Non sappiamo nulla delle preferenze di Leonardo, Campos, o Gazidis, al di là di questa fuffa mediatica che i poveri tifosi rossoneri sono costretti a digerire. Sappiamo imvece la realtà che abbiamo davanti, e come essa si inquadra nella cornice normativa del Fair Play Finanziario. I margini di discrezionalità delle politiche aziendali sono ridotti, entro la necessità di realizzare plusvalenze e spazi finanziari attraverso la rinuncia a molti contratti, ed investire su giocatori consistenti, ovvero con potenziale tecnico superiore ai livelli di ingaggio che essi possono ora ragionevolmente pretendere. Migliorare progressivamente i saldi di bilancio, progredire sul piano sportivo e dei ricavi, commerciali e da gestione caratteristica. Un lavoro duro, tosto, con sofferenze, ed aspettative. I tempi? Un fondo attivista come Elliott, è facilmente osservabile, si concede dai sette ai dieci anni per il suo return on equity. Ovviamente, l'aspetto sportivo prescinde dai tempi della finanza. Si può arrivare molto prima ad essere competitivi, perché lo sport è chimica di uomini, intuizioni soggettive, casualità, e non solo calcoli di algoritmi finanziari. Pensare che la croce abbracciata da Leonardo e Maldini, un anno fa, fosse diversa da quella che la realtà proponeva, allora come oggi, significa fare torto alla loro notevole intelligenza. Ma se si vuol credere a costoro come parti in commedia, niente di meglio di una commedia, per conciliare il sonno.