di normale applicazione a triennio continuo delle regole del FPF, perché in tal caso il Milan dovrebbe essere deferito al CFCB della Uefa solo dopo la accertata violazione, per ricevere una sanzione adeguata alla violazione rispetto alla massima deviazione consentita nel periodo triennale di volta in volta monitorato. Qui invece siamo in una fattispecie nuova, sostanzialmente assimilabile a quella del Voluntary Agreement (obiettivo del pareggio a consuntivo, niente vincoli di bilancio intercorrenti), ma con aspetti non rinvenibili nella norma che lo disciplina, dalla presenza di sanzioni operanti per il pregresso (tale è quella della limitazione della rosa), al periodo di vigenza a tre anni, e non a quattro come previsto per il rituale VA, ed infine alla presenza di una sanzione a valle del periodo, per l'ipotesi di mancato raggiungimento dell'obiettivo del pareggio, che è un non senso oggi, perché non è dato sapere, oggi, di quanto quell'obiettivo non sarà stato raggiunto il 30 giugno 2021. Nessun cenno a provvedimenti relativi allo sbilancio del 2017-2018, il famigerato -126 milioni, e questo è un altro indicatore di un dispositivo assimilabile piuttosto ad un VA irregolare, che sanziona il periodo 2014-2017 per ottemperare alla sentenza del TAS-CAS, azzera di fatto ogni esame triennale del bilancio (è infatti rotta sul 2017-2018 la catena del periodo di monitoraggio continuo), e lancia per il futuro la sfida del bilancio ad Elliott, evidentemente sulla base di parametri finanziari notevolmente migliorati, dopo l'azzeramento del debito finanziario consolidato, e dei contenuti del piano industriale presentato dai Singer a Nyon. Il dispositivo emanato, si ripete, è una applicazione del tutto inedita, un ibrido si direbbe, di norme vigenti, ed il fumus di violazione dei principi di legalità e proporzionalità della sanzione giustificherebbe effettivamente il ricorso al Tribunale Arbitrale di Losanna, ma si tratta di capire se Elliott abbia interesse ad alimentare ancora il contenzioso con la Uefa, che certo non favorisce futuri rapporti distesi, ed i segnali li stiamo purtroppo notando sul campo, con arbitraggi scadenti e pregiudizievoli per il Milan, o se preferisca raccogliere la impegnativa sfida della Federazione, accettandone rischi e conseguenze sul piano della immediata competitività sportiva. A breve ci faranno sapere.