Non sarei così pessimista. Come già detto, Fininvest asseconderà il desiderio di Berlusconi di insistere sull'opzione-Bee (cessione di una quota di minoranza a valori fuori mercato) per un tempo congruo, probabilmente già segnato dopo gli ultimi incontri a Shenzhen e Milano tra le due parti, poi farà da sola, per una intesa con il suo azionista di riferimento. Basterebbe ridurre i valori del patrimonio a quelli segnati dalla holding nel proprio bilancio, aggiornati da una ragionevole plusvalenza e infiocchettati da prospettive di cessione graduale del controllo, e la fila di acquirenti sarebbe dietro la porta. Anzi, la fila c'è già, e Marina sta raccogliendo le prenotazioni. Il "il Milan è l'ultima cosa bella che mi è rimasta, lasciatemi almeno quello", pronunciato dal patron la scorsa primavera in una riunione con i figli, ha perso di significato emotivo in una manager normalmente non priva di riconoscenza filiale ma a digiuno di emotività. Mi auguro per il Milan soci industriali con un piano industriale di espansione del fatturato, con stadio di proprietà e valorizzazione del marchio commerciale. E' possibile anche nel precario assetto normativo italiano, la Juve in dieci anni ci è riuscita benissimo (quando noi abbiamo iniziato la discesa), emergendo dalla fogna di scandali e di serie B. Tutto sta in una nuova classe dirigente, e nella sua visione. Un progetto, comunque.