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Il Re dell'Est

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Questa qui in basso by [MENTION=1425]Louis Gara[/MENTION]

BBwFD3y.png


Gazzetta dello Sport (Laudisa): Il Milan trattiene il fiato sino al 15 giugno. È il limite temporale convenuto tra Silvio Berlusconi e la cordata cinese che da ieri ha ottenuto l’esclusiva per trattare l’acquisto del 70% delle azioni del club di via Aldo Rossi. Sono all’incirca le 14 quando l’a.d. di Fininvest, Pasquale Cannatelli, firma la delibera approvata dal consiglio di amministrazione al gran completo. Per la famiglia Berlusconi sono presenti Marina, Piersilvio e Luigi, mentre Barbara è collegata in conference*call: in questi frangenti l’a.d. milanista ha appoggiato le mosse del padre, mettendo in rilievo le ambizioni del club. Il via libera è stato tracciato ad Arcore il giorno prima, con papà Silvio finalmente deciso a questo importante passo dopo i noti ondeggiamenti.
È vero che non sono state pattuite penali e le parti possono liberarsi senza oneri economici. È altrettanto chiaro, però, che la convocazione di questo Cda straordinario assume un rilievo particolare.
Un anno fa mister Bee Taechaubol ebbe rapporti diretti con Silvio (tramite referenti di partito): stavolta tutto è stato gestito sin dall’inizio dal management di Fininvest. Il d.g. Danilo Pellegrino e il manager finanziario Alessandro Franzosi da un mese stanno tessendo la trama dei contatti che attraverso gli advisor Lazard (per il Milan) e Sal Galatioto (per i cinesi) hanno permesso di tracciare il perimetro della trattativa. Per esempio l’1 maggio 2015 Berlusconi capovolse l’affare, convincendo il broker tailandese ad accontentarsi del 48%: salvo poi perdere per strada quella cordata.
Stavolta gli acquirenti hanno ottenuto che l’approfondimento parta da un presupposto imprescindibile: l’acquisizione del 70% delle azioni. Altrettanto ferrea è la consegna del riserbo sull’identità dei nuovi investitori. Anzi, uno dei primi passi sarà proprio quello di alzare il velo sul capocordata. Nei giorni scorsi sono emersi i nomi di Alibaba e Huchinson Whampoa, nonostante le smentite degli interessati. Ma la sensazione è che questa partita la stia giocando un gruppo di primaria importanza.
Sinora in una sola occasione si è visto a Milano un rappresentante dei soci cinesi. Per il resto lo scambio di credenziali è avvenuto sempre via email.
Per un affare da circa 500 milioni, con un piano di investimento pluriennale, è da dare per scontato che gli imprenditori cinesi non intendano perdere tempo prezioso
. E per il Milan questa è una fase delicatissima. È vero che c’è ancora in ballo il traguardo dell’Europa League, con la speranza di un exploit nella finaledi Coppa Italia, ma il mercato ha tempi strettissimi. Per quanto Berlusconi difenda Brocchi, è sotto gli occhi di tutti l’esigenza di scegliere in tempi brevi il nome del suo successore.
Considerato che Lippi e Montella galoppano verso l’azzurro, al momento sui taccuini milanisti restano in evidenza i nomi di Giampaolo e Pellegrini. Sotto questo profilo i cinesi non hanno voce in capitolo, ma è altrettanto esplicita l’esigenza di seminare bene per la nuova stagione, anche per non intralciare i lavori in corso.
Nonostante il contorno economico sia chiaro a tutti e la due diligence sia in dirittura d’arrivo, nei prossimi giorni vanno chiariti alcuni dettagli di assoluto rilievo. A Silvio Berlusconi verrà concessa, per esempio, la presidenza onoraria? I compratori potranno eventualmente accettare un periodo di convivenza? C’è da aspettarsi che il patron rossonero provi a lasciare ancora un’impronta, quantomeno in una possibile fase di transizione.
E che tipo di strategia si intende applicare per un graduale potenziamento dei quadri tecnici? Nel suo ultimo videomessaggio il patriarca milanista ha voluto tranquillizzare i tifosi, promettendo un ritorno ai fasti dei suoi anni migliori. Attenzione, insomma, ai possibili colpi di coda. Gli investitori asiatici hanno no logiche chiare e sotto traccia appaiono ottimisti su un lieto fine. Anche in tempi ristretti. Devono fare i conti, però, con l’orgoglio del capitano d’industria che non conosce il verbo abdicare. A dispetto dell’importante offerta, potrebbe ancora decidere di fare tutto in prima persona.
In qualunque modo finisca questa storia, il nuovo Milan volterà pagina. Da qualunque parte arrivino, i soldi non potranno non arrivare.

Gazzetta dello Sport (Olivero): C'è stato il comunicato, ok, ma cosa frulla nella testa di Silvio? L’impressione, sempre più forte, è che Berlusconi non voglia cedere il Milan: per lui è una questione di cuore, un divertimento anche quando le cose vanno male, perfino un modo di stare a contatto con la gente anche se di applausi ne arrivano pochi. Nei suoi confronti il popolo rossonero resta affettuoso, almeno nei modi: i tifosi lo invitano a vendere ma solo perché non vedono spiragli positivi. E anche loro sono stati spiazzati dalle recenti mosse di Berlusconi: la scelta (sorprendente) di Mihajlovic o ad esempio il video sugli italiani.
Berlusconi non vorrebbe chiudere da perdente. I suoi trionfi sono indelebili, ma la memoria popolare è sempre molto corta.
Il secondo motivo per cui Berlusconi non vorrebbe vendere il Milan è questo. Non si fida: di nessuno. Perchè nessuno gestirebbe il club come ha fatto lui. Il Milan per i cinesi è un affare: nulla di più, nulla di meno. Non è detto che sia un male, anche la famiglia Agnelli gestisce la Juve in modo diverso dagli anni Ottanta e i risultati, in campo e fuori (lo Stadium, ad esempio), sono entusiasmanti. Però Berlusconi ragiona in modo diverso.
E lui sogna un colpo di scena come quelli che tanto piacevano al suo amico Mike Bongiorno.
Come quando dissè no al City per poi vendere Kakà al Real sei mesi dopo. Quanto si divertì quella notte a spiazzare tutti e a far godere i tifosi. A dimostrazione che il Milan è lui. E quanto vorrebbe, il 16 giugno, direi ai cinesi che il Milan sarà ancora lui.

Agenzia AGI: il Milan avrà la forza di 11 dragoni. Stando alle indiscrezioni apprese da AGI, la cordata cinese è composta da 11 investitori e il capogruppo sarebbe una società implicata nelle energie rinnovabili. In questa esclusiva non è prevista alcuna penale. Obiettivo il preliminare entro il 14 giugno.

CorSport (Guadagno): Il primo sì, tanto atteso, è arrivato. Ma non si tratta di un sì definitivo. La Fininvest, infatti, ieri all’ora di pranzo, su indicazione di Berlusconi, ha concesso al consorzio cinese rappresentato dall’advisor Galatioto l’esclusiva a trattare la maggioranza del Milan. Tuttavia, prima di poter affermare che il club rossonero sia stato venduto di tempo ne deve ancora passare. Almeno 5 settimane, tenuto il periodo concordato per l’esclusiva scadrà il 15 giugno. Al termine del quale le parti dovranno decidere se proseguire, in tal caso, evidentemente, con un preliminare l’intesa per forza di cose vincolante, oppure se interrompere ogni discorso e rinunciare l’affare.
Non è da escludere una terza via, vale a dire una proroga, ma complicherebbe i tempi di programmazione della nuova stagione.
Come si può intuire, certezze assolute non ci sono e non ci possono ancora essere. Berlusconi, come previsto, ha compiuto un primo passo in una certa direzione, ma ha pure preteso e ottenuto di poter tornare indietro senza
alcuna conseguenza. Tradotto, significa che non esistono penali (a meno che una delle due parti non interrompa la trattativa prima del 15 giugno) o obblighi. Un motivo in più per non sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Intanto,
durante il periodo di esclusiva ogni attività dovrà essere concordata con i rappresentanti del consorzio cinese. Tecnicamente non si può parlare di blocco, visto che i potenziali nuovi acquirenti potranno fornire o meno il proprio
avvallo. Ma è chiaro che ogni operazione, in particolare quelle di mercato, verrà stoppata qualora non coincidesse con il progetto ideato dagli investitori cinesi.
In questo mese, adesso, verrà completato l'analisi dei conti e verrà formulata l'offerta finale. Base d'asta 730-750M.
Intanto Silvio vuole conoscere i volti di tutti i componenti della cordata. E vuole conoscerli entro il 30 maggio.

CorSera (Ravelli): L’ad Pasquale Cannatelli (dopo il lavoro sul dossier del direttore generale Danilo Pellegrino e del responsabile M&A Alessandro Franzosi) ha firmato quanto Silvio Berlusconi aveva deciso nelle ore precedenti: cioè il via alla trattativa in esclusiva con il consorzio cinese che vuole acquisire il 70 per cento del club.
L’architettura dell’operazione (chiamato «promemoria d’intesa») è nota e già definita: il club è valutato circa 750 milioni (compresi i debiti), Berlusconi resterebbe presidente onorario, mentre tra due anni i cinesi vogliono arrivare a
controllare il 100 per cento. Ora c’è tempo fino al 15 giugno (tanto dura l’esclusiva) per trovare la sintonia su tutto il
resto (futura governance compresa), o anche, volendo, per cambiare qualche punto importante
. Berlusconi ha chiesto precise garanzie perché i cinesi si impegnino in investimenti nel Milan del futuro.
Certo, se la trattativa fosse ben avviata e ci fosse bisogno di una proroga di qualche giorno, verrebbe concessa. A
fine mese è prevista una scadenza intermedia entro la quale le due parti si scambieranno reciproche informazioni.
Tra queste probabilmente anche i dettagli sulla reale composizione della cordata cinese, fin qui rimasta misteriosa.
A loro volta, i potenziali acquirenti avranno da oggi accesso alla data-room, strumento essenziale per stabilire
la posizione finanziaria netta del club
.
Come si sa, la firma dell’esclusiva non è vincolante, per cui Berlusconi può ancora decidere di sfilarsi dall’affare
senza pagare penali, anche se è vero che nelle ultime ore (nonostante il videomessaggio in cui aveva parlato di preferire «mani italiane») il presidente rossonero pare determinato ad andare fino in fondo.
Le condizioni perché si arrivi alla firma del preliminare (quello sì vincolante) sono dunque due: la volontà del patron
dovrà restare salda fino all’ultimo giorno e andrà trovato l’accordo su tutti i punti.

Che succede intanto in questo mese? Non è corretto dire che tutto è congelato: quello che è vero è che ogni decisione va concordata e ogni spesa al di sopra di un milione di euro va approvata dal consorzio cinese, che può bloccarla.

Repubblica (Currò): Silvio è ancora incerto. Ieri è stato stipulato il patto con i cinesi per trattare in esclusiva. Il patto prevede fino a metà giugno reciproci approfondimenti. Ma non si può certo dire che gli interlocutori non si siano
già studiati: i contatti iniziali risalgono a oltre un anno e mezzo fa e li ha alimentati il miliardario Jack Ma, re dell’e-commerce e intimo di Berlusconi: non investirebbe direttamente attraverso il suo Alibaba Group, ma con il fondo immobiliare Evergrande e con una piccola porzione dell’immenso patrimonio personale.
L’unica variabile è il cangiante umore del proprietario: anche ieri avrebbe manifestato in sede politica la volontà di vendere il Milan, più tardi quella di tenerselo e poi di nuovo quella di disfarsene.
Tutti gli scenari, a cominciare dall’eventuale ingresso nella dirigenza di due ex campioni simbolo come Paolo Maldini e
Albertini, dipendono dalla decisione del padrone. In caso di vendita, i nuovi azionisti nomineranno un amministratore delegato unico. Berlusconi padre resterebbe come presidente onorario e Barbara come membro del consiglio di amministrazione. Dell’Ad alla parte sportiva Adriano Galliani, da trent’anni al vertice, si sa per ora che gestirà il mercato in questo mese, concordandone se necessario le mosse con i cinesi. Le urgenze riguardano l’allenatore e il sogno Ibrahimovic.
Il progetto dei cinesi prevede lo stadio di proprietà e la successiva quotazione in borsa.

TMW: nella cordata sarebbe presente anche Xiadong Zhu, patron del Pavia. Quest'ultima, quindi, diventerebbe la società satellite del Milan.

Carlo Festa: la cordata sarebbe composta da 3-4 soci, di cui uno Evegrande che ha tra i suoi soci Jack Ma. Adesso la palla passa ai legali: Chiomenti per Fininvest e Ripa di Meana per i cinesi.
 
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beleno

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Gazzetta dello Sport (Laudisa): Il Milan trattiene il fiato sino al 15 giugno. È il limite temporale convenuto tra Silvio Berlusconi e la cordata cinese che da ieri ha ottenuto l’esclusiva per trattare l’acquisto del 70% delle azioni del club di via Aldo Rossi. Sono all’incirca le 14 quando l’a.d. di Fininvest, Pasquale Cannatelli, firma la delibera approvata dal consiglio di amministrazione al gran completo. Per la famiglia Berlusconi sono presenti Marina, Piersilvio e Luigi, mentre Barbara è collegata in conference*call: in questi frangenti l’a.d. milanista ha appoggiato le mosse del padre, mettendo in rilievo le ambizioni del club. Il via libera è stato tracciato ad Arcore il giorno prima, con papà Silvio finalmente deciso a questo importante passo dopo i noti ondeggiamenti.
È vero che non sono state pattuite penali e le parti possono liberarsi senza oneri economici. È altrettanto chiaro, però, che la convocazione di questo Cda straordinario assume un rilievo particolare.
Un anno fa mister Bee Taechaubol ebbe rapporti diretti con Silvio (tramite referenti di partito): stavolta tutto è stato gestito sin dall’inizio dal management di Fininvest. Il d.g. Danilo Pellegrino e il manager finanziario Alessandro Franzosi da un mese stanno tessendo la trama dei contatti che attraverso gli advisor Lazard (per il Milan) e Sal Galatioto (per i cinesi) hanno permesso di tracciare il perimetro della trattativa. Per esempio l’1 maggio 2015 Berlusconi capovolse l’affare, convincendo il broker tailandese ad accontentarsi del 48%: salvo poi perdere per strada quella cordata.
Stavolta gli acquirenti hanno ottenuto che l’approfondimento parta da un presupposto imprescindibile: l’acquisizione del 70% delle azioni. Altrettanto ferrea è la consegna del riserbo sull’identità dei nuovi investitori. Anzi, uno dei primi passi sarà proprio quello di alzare il velo sul capocordata. Nei giorni scorsi sono emersi i nomi di Alibaba e Huchinson Whampoa, nonostante le smentite degli interessati. Ma la sensazione è che questa partita la stia giocando un gruppo di primaria importanza.
Sinora in una sola occasione si è visto a Milano un rappresentante dei soci cinesi. Per il resto lo scambio di credenziali è avvenuto sempre via email.
Per un affare da circa 500 milioni, con un piano di investimento pluriennale, è da dare per scontato che gli imprenditori cinesi non intendano perdere tempo prezioso
. E per il Milan questa è una fase delicatissima. È vero che c’è ancora in ballo il traguardo dell’Europa League, con la speranza di un exploit nella finaledi Coppa Italia, ma il mercato ha tempi strettissimi. Per quanto Berlusconi difenda Brocchi, è sotto gli occhi di tutti l’esigenza di scegliere in tempi brevi il nome del suo successore.
Considerato che Lippi e Montella galoppano verso l’azzurro, al momento sui taccuini milanisti restano in evidenza i nomi di Giampaolo e Pellegrini. Sotto questo profilo i cinesi non hanno voce in capitolo, ma è altrettanto esplicita l’esigenza di seminare bene per la nuova stagione, anche per non intralciare i lavori in corso.
Nonostante il contorno economico sia chiaro a tutti e la due diligence sia in dirittura d’arrivo, nei prossimi giorni vanno chiariti alcuni dettagli di assoluto rilievo. A Silvio Berlusconi verrà concessa, per esempio, la presidenza onoraria? I compratori potranno eventualmente accettare un periodo di convivenza? C’è da aspettarsi che il patron rossonero provi a lasciare ancora un’impronta, quantomeno in una possibile fase di transizione.
E che tipo di strategia si intende applicare per un graduale potenziamento dei quadri tecnici? Nel suo ultimo videomessaggio il patriarca milanista ha voluto tranquillizzare i tifosi, promettendo un ritorno ai fasti dei suoi anni migliori. Attenzione, insomma, ai possibili colpi di coda. Gli investitori asiatici hanno no logiche chiare e sotto traccia appaiono ottimisti su un lieto fine. Anche in tempi ristretti. Devono fare i conti, però, con l’orgoglio del capitano d’industria che non conosce il verbo abdicare. A dispetto dell’importante offerta, potrebbe ancora decidere di fare tutto in prima persona.
In qualunque modo finisca questa storia, il nuovo Milan volterà pagina. Da qualunque parte arrivino, i soldi non potranno non arrivare.

Gazzetta dello Sport (Olivero): C'è stato il comunicato, ok, ma cosa frulla nella testa di Silvio? L’impressione, sempre più forte, è che Berlusconi non voglia cedere il Milan: per lui è una questione di cuore, un divertimento anche quando le cose vanno male, perfino un modo di stare a contatto con la gente anche se di applausi ne arrivano pochi. Nei suoi confronti il popolo rossonero resta affettuoso, almeno nei modi: i tifosi lo invitano a vendere ma solo perché non vedono spiragli positivi. E anche loro sono stati spiazzati dalle recenti mosse di Berlusconi: la scelta (sorprendente) di Mihajlovic o ad esempio il video sugli italiani.
Berlusconi non vorrebbe chiudere da perdente. I suoi trionfi sono indelebili, ma la memoria popolare è sempre molto corta.
Il secondo motivo per cui Berlusconi non vorrebbe vendere il Milan è questo. Non si fida: di nessuno. Perchè nessuno gestirebbe il club come ha fatto lui. Il Milan per i cinesi è un affare: nulla di più, nulla di meno. Non è detto che sia un male, anche la famiglia Agnelli gestisce la Juve in modo diverso dagli anni Ottanta e i risultati, in campo e fuori (lo Stadium, ad esempio), sono entusiasmanti. Però Berlusconi ragiona in modo diverso.
E lui sogna un colpo di scena come quelli che tanto piacevano al suo amico Mike Bongiorno.
Come quando dissè no al City per poi vendere Kakà al Real sei mesi dopo. Quanto si divertì quella notte a spiazzare tutti e a far godere i tifosi. A dimostrazione che il Milan è lui. E quanto vorrebbe, il 16 giugno, direi ai cinesi che il Milan sarà ancora lui.

Agenzia AGI: il Milan avrà la forza di 11 dragoni. Stando alle indiscrezioni apprese da AGI, la cordata cinese è composta da 11 investitori e il capogruppo sarebbe una società implicata nelle energie rinnovabili. In questa esclusiva non è prevista alcuna penale. Obiettivo il preliminare entro il 14 giugno.

CorSport (Guadagno): Il primo sì, tanto atteso, è arrivato. Ma non si tratta di un sì definitivo. La Fininvest, infatti, ieri all’ora di pranzo, su indicazione di Berlusconi, ha concesso al consorzio cinese rappresentato dall’advisor Galatioto l’esclusiva a trattare la maggioranza del Milan. Tuttavia, prima di poter affermare che il club rossonero sia stato venduto di tempo ne deve ancora passare. Almeno 5 settimane, tenuto il periodo concordato per l’esclusiva scadrà il 15 giugno. Al termine del quale le parti dovranno decidere se proseguire, in tal caso, evidentemente, con un preliminare l’intesa per forza di cose vincolante, oppure se interrompere ogni discorso e rinunciare l’affare.
Non è da escludere una terza via, vale a dire una proroga, ma complicherebbe i tempi di programmazione della nuova stagione.
Come si può intuire, certezze assolute non ci sono e non ci possono ancora essere. Berlusconi, come previsto, ha compiuto un primo passo in una certa direzione, ma ha pure preteso e ottenuto di poter tornare indietro senza
alcuna conseguenza. Tradotto, significa che non esistono penali (a meno che una delle due parti non interrompa la trattativa prima del 15 giugno) o obblighi. Un motivo in più per non sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Intanto,
durante il periodo di esclusiva ogni attività dovrà essere concordata con i rappresentanti del consorzio cinese. Tecnicamente non si può parlare di blocco, visto che i potenziali nuovi acquirenti potranno fornire o meno il proprio
avvallo. Ma è chiaro che ogni operazione, in particolare quelle di mercato, verrà stoppata qualora non coincidesse con il progetto ideato dagli investitori cinesi.
In questo mese, adesso, verrà completato l'analisi dei conti e verrà formulata l'offerta finale. Base d'asta 730-750M.
Intanto Silvio vuole conoscere i volti di tutti i componenti della cordata. E vuole conoscerli entro il 30 maggio.

CorSera (Ravelli): L’ad Pasquale Cannatelli (dopo il lavoro sul dossier del direttore generale Danilo Pellegrino e del responsabile M&A Alessandro Franzosi) ha firmato quanto Silvio Berlusconi aveva deciso nelle ore precedenti: cioè il via alla trattativa in esclusiva con il consorzio cinese che vuole acquisire il 70 per cento del club.
L’architettura dell’operazione (chiamato «promemoria d’intesa») è nota e già definita: il club è valutato circa 750 milioni (compresi i debiti), Berlusconi resterebbe presidente onorario, mentre tra due anni i cinesi vogliono arrivare a
controllare il 100 per cento. Ora c’è tempo fino al 15 giugno (tanto dura l’esclusiva) per trovare la sintonia su tutto il
resto (futura governance compresa), o anche, volendo, per cambiare qualche punto importante
. Berlusconi ha chiesto precise garanzie perché i cinesi si impegnino in investimenti nel Milan del futuro.
Certo, se la trattativa fosse ben avviata e ci fosse bisogno di una proroga di qualche giorno, verrebbe concessa. A
fine mese è prevista una scadenza intermedia entro la quale le due parti si scambieranno reciproche informazioni.
Tra queste probabilmente anche i dettagli sulla reale composizione della cordata cinese, fin qui rimasta misteriosa.
A loro volta, i potenziali acquirenti avranno da oggi accesso alla data-room, strumento essenziale per stabilire
la posizione finanziaria netta del club
.
Come si sa, la firma dell’esclusiva non è vincolante, per cui Berlusconi può ancora decidere di sfilarsi dall’affare
senza pagare penali, anche se è vero che nelle ultime ore (nonostante il videomessaggio in cui aveva parlato di preferire «mani italiane») il presidente rossonero pare determinato ad andare fino in fondo.
Le condizioni perché si arrivi alla firma del preliminare (quello sì vincolante) sono dunque due: la volontà del patron
dovrà restare salda fino all’ultimo giorno e andrà trovato l’accordo su tutti i punti.

Che succede intanto in questo mese? Non è corretto dire che tutto è congelato: quello che è vero è che ogni decisione va concordata e ogni spesa al di sopra di un milione di euro va approvata dal consorzio cinese, che può bloccarla.

Repubblica (Currò): Silvio è ancora incerto. Ieri è stato stipulato il patto con i cinesi per trattare in esclusiva. Il patto prevede fino a metà giugno reciproci approfondimenti. Ma non si può certo dire che gli interlocutori non si siano
già studiati: i contatti iniziali risalgono a oltre un anno e mezzo fa e li ha alimentati il miliardario Jack Ma, re dell’e-commerce e intimo di Berlusconi: non investirebbe direttamente attraverso il suo Alibaba Group, ma con il fondo immobiliare Evergrande e con una piccola porzione dell’immenso patrimonio personale.
L’unica variabile è il cangiante umore del proprietario: anche ieri avrebbe manifestato in sede politica la volontà di vendere il Milan, più tardi quella di tenerselo e poi di nuovo quella di disfarsene.
Tutti gli scenari, a cominciare dall’eventuale ingresso nella dirigenza di due ex campioni simbolo come Paolo Maldini e
Albertini, dipendono dalla decisione del padrone. In caso di vendita, i nuovi azionisti nomineranno un amministratore delegato unico. Berlusconi padre resterebbe come presidente onorario e Barbara come membro del consiglio di amministrazione. Dell’Ad alla parte sportiva Adriano Galliani, da trent’anni al vertice, si sa per ora che gestirà il mercato in questo mese, concordandone se necessario le mosse con i cinesi. Le urgenze riguardano l’allenatore e il sogno Ibrahimovic.

TMW: nella cordata sarebbe presente anche Xiadong Zhu, patron del Pavia. Quest'ultima, quindi, diventerebbe la società satellite del Milan.

Carlo Festa: la cordata sarebbe composta da 3-4 soci, di cui uno Evegrande che ha tra i suoi soci Jack Ma. Adesso la palla passa ai legali: Chiomenti per Fininvest e Ripa di Meana per i cinesi.

Ottimo lavoro :)

Ma in quale universo vive Olivero (GdS)? Mike Bongiorno? Con il dovuto rispetto, oggi siamo nel 2016. Il popolo rossonero ha la memoria corta? Dal 2007 abbiamo vinto uno scudetto e una supercoppa, stop. E, come sopra, siamo nel 2016.
 
U

Underhill84

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Gazzetta dello Sport (Laudisa): Il Milan trattiene il fiato sino al 15 giugno. È il limite temporale convenuto tra Silvio Berlusconi e la cordata cinese che da ieri ha ottenuto l’esclusiva per trattare l’acquisto del 70% delle azioni del club di via Aldo Rossi. Sono all’incirca le 14 quando l’a.d. di Fininvest, Pasquale Cannatelli, firma la delibera approvata dal consiglio di amministrazione al gran completo. Per la famiglia Berlusconi sono presenti Marina, Piersilvio e Luigi, mentre Barbara è collegata in conference*call: in questi frangenti l’a.d. milanista ha appoggiato le mosse del padre, mettendo in rilievo le ambizioni del club. Il via libera è stato tracciato ad Arcore il giorno prima, con papà Silvio finalmente deciso a questo importante passo dopo i noti ondeggiamenti.
È vero che non sono state pattuite penali e le parti possono liberarsi senza oneri economici. È altrettanto chiaro, però, che la convocazione di questo Cda straordinario assume un rilievo particolare.
Un anno fa mister Bee Taechaubol ebbe rapporti diretti con Silvio (tramite referenti di partito): stavolta tutto è stato gestito sin dall’inizio dal management di Fininvest. Il d.g. Danilo Pellegrino e il manager finanziario Alessandro Franzosi da un mese stanno tessendo la trama dei contatti che attraverso gli advisor Lazard (per il Milan) e Sal Galatioto (per i cinesi) hanno permesso di tracciare il perimetro della trattativa. Per esempio l’1 maggio 2015 Berlusconi capovolse l’affare, convincendo il broker tailandese ad accontentarsi del 48%: salvo poi perdere per strada quella cordata.
Stavolta gli acquirenti hanno ottenuto che l’approfondimento parta da un presupposto imprescindibile: l’acquisizione del 70% delle azioni. Altrettanto ferrea è la consegna del riserbo sull’identità dei nuovi investitori. Anzi, uno dei primi passi sarà proprio quello di alzare il velo sul capocordata. Nei giorni scorsi sono emersi i nomi di Alibaba e Huchinson Whampoa, nonostante le smentite degli interessati. Ma la sensazione è che questa partita la stia giocando un gruppo di primaria importanza.
Sinora in una sola occasione si è visto a Milano un rappresentante dei soci cinesi. Per il resto lo scambio di credenziali è avvenuto sempre via email.
Per un affare da circa 500 milioni, con un piano di investimento pluriennale, è da dare per scontato che gli imprenditori cinesi non intendano perdere tempo prezioso
. E per il Milan questa è una fase delicatissima. È vero che c’è ancora in ballo il traguardo dell’Europa League, con la speranza di un exploit nella finaledi Coppa Italia, ma il mercato ha tempi strettissimi. Per quanto Berlusconi difenda Brocchi, è sotto gli occhi di tutti l’esigenza di scegliere in tempi brevi il nome del suo successore.
Considerato che Lippi e Montella galoppano verso l’azzurro, al momento sui taccuini milanisti restano in evidenza i nomi di Giampaolo e Pellegrini. Sotto questo profilo i cinesi non hanno voce in capitolo, ma è altrettanto esplicita l’esigenza di seminare bene per la nuova stagione, anche per non intralciare i lavori in corso.
Nonostante il contorno economico sia chiaro a tutti e la due diligence sia in dirittura d’arrivo, nei prossimi giorni vanno chiariti alcuni dettagli di assoluto rilievo. A Silvio Berlusconi verrà concessa, per esempio, la presidenza onoraria? I compratori potranno eventualmente accettare un periodo di convivenza? C’è da aspettarsi che il patron rossonero provi a lasciare ancora un’impronta, quantomeno in una possibile fase di transizione.
E che tipo di strategia si intende applicare per un graduale potenziamento dei quadri tecnici? Nel suo ultimo videomessaggio il patriarca milanista ha voluto tranquillizzare i tifosi, promettendo un ritorno ai fasti dei suoi anni migliori. Attenzione, insomma, ai possibili colpi di coda. Gli investitori asiatici hanno no logiche chiare e sotto traccia appaiono ottimisti su un lieto fine. Anche in tempi ristretti. Devono fare i conti, però, con l’orgoglio del capitano d’industria che non conosce il verbo abdicare. A dispetto dell’importante offerta, potrebbe ancora decidere di fare tutto in prima persona.
In qualunque modo finisca questa storia, il nuovo Milan volterà pagina. Da qualunque parte arrivino, i soldi non potranno non arrivare.

Gazzetta dello Sport (Olivero): C'è stato il comunicato, ok, ma cosa frulla nella testa di Silvio? L’impressione, sempre più forte, è che Berlusconi non voglia cedere il Milan: per lui è una questione di cuore, un divertimento anche quando le cose vanno male, perfino un modo di stare a contatto con la gente anche se di applausi ne arrivano pochi. Nei suoi confronti il popolo rossonero resta affettuoso, almeno nei modi: i tifosi lo invitano a vendere ma solo perché non vedono spiragli positivi. E anche loro sono stati spiazzati dalle recenti mosse di Berlusconi: la scelta (sorprendente) di Mihajlovic o ad esempio il video sugli italiani.
Berlusconi non vorrebbe chiudere da perdente. I suoi trionfi sono indelebili, ma la memoria popolare è sempre molto corta.
Il secondo motivo per cui Berlusconi non vorrebbe vendere il Milan è questo. Non si fida: di nessuno. Perchè nessuno gestirebbe il club come ha fatto lui. Il Milan per i cinesi è un affare: nulla di più, nulla di meno. Non è detto che sia un male, anche la famiglia Agnelli gestisce la Juve in modo diverso dagli anni Ottanta e i risultati, in campo e fuori (lo Stadium, ad esempio), sono entusiasmanti. Però Berlusconi ragiona in modo diverso.
E lui sogna un colpo di scena come quelli che tanto piacevano al suo amico Mike Bongiorno.
Come quando dissè no al City per poi vendere Kakà al Real sei mesi dopo. Quanto si divertì quella notte a spiazzare tutti e a far godere i tifosi. A dimostrazione che il Milan è lui. E quanto vorrebbe, il 16 giugno, direi ai cinesi che il Milan sarà ancora lui.

Agenzia AGI: il Milan avrà la forza di 11 dragoni. Stando alle indiscrezioni apprese da AGI, la cordata cinese è composta da 11 investitori e il capogruppo sarebbe una società implicata nelle energie rinnovabili. In questa esclusiva non è prevista alcuna penale. Obiettivo il preliminare entro il 14 giugno.

CorSport (Guadagno): Il primo sì, tanto atteso, è arrivato. Ma non si tratta di un sì definitivo. La Fininvest, infatti, ieri all’ora di pranzo, su indicazione di Berlusconi, ha concesso al consorzio cinese rappresentato dall’advisor Galatioto l’esclusiva a trattare la maggioranza del Milan. Tuttavia, prima di poter affermare che il club rossonero sia stato venduto di tempo ne deve ancora passare. Almeno 5 settimane, tenuto il periodo concordato per l’esclusiva scadrà il 15 giugno. Al termine del quale le parti dovranno decidere se proseguire, in tal caso, evidentemente, con un preliminare l’intesa per forza di cose vincolante, oppure se interrompere ogni discorso e rinunciare l’affare.
Non è da escludere una terza via, vale a dire una proroga, ma complicherebbe i tempi di programmazione della nuova stagione.
Come si può intuire, certezze assolute non ci sono e non ci possono ancora essere. Berlusconi, come previsto, ha compiuto un primo passo in una certa direzione, ma ha pure preteso e ottenuto di poter tornare indietro senza
alcuna conseguenza. Tradotto, significa che non esistono penali (a meno che una delle due parti non interrompa la trattativa prima del 15 giugno) o obblighi. Un motivo in più per non sbilanciarsi né in un senso né nell’altro. Intanto,
durante il periodo di esclusiva ogni attività dovrà essere concordata con i rappresentanti del consorzio cinese. Tecnicamente non si può parlare di blocco, visto che i potenziali nuovi acquirenti potranno fornire o meno il proprio
avvallo. Ma è chiaro che ogni operazione, in particolare quelle di mercato, verrà stoppata qualora non coincidesse con il progetto ideato dagli investitori cinesi.
In questo mese, adesso, verrà completato l'analisi dei conti e verrà formulata l'offerta finale. Base d'asta 730-750M.
Intanto Silvio vuole conoscere i volti di tutti i componenti della cordata. E vuole conoscerli entro il 30 maggio.

CorSera (Ravelli): L’ad Pasquale Cannatelli (dopo il lavoro sul dossier del direttore generale Danilo Pellegrino e del responsabile M&A Alessandro Franzosi) ha firmato quanto Silvio Berlusconi aveva deciso nelle ore precedenti: cioè il via alla trattativa in esclusiva con il consorzio cinese che vuole acquisire il 70 per cento del club.
L’architettura dell’operazione (chiamato «promemoria d’intesa») è nota e già definita: il club è valutato circa 750 milioni (compresi i debiti), Berlusconi resterebbe presidente onorario, mentre tra due anni i cinesi vogliono arrivare a
controllare il 100 per cento. Ora c’è tempo fino al 15 giugno (tanto dura l’esclusiva) per trovare la sintonia su tutto il
resto (futura governance compresa), o anche, volendo, per cambiare qualche punto importante
. Berlusconi ha chiesto precise garanzie perché i cinesi si impegnino in investimenti nel Milan del futuro.
Certo, se la trattativa fosse ben avviata e ci fosse bisogno di una proroga di qualche giorno, verrebbe concessa. A
fine mese è prevista una scadenza intermedia entro la quale le due parti si scambieranno reciproche informazioni.
Tra queste probabilmente anche i dettagli sulla reale composizione della cordata cinese, fin qui rimasta misteriosa.
A loro volta, i potenziali acquirenti avranno da oggi accesso alla data-room, strumento essenziale per stabilire
la posizione finanziaria netta del club
.
Come si sa, la firma dell’esclusiva non è vincolante, per cui Berlusconi può ancora decidere di sfilarsi dall’affare
senza pagare penali, anche se è vero che nelle ultime ore (nonostante il videomessaggio in cui aveva parlato di preferire «mani italiane») il presidente rossonero pare determinato ad andare fino in fondo.
Le condizioni perché si arrivi alla firma del preliminare (quello sì vincolante) sono dunque due: la volontà del patron
dovrà restare salda fino all’ultimo giorno e andrà trovato l’accordo su tutti i punti.

Che succede intanto in questo mese? Non è corretto dire che tutto è congelato: quello che è vero è che ogni decisione va concordata e ogni spesa al di sopra di un milione di euro va approvata dal consorzio cinese, che può bloccarla.

Repubblica (Currò): Silvio è ancora incerto. Ieri è stato stipulato il patto con i cinesi per trattare in esclusiva. Il patto prevede fino a metà giugno reciproci approfondimenti. Ma non si può certo dire che gli interlocutori non si siano
già studiati: i contatti iniziali risalgono a oltre un anno e mezzo fa e li ha alimentati il miliardario Jack Ma, re dell’e-commerce e intimo di Berlusconi: non investirebbe direttamente attraverso il suo Alibaba Group, ma con il fondo immobiliare Evergrande e con una piccola porzione dell’immenso patrimonio personale.
L’unica variabile è il cangiante umore del proprietario: anche ieri avrebbe manifestato in sede politica la volontà di vendere il Milan, più tardi quella di tenerselo e poi di nuovo quella di disfarsene.
Tutti gli scenari, a cominciare dall’eventuale ingresso nella dirigenza di due ex campioni simbolo come Paolo Maldini e
Albertini, dipendono dalla decisione del padrone. In caso di vendita, i nuovi azionisti nomineranno un amministratore delegato unico. Berlusconi padre resterebbe come presidente onorario e Barbara come membro del consiglio di amministrazione. Dell’Ad alla parte sportiva Adriano Galliani, da trent’anni al vertice, si sa per ora che gestirà il mercato in questo mese, concordandone se necessario le mosse con i cinesi. Le urgenze riguardano l’allenatore e il sogno Ibrahimovic.

TMW: nella cordata sarebbe presente anche Xiadong Zhu, patron del Pavia. Quest'ultima, quindi, diventerebbe la società satellite del Milan.

Carlo Festa: la cordata sarebbe composta da 3-4 soci, di cui uno Evegrande che ha tra i suoi soci Jack Ma. Adesso la palla passa ai legali: Chiomenti per Fininvest e Ripa di Meana per i cinesi.

Riassumendo
-Tutti concordano sul memorandum d'intesa. 700-750 milioni il valore totale del milan, 70% di quote iniziale, 100% in due anni
-Scelte di mercato non congelate, ma supervisionate pure dai cinesi.
-Non c'è sintonia tra le varie testate sulla composizione della cordata cinese. Ognuno dice la sua senza nessun elemento comune.
-Articolo da querela di Olivero. Bugie su bugie
 
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Olivero a libro paga di berlusconi!

Comunque intressante che tutti gli articoli dicano dettagli diversi, ma mi sembra che ormai siamo all'ottimismo a parte qualche schiavo (anche se skincats pare sul punto di abbandonare la nave)

A questo punto vediamo cosa ci aspetta questo mese! forza!
 
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"Come quando dissè no al City per poi vendere Kakà al Real sei mesi dopo. Quanto si divertì quella notte a spiazzare tutti e a far godere i tifosi."

Ma Olivero ha qualche problema mentale? Godere della cessione di un campione quando sei mesi prima si era detto che era incedibile ai tifosi?
 
M

martinmilan

Guest
Olivero ''Come quando dissè no al City per poi vendere Kakà al Real sei mesi dopo. Quanto si divertì quella notte a spiazzare tutti e a far godere i tifosi.''

Questo prende per il ciap..
 

Milo

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Sarebbe troppo idiota se ha firmato questo patto, avere la società bloccata e poi rifiutare per "questioni di cuore"
 

Milo

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Tra l'altro Olivero ricorda Kakà (discutibilissimo) ma thiago e ibra no, chissà perché...
 
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