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Montella:"Diamo il 29° titolo a Berlusconi. Non ho pazienza".
Intervista esclusiva della Gazzetta dello Sport a Vincenzo Montella. Ecco quanto dichiarato dal tecnico rossonero:"Bilancio del primo mese al Milan? Assolutamente positivo. Ho avuto modo di conoscere ambiente e giocatori. Anche se avrei preferito giocare il preliminare di Europa League. Siamo più avanti rispetto a quello che mi sarei aspettato. Il mio compito è quello di portare avanti un progetto e un disegno tecnico ambizioso. Ma ho le idee chiare. Bisogna vincere attraverso il bel gioco. Berlusconi? Mi ha chiamato, era contento. Mi ha detto che stiamo portando avanti un bel pensiero di calcio. Negli ultimi anni sono cambiato.Prima andavo troppo veloce, e qualche giocatore poi finisce col perdersi. Adesso chiedo poco,ma quel poco lo esigo. Da fuori credo la gente abbia un’idea sbagliata di me. Mi credono un borioso, uno snob, io invece mi ritengo soltanto riservato, con un grande senso pratico: sono molto più razionale e autocritico di quanto si possa pensare. Detto questo, mi piace un motto di Wilde:a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio. Le potenzialità della squadra? Tutti possono fare di più. L'importante è non avere alibi. Non può essere sempre colpa degli allenatori. Tutti devono prendersi le proprie responsabilità. Mi sento migliore rispetto a qualche tempo fa. E voglio dimostrarlo. Ora sono più pronto. Non faccio proclami. Ma datemi credito e fidatevi di me. Di noi. Le notizie sulla cessione? Sono arrivate anche nel gruppo, ma non voglio distrazioni. Il mercato? Ho già dato le mie indicazioni al club, è tutto condiviso e confermato con Galliani, col quale
mi confronto quotidianamente. Con lui non ci sono fraintendimenti. L’esigenza di rinforzarsi c’è, come c’è per tutti. L’ha sentita anche la Juve, che arriva da cinque scudetti di fila. Bacca?
E’ forte, fa gol, e la punta deve fare quello, anche se non sono gol spettacolari. Carlos ti fa fare la differenza, non sono d’accordo con chi lo reputa poco incline al mio gioco. Io penso a lui come a un giocatore del Milan e trovo che il nostro attacco sia complementare e ben assortito. Ad esempio Niang ha qualità indiscusse, anche se è ancora discontinuo. Però lui non si accontenta e ha l’ambizione di migliorare. Maturerà quando accetterà una panchina che ritiene ingiusta. Menez invece probabilmente non sentiva più suo l’ambiente. E’ stato un addio sereno, ma per un allenatore perdere un giocatore è una sconfitta. Ho notato che qui mancava entusiasmo e convinzione in se stessi. Penso che qualche problemino sono riuscito a risolverlo. Io sono un passionale. Lavoro 18 ore al giorno. Il primo obiettivo sul campo? E’ già da un po’ che penso alla Supercoppa con la Juve. Potrebbe essere il 29° trofeo dell’era Berlusconi, qualcosa che dà grande autostima".
Intervista esclusiva della Gazzetta dello Sport a Vincenzo Montella. Ecco quanto dichiarato dal tecnico rossonero:"Bilancio del primo mese al Milan? Assolutamente positivo. Ho avuto modo di conoscere ambiente e giocatori. Anche se avrei preferito giocare il preliminare di Europa League. Siamo più avanti rispetto a quello che mi sarei aspettato. Il mio compito è quello di portare avanti un progetto e un disegno tecnico ambizioso. Ma ho le idee chiare. Bisogna vincere attraverso il bel gioco. Berlusconi? Mi ha chiamato, era contento. Mi ha detto che stiamo portando avanti un bel pensiero di calcio. Negli ultimi anni sono cambiato.Prima andavo troppo veloce, e qualche giocatore poi finisce col perdersi. Adesso chiedo poco,ma quel poco lo esigo. Da fuori credo la gente abbia un’idea sbagliata di me. Mi credono un borioso, uno snob, io invece mi ritengo soltanto riservato, con un grande senso pratico: sono molto più razionale e autocritico di quanto si possa pensare. Detto questo, mi piace un motto di Wilde:a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire bocca e togliere ogni dubbio. Le potenzialità della squadra? Tutti possono fare di più. L'importante è non avere alibi. Non può essere sempre colpa degli allenatori. Tutti devono prendersi le proprie responsabilità. Mi sento migliore rispetto a qualche tempo fa. E voglio dimostrarlo. Ora sono più pronto. Non faccio proclami. Ma datemi credito e fidatevi di me. Di noi. Le notizie sulla cessione? Sono arrivate anche nel gruppo, ma non voglio distrazioni. Il mercato? Ho già dato le mie indicazioni al club, è tutto condiviso e confermato con Galliani, col quale
mi confronto quotidianamente. Con lui non ci sono fraintendimenti. L’esigenza di rinforzarsi c’è, come c’è per tutti. L’ha sentita anche la Juve, che arriva da cinque scudetti di fila. Bacca?
E’ forte, fa gol, e la punta deve fare quello, anche se non sono gol spettacolari. Carlos ti fa fare la differenza, non sono d’accordo con chi lo reputa poco incline al mio gioco. Io penso a lui come a un giocatore del Milan e trovo che il nostro attacco sia complementare e ben assortito. Ad esempio Niang ha qualità indiscusse, anche se è ancora discontinuo. Però lui non si accontenta e ha l’ambizione di migliorare. Maturerà quando accetterà una panchina che ritiene ingiusta. Menez invece probabilmente non sentiva più suo l’ambiente. E’ stato un addio sereno, ma per un allenatore perdere un giocatore è una sconfitta. Ho notato che qui mancava entusiasmo e convinzione in se stessi. Penso che qualche problemino sono riuscito a risolverlo. Io sono un passionale. Lavoro 18 ore al giorno. Il primo obiettivo sul campo? E’ già da un po’ che penso alla Supercoppa con la Juve. Potrebbe essere il 29° trofeo dell’era Berlusconi, qualcosa che dà grande autostima".