Caro Beppe, prima di esprimerci correttamente sul provvedimento della Uefa, e valutare l'opportunità ed utilità di una impugnazione, che ha certamente un costo politico per il Milan ed Elliott, perché alimenta inevitabilmente un clima di tensione con la Uefa che non sarebbe male allentare (gli arbitraggi di Londra ed Atene della Europa League di questo 2018 sono segnali inquietanti ed espliciti), vorremmo leggere il provvedimento. Sinora, abbiamo tutti formulato congetture su un comunicato stampa, che ha ambiguità terminologiche tali da autorizzare le più disparate interpretazioni. Ovvero, da quella, più morbida, che dice che questo provvedimento avrebbe comminato, grosso modo, un Voluntary Agreement su base triennale (quindi, no deficit aggregato triennale tollerabile a -30 milioni di euro, niente monitoraggio continuo, niente sanzioni intermedie durante il periodo di monitoraggio), ed è quella più coerente con una possibile impugnativa basata sulla mera insufficienza del periodo triennale assegnato, in luogo di quello quadriennale, previsto dal VA come da Regolamento; ad una interpretazione mediana, che sostanzialmente aggiunge la sanzione finale della squalifica dalle Coppe alla consueta prescrizione del deficit aggregato triennale tollerabile a -30 milioni, che quel provvedimento dunque non avrebbe escluso, ed allora varrebbero le sopra riportate doglianze sulla equità e proporzionalità di una sanzione finale, applicata automaticamente e senza contraddittorio ad una infrazione ad oggi non nota, ed anche ove essa fosse di tenue entità (il -31 dell'esempio precedente, estremo ma chiaro); ed infine, una interpretazione estremamente rigorosa, che dice che il detto provvedimento avrebbe confermato non solo la prescrizione del deficit aggregato triennale tollerabile a -30 milioni, ma anche la possibilità, per l'Organo requirente della Uefa, di sanzionare ulteriormente il club durante il percorso triennale (i famosi paletti intermedi), introducendo sanzioni sportive (limitazioni alla rosa) ed economiche (multe), in aggiunta a quelle originariamente comminate (a valere, come sappiamo, per il triennio 2014-2017), sicché, alla già grave sanzione finale della squalifica per il mancato break even nel 2021, si aggiungerebbero le sanzioni intermedie per una eccessiva deviazione rispetto al deficit aggregato triennale tollerabile, eventualmente registrata dopo ogni singolo esercizio del c.d. monitoring period. Una interpretazione draconiana, manco a dirlo, di questo provvedimento, quest'ultima, che renderebbe esso paradossalmente molto più afflittivo di quello annullato a luglio dal TAS-CAS. Come capirai, interpretazioni molto diverse tra loro di un provvedimento che non conosciamo.