Come riportato da Carlo Pellegatti, dopo il pareggio contro il Frosinone la linea della società è la seguente: si andrà avanti con Gattuso. Non ci sarà sarà nessun vertice in serata. Si vedrà cosa accadrà con la Spal.
Conte non verrà sicuramente. Sarà difficile trovare un traghettatore, nel caso in cui saltasse Gattuso.
La partita con la Spal non potrà modificare di molto la realtà della classifica, che parla di un Milan incapace di capitalizzare un calendario apparentemente favorevole per consolidare la sua posizione di classifica, e che ora giace in una fascia magmatica, in cui quarto e dodicesimo posto sono collegati da sette, otto punti, ampiamente recuperabili in venti giornate residue di campionato. La situazione, tecnica e psicologica, è improvvisamente mutata, ed è ora retta da una squadra stanca (e questo aspetto potrà essere migliorato dal richiamo di preparazione che sarà fatto a gennaio), sventrata da gravi infortuni (che forse saranno rimediati da appropriati interventi sul mercato), e smarrita nei suoi principii di gioco, e qui contano le scelte del tecnico, e le conseguenze che stanno producendo nella coscienza della squadra, peraltro priva di grande personalità agonistica. Al di là dei nomi di allenatore e giocatori, chiediamo chiarezza di idee all'interno del nutrito gruppo di dirigenti, sugli obiettivi a breve termine. I ruoli devono essere chiari, le prerogative di ciascuno rispettate, diversamente la proprietà dovrà rivedere le scelte inizialmente compiute anche su questo fronte. Ciò, in un certo senso, è più importante del nome del prossimo allenatore. Siamo ancora in corsa per l'obiettivo stagionale, ed è una buona notizia, e possiamo invertire il trend negativo, ed è un'altra. Detto questo, muoviamoci, sbagliando il meno possibile.
