Niang: intervista a Repubblica 20 ottobre 2016.

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Ecco l'intervista di Niang a La Repubblica in edicola oggi, 20 ottobre 2016. VI proponiamo l'intervista integrale all'attaccante rossonero:"Le statistiche sulla mia efficacia mi fanno piacere. Non mi sento insostituibile, ma un leader sì. Posso diventare un campione, lavorando duro. Sono contento del destino. Questo Milan vuole dimostrare di essere di nuovo quello che abitava in Champions League. Il Leicester? Arrivavo da un lungo infortunio, nella mia testa c’era solo il derby contro l’Inter. Ho fatto bene, direi: 3-0, con un gol mio. Le tante richieste per i miei compagni? Non se ne andrà nessuno. Ci mancavano le certezze, ci mancava di sentirci il Milan: ora abbiamo identità tattica, gruppo unito, solidità difensiva. Io ho già rifiutato offerte importanti e a maggior ragione direi di no oggi. Il progetto fondato sui giovani funziona. Da squadra più vecchia a più giovane? In Italia c’è meno paura, anche se alcuni club preferiscono ancora gente più esperta. Noi siamo il mix giusto. I campioni che vincono da soli le partite deresponsabilizzano un po’ gli altri: se ti affidi al gruppo, sei meno vulnerabile, puoi andare lontano. Scudetto? Troppo presto. Champions?Nessuno ci immaginava secondi. Se restiamo umili, tutto è possibile: le sorprese ci sono sempre. La Juventus è una svolta: non è imbattibile, l’ha dimostrato l’Inter. E noi dobbiamo tornare in Europa. I presupposti ci sono: 7 Under 24 prontissimi. Io avverto la responsabilità: con De Sciglio sono il più esperto. Non mi sento più un giovane. Ho quasi 22 anni e faccio il professionista da quando ne avevo 16. Noi due dobbiamo essere di esempio ai ragazzi veri, come Donnarumma e Locatelli. La fuga notturna dal ritiro dell'under 21? Purtroppo siamo personaggi pubblici e anche i nostri comportamenti fuori dal campo lo diventano. Io so che ho sbagliato e che non devo ripetere gli errori. Sui social vieni trattato da idolo cui tutto è permesso, quando la squadra va bene, e da colpevole a prescindere, se le cose vanno male. Però certe aberrazioni sono inaccettabili. Non si può augurare a qualcuno di morire o di farsi male, come è capitato a Montolivo. Ho sventolato la sua maglietta, dopo il gol al Chievo, e per lui proveremo a battere la difesa della Juve e il fenomeno Buffon: con la giusta cattiveria sotto porta, nessuno è insuperabile. I sei mesi al Genoa sono sta-
ti importanti: ho giocato molto, da esterno e da centravanti. Devo migliorare: nel colpo di testa, nel sinistro, nella concentrazione. Ho ancora momenti di calo e ci lavoro con Caccia, il vice di Montella: domenica ho segnato di sinistro. Le altre due creste rossonere? Sento Balotelli ed El Shaarawy. La scelta della squadra è personale, auguro a loro il meglio. Il Nizza per Mario può essere il posto giusto, basta che sappia che cosa vuole. La Ligue 1 la vedono tutti, non è periferia. Francia o Senegal? La nazionale francese è la priorità, ma la devo meritare nel Milan, tornando in Champions. Il palo col Barcellona è stato una delusione e una lezione: tornerò a sfidare il Barça. Il Psg? Un giorno, perché no. Ho indossato il numero 78 del mio dipartimento, Yvelines, ma ora mi tengo stretto il Milan e l’11, come al Genoa: vorrei diventare il capitano. Ogni volta che torno a Les Mureaux, dai miei amici, capisco che rappresento un modello. Le ****... mi hanno fatto crescere. La mia carriera dimostra che lo sport serve a non prendere la strada sbagliata. Non tutti diventano campioni, ma è giusto che tutti ci provino. C’è chi pensa sempre che io sia incostante e io stesso non mi sento alla meta. Ma quel giorno arriverà.

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koti

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Bella intervista, speriamo abbia messo davvero la testa a posto.
 
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giocatore strano da inquadrare.....sembra abbia il potenziale da vero campione ma manchino li strumenti per arrivarci...non so come dire...
 

Dumbaghi

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Allenatori, squadre, esperienze..ok ma come ti cambia la testa una donna....ringraziamo la signorina
 

tifoso evorutto

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giocatore strano da inquadrare.....sembra abbia il potenziale da vero campione ma manchino li strumenti per arrivarci...non so come dire...

Commento strano, non si possono fare le valutazioni in base a prestazioni di 3 anni fa,
già l'anno scorso quando non è stato infortunato aveva dimostrato ottime cose, l'anno prima al Genoa pure, e magari la sorpresa è stata quella,

Quest'anno ha letteralmente preso la squadra per le mani e l'ha accompagnata al secondo posto,

cosa deve dimostrare ancora tranne la continuità?
 
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La cosa molto positiva è che sembrano tutti parecchio carichi..speriamo che la partita con la Juve non ci tagli le gambe, ma se il gruppo è unito si vedrà nelle difficoltà..non come in passato che parlavano di entusiasmo e poi quando erano in campo sembravano cadaveri.
Ora si vede che c'è convinzione nei mezzi e voglia di far bene.
Se poi lo stesso Niang, già migliorato tatticamente, dimostra di essere a posto con la testa e di poter migliorare anche tecnicamente, avremo un vero gioiello tra le mani.
 

Therealsalva

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Quelle giuste fanno bene, spero per noi e lui

Speriamo, se riesce a riconfermarsi anche da un punto di vista psicologico allora siamo a cavallo, secondo me ha le qualità tecniche e fisiche per diventare un giocatore, e anche la fidanzata mi sembra una posto, anche se i problemi di solito sorgono quando iniziano a twittare :D
 
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