Milan, il congedo ufficiale di Berlusconi su Facebook.

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è come se dal nulla avesse costruito un castello bellissimo,incantevole,unico e poi con una serie di bombardamenti lo avesse trasformato in macerie.....

se chiudi gli occhi puoi solo dire grazie Silvio il problema è che se gli apri vedi appunto solo macerie....
 
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Questo è il messaggio che mi sono sentito di mandargli su facebook:
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Caro presidente (mi rivolgerò a lei così fino alla firma del closing, dopodiché inizierò a pronunciare il nome del mio nuovo presidente cinese), è necessario fare qualche constatazione prima di giungere ai ringraziamenti per ciò che ha fatto per il Milan dal 1986 ad oggi.
Lei dice di aver acquistato all'epoca il Milan per amore, mentre io direi che lo abbia fatto per facilitare la sua ascesa politica.
Le serviva notorietà, aveva bisogno che fosse presente costantemente in TV e cosa meglio di una squadra di calcio (una delle più famose) trasmessa sui propri canali?
Ha utilizzato il Milan fin quando rappresentava un fattore facilitante il raggiungimento dei suoi interessi per poi, spinto anche da questioni familiari, farlo morire progressivamente, lasciandolo in una condizione forse peggiore rispetto a quella in cui lo aveva trovato nell'86 (perché allora il gap era facilmente colmabile, mentre ora raggiungere e/o superare i mostri sacri dell'economia calcistica richiede sforzi ingenti ma che, addirittura, potrebbero non essere sufficienti, visto che noi dobbiamo ripartire non da zero, ma da sotto lo zero).
Il calcio, si sa, non genera profitto e chi entra in questo mondo lo fa per il proprio tornaconto personale e non per amore o passione.
E l'amministrazione "old-style" di una squadra di calcio comporta spese enormemente superiori ai soldi incassati.
Ed è proprio ricollegandomi a questo aspetto (gestione "old-style") che le muovo questo mio secondo appunto.
Lei ha fatto la parte del presidente "leone" in un'epoca, gli anni Novanta, in cui la presenza di magnati nel mondo del calcio era esigua, per non dire inesistente.
Forte delle sue disponibilità economiche importanti, ha creato quello stesso sistema che, a distanza di trent'anni, ora l'ha esclusa.
Sì, perché i primi acquisti fuori da ogni logica del mercato sono stati fatti da lei (come dimenticare l'acquisto di Lentini per 40 miliardi delle vecchie Lire?).
Oggi, invece, sono tanti i presidenti che hanno risorse economiche ben più importanti di lei e tra sceicchi, oligarchi russi ed asiatici futuri padroni del mondo il suo posto è stato spostato in ultima fila, in penombra.
Quindi, il Milan si è ritrovato né con un presidente in grado di battagliare economicamente con le potenze calcistiche europee (City, PSG e United su tutte), né con strutture adeguate che permettessero di rispondere in altri modi alle immense risorse economiche di quelle squadre.
Di quali strutture parlo?
È proprio questa ulteriore problematica a rappresentare la successiva mia constatazione circa il suo operato.
In primis parlo del settore giovanile che, dopo aver sfornato i vari Baresi, Maldini, Costacurta, etc., ha chiuso i battenti, regalandoci qualche soddisfazione solo negli ultimissimi anni (Donnarumma e De Sciglio, sperando in Calabria e Locatelli).
Poi, il sistema di scouting a dir poco imbarazzante, non essendo in grado di scovare i giovanissimi talenti in giro per il mondo prima che finiscano nei radar delle altre società.
Continuando, l'erezione (termine a lei caro) di una dirigenza inizialmente all'avanguardia e motivo di vanto, col passare degli anni indegna perché anch'essa finita nella logica del clientelismo, con conseguente allontanamento di personalità talmente forti ed intelligenti da essere considerate come una presenza fastidiosa, ingombrante, scomoda.
Penso ai vari Leonardo e Seedorf, ma anche a milanisti storici come Rivera, Maldini, Albertini e Boban, tutte persone che, poi, negli anni hanno dimostrato la loro caratura facendo rimpiangere maggiormente la loro ingiustificata (e forzata) assenza all'interno della società.
Infine, i buchi nell'organigramma societario dovuti all'estinzione (anche in questo caso voluta per motivi di accentramento del potere) di figure di importanza imprescindibile come un direttore sportivo, delegando altri stipendiati a sedersi al tavolo delle trattative (spesso confuso, ahimè, con il tavolo di ristoranti) pur non avendone minimamente le capacità.
Le persone brave ad avere contatti (il nostro attuale amministratore delegato) dovrebbero limitarsi a creare canali preferenziali di trattativa per le persone brave a trovare giocatori adatti alle richieste dell'allenatore (il direttore sportivo che non abbiamo più dalla partenza di Braida).
Per finire, le sottolineo l'ultimo mio appunto.
Il giocattolo Milan che tanto le è piaciuto tenere in mano in questo trentennio lo ha rotto a partire dal 2009, anno in cui ha iniziato a mettere in scena i primi raggiri nei confronti di noi veri tifosi rossoneri, persone dalla passione e dall'amore incondizionati verso i due colori rosso e nero.
Solo per fara qualche esempio, le faccio tornare alla mente la farsa Kakà (su tutte, guarda caso nel periodo pre-elettorale...), la farsa Cissokho, la farsa Luis Fabiano, la farsa del Milan dei giovani (per giustificare i parametri zero e le sessioni di mercato insoddisfacenti), lo smantellamento totale del Milan (cessione di Thiago Silva ed Ibra), la farsa dello stadio al Portello.
Detto tutto ciò, caro (quasi ex) presidente, arriviamo pure a fare un bilancio della sua avventura al Milan.
Sebbene, come detto e chiarito, abbia acquisito ed utilizzato il Milan per i suoi scopi, fino al 2009 tanto ha preso dal Milan (gli itaGliani che diventano suoi elettori per ringraziarla degli acquisti di mercato), tanto ha dato al Milan (soldi spesi per rendere la squadra sempre all'altezza di ogni competizione ed avversario).
Quindi, fino a quell'anno io e tutti gli altri tifosi le dobbiamo essere riconoscenti.
Tuttavia, dal 2009 fino ad oggi la situazione si è completamente ribaltata (uno scudetto -quello della stagione del 2010/11 è una semplice meteora in un cielo in cui le stelle fisse erano in quegli anni altre squadre -l'Inter prima, la Juventus poi-) e, dal farci toccare le vette calcistiche più alte, lei è passato a farci sprofondare nell'abisso più buio e profondo dell'intera storia milanista.
Perciò, Silvio, la saluto porgendole un immenso grazie per i primi 23 anni della sua presidenza ed un altrettanto grande vaff*****o per gli ultimi 7 anni.
#silviovendi
#milanaimilanisti
#saveacmilan
#havefaith
#vincitquipatitur
#welcomechina
 

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