In certi momenti rimpiango di non avere quaranta di meno, ma non per chissà che, ma solo per avere la possibilità di avere in squadra il famoso libero, il magico sei franco marcatura, cui in serate come questa avremmo affidato il compito di spazzare allegramente le situazioni scabrose in area in uno contro uno, o stoppato i tiri da lontano onde evitare i comodi tap-in del centravanti di turno. I rimpianti vengono dunque dalla fase difensiva, che è, insegnava il tattico Costacurta nei tempi d'oro, la curvatura spaziotempo della squadra in funzione di copertura, a partire dall'alluce di Bacca del piede esposto mentre fa la rabona fino all'etichetta del retro dei pantaloncini di Donnarumma, che oggi è dissolta nella cieca indeterminazione nei momenti più belli del match. Possiamo prendercela con lui anche per il fastidioso anticiclone desertico che porta questa fastidiosa afa notturna, se vogliamo, ma se in certi momenti Montolivo scala addirittura dietro il bravo Gustavo significa che qualcosa non va. Ci permetteremmo di dire che quel che non va è lì, sulle mezzali, quando Jack e il biondo dall'altro lato non seguono il movimento dei loro esterni e si impallano nel traffico che sta andando nel senso opposto, ove i misteri del 433 li conoscono ovviamente a menadito per non svelarlo in faccia agli acerbi allievi rossoneri. Montella dovrà provare e riprovare con i tipi più volte, oppure vedere se non sia il caso di cambiare. Non parrebbe un problema di qualità individuale ma di meccanismo difensivo che va mangiato giù a memoria come il primo dell'Inferno in prima media di una volta. Certo, Bacca dovrebbe capire che non è esonerato dal timbrare il cartellino in partite come queste, e da domani non gli farebbe male vedere come si fa il centrale nel 433, rivedendo il lavoro di tale Arcadio di questa sera, purtroppo nella squadra sbagliata. Eppure... eppure 'sta partita si poteva portare a casa, perché il corso degli eventi, l'inerzia, per dirla alla Buffa, volgeva per due volte a nostro favore, ed in fasi diverse del match, e non è casuale. Con la palla la squadra non è affatto male, specie quando le dannate mezzali caricano egli esterni mangiano la polvere nel modo giusto, con la velocità ed il cambio di passo o di fronte che servirebbe. A centrocampo ci vorrebbe non lo stoico Montolivo che sedifende non ha fiato per rilanciare subito il gioco, o SR sbaglia passaggio non recupera subito il pallone, ma un giocatore diverso, più lesto a smarcare il pallone in verticale o ad aprire largo sulle corsie esterne. Qui, secondo me, il problema è assoluto, di qualità individuale che manca al sistema, che gira a tre cilindri su quattro, e non ci sono santi né madonne. Un vero peccato, perché queste partite, che per la verità non si ripeteranno ogni domenica, potrebbero volgere nel verso giusto. A Montella diciamo: incartiamo e portiamo a casa, quello che c'era da veder si è visto, siamo con la bicicletta orientata verso il traguardo, ma il traguardo è ancora lontano. Il traguardo, si capisce, è gennaio, il tempo dei ghiacci e dei bonifici. Copriamoci dai primi e scopriamo i conti correnti sui secondi. E, come si percepisce, la primavera odorera' di viole e di rose.