Sicuramente è col tempo entrato in gioco anche quel fattore, ma credo che come Mourinho sappia coinvolgere, dare stimoli e far sentire superiori agli avversari i propri uomini anche in situazioni d'inferiorità, con discorsi mirati, preparati o improvvisati che sia, non ci sia nessun altro: ci si nasce, non si diventa, al limite ci si lavora. E non parlo di ciò che emerge al di fuori, nelle conferenze stampa.
La personalità e la leadership possono darti cose diverse, cambiano da allenatore ad allenatore, dipende anche da altri aspetti del loro carattere e dalla loro educazione, dalle loro esperienze. Non si può dire che Ancelotti non abbia personalità, ma non è di certo un grande comunicatore, si vede che è una persona buona, più schiva, riservata. Per me Mourinho è all'opposto uno a cui piace essere al centro, nucleo, motore: un motivatore come nessun altro, un trascinatore. Non ce n'è in giro di personalità altrettanto forti e sicure di loro stesse al limite ed oltre della presunzione. E te lo dice uno che non lo ha mai sopportato nè potuto sentire, lo considero persino un antisportivo, per i modi di fare.
Il discorso tattico poi non l'ho nemmeno affrontato. Le squadre di Mourinho giocano oggettivamente male, sanno solo come sfruttare i punti deboli dell'avversario o provocare in esso falle caratteriali.