Nesta"Ringrazio Dio di essere finito al Milan. No alla Juve".

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Nesta"Ringrazio Dio di essere finito al Milan. No alla Juve".

Alessandro Nesta, intervistato dal Corriere dello Sport in edicola oggi, 13 maggio, ha parlato, tra le altre, anche del suo passaggio e del periodo al Milan. Ecco le parole dell'ex difensore:"Perchè ho rifiutato la Juve? Perché non volevo andare via dalla Lazio. Io non mi vedevo fuori da quella società, da quella squadra, non ero pronto a prendere la valigia e lasciare quello che era stata fino ad allora, almeno calcisticamente, la mia vita. Io avevo giocato solo lì e pensavo che avrei finito alla Lazio. Due anni prima ero stato richiesto dal Real Madrid e avevo rifiutato. Oggi se ci penso... Però il destino mi ha premiato e sono finito al Milan, quasi costretto. Ma oggi ringrazio Dio: ho vinto quello che ho vinto, sono stato meravigliosamente a Milano. Ma andare via dalla Lazio e da Roma è stato comunque come strappare delle radici, profonde. Il miglior allenatore con cui sono stato? Meglio è facile. Ancelotti. L’ho avuto otto anni e per me è stato un allenatore importantissimo. Ci ha fatto vivere bene il calcio e ci ha fatto vincere. E’ riuscito ad abbinare la qualità e i risultati, dandoci la serenità necessaria. Ho vissuto otto anni di Ancelotti al Milan in modo bellissimo. Il peggiore non lo posso dire...I successi più importanti? La Coppa Italia vinta con la Lazio e ancora le grandi vittorie con il Milan, anche quelle sono state importantissime. La Champions League a Manchester contro la Juventus. Importanti, per la mia vita di calciatore e di uomo. La delusione più grande la sconfitta di Instanbul. Il nuovo Nesta? Mi pare Romagnoli. Spero che faccia una carriera importante. Io credo però che un giocatore per affermarsi debba giocare la Champions League, debba fare i Mondiali, debba fare stagioni in vetta e poi credo che possa essere valutato per quello che è. Deve competere al top per essere classificato al top. La miglior partita che ho giocato in tutta la mia carriera? Credo la partita contro il Barcellona che ho giocato quando ero al Milan. Ero già vecchiotto, c’era Messi che andava forte e abbiamo fatto due pari, credo. Anche per le mie difficoltà fisiche del tempo credo quella sia stata una delle partite migliori che ho giocato, in tutta la mia vita".
 

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Alessandro Nesta, intervistato dal Corriere dello Sport in edicola oggi, 13 maggio, ha parlato, tra le altre, anche del suo passaggio e del periodo al Milan. Ecco le parole dell'ex difensore:"Perchè ho rifiutato la Juve? Perché non volevo andare via dalla Lazio. Io non mi vedevo fuori da quella società, da quella squadra, non ero pronto a prendere la valigia e lasciare quello che era stata fino ad allora, almeno calcisticamente, la mia vita. Io avevo giocato solo lì e pensavo che avrei finito alla Lazio. Due anni prima ero stato richiesto dal Real Madrid e avevo rifiutato. Oggi se ci penso... Però il destino mi ha premiato e sono finito al Milan, quasi costretto. Ma oggi ringrazio Dio: ho vinto quello che ho vinto, sono stato meravigliosamente a Milano. Ma andare via dalla Lazio e da Roma è stato comunque come strappare delle radici, profonde. Il miglior allenatore con cui sono stato? Meglio è facile. Ancelotti. L’ho avuto otto anni e per me è stato un allenatore importantissimo. Ci ha fatto vivere bene il calcio e ci ha fatto vincere. E’ riuscito ad abbinare la qualità e i risultati, dandoci la serenità necessaria. Ho vissuto otto anni di Ancelotti al Milan in modo bellissimo. Il peggiore non lo posso dire...I successi più importanti? La Coppa Italia vinta con la Lazio e ancora le grandi vittorie con il Milan, anche quelle sono state importantissime. La Champions League a Manchester contro la Juventus. Importanti, per la mia vita di calciatore e di uomo. La delusione più grande la sconfitta di Instanbul. Il nuovo Nesta? Mi pare Romagnoli. Spero che faccia una carriera importante. Io credo però che un giocatore per affermarsi debba giocare la Champions League, debba fare i Mondiali, debba fare stagioni in vetta e poi credo che possa essere valutato per quello che è. Deve competere al top per essere classificato al top. La miglior partita che ho giocato in tutta la mia carriera? Credo la partita contro il Barcellona che ho giocato quando ero al Milan. Ero già vecchiotto, c’era Messi che andava forte e abbiamo fatto due pari, credo. Anche per le mie difficoltà fisiche del tempo credo quella sia stata una delle partite migliori che ho giocato, in tutta la mia vita".

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Mai una parola fuori posto, anche quando parla del suo passato alla Lazio. Un uomo onesto ed intelligente, avrà sempre il mio rispetto!
 

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Non ne fanno più così.

Tutti squallidi mercenari. E pure terribilmente scarsi.
 
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