L'errore di fondo, da anni, è stato presumere che la grandezza di una società sia un atto dovuto implicito nel nome che porti e nella storia che hai alle spalle. La gloria non è un diritto acquisito, nemmeno in minima parte.
Diventeremo un'Udinese? Siamo già come la Fiorentina? Finiremo in serie B? Se è ciò che meriterà il lavoro di chi gestisce il club, allora sarà inevitabile. Personalmente continuerò a seguire la mia squadra, a criticarne gli errori e a esultare per le poche soddisfazioni, sperando nel frattempo che tutti quei tifosi menagrami e dietrologisti che sbattono i piedini di collera e insultano i propri idoli del passato lascino perdere col tifo e con lo sport in generale, potendosi così dedicare a passioni a loro più congeniali.
Per tornare grandi, alle condizioni di spesa imposte dalle istituzioni sportive, non esistono scorciatoie: serve investire in asset calciatori, quindi giovani e talentuosi, da sviluppare per incrementarne il valore. Un progetto tecnico senza il quale non può esserci rivalutazione economica. Andava fatto anni e anni or sono, prima di dilapidare l'enorme vantaggio sulle avversarie e poteva essere fatto con calma. Adesso, ogni stagione che passa presumendo che basti puntare tutto il "cucuzzaro" su un'unica manche, è una stagione buttata, è ulteriore ritardo. Se Maldini, che ho sempre stimato, non vuole assumersi la responsabilità e la pressione di rappresentare una lenta e difficile rinascita, vada. Se i tifosi non riescono a sopportare la situazione, mollino. Eravamo il Milan anche in serie B, e l'orgoglio non è mai mancato.