Vi dico la mia, per quanto possa valere, su tutta questa ingarbugliata faccenda.
Silvio è intenzionato a vendere il Milan già dall’anno scorso quando, lanciata l’idea, si è accorto che effettivamente il Milan ha un certo “mercato”.
Detto questo, vista la trattativa piuttosto rapida che stava per concludersi nel maggio scorso ha deciso di cambiare le carte in tavola pretendendo la maggioranza. Trattativa subito tramontata (anche se il teatrino è stato portato avanti per molti mesi).
Detto questo la volontà di Silvio è rimasta quella di vendere, ma prima voleva vincere ancora qualcosa quindi ha dato 150 mln in mano al suo fedele amico Adriano chiedendogli di riportare almeno la squadra in CL.
Galliani, sentendo puzza di bruciato, ha fatto un mercato come tutti abbiamo visto, bruciando soldi in bidoni come mai in trent’anni aveva fatto, avendo bene in mente che se la squadra non vince Berlusconi non la vende e lui potrà continuare a mangiarci sopra.
A quest’ora se le cose fossero andate bene Silvio si sarebbe ritrovato con una squadra in CL (diretto o preliminari) e per quanto riguarda la vendita avrebbe potuto avere molta più voce in capitolo e l’offerta avrebbe potuto essere molto più alta ed attraente.
Qualcuno però ha remato contro. Il rapporto con Mihajlovic si è incrinato immediatamente tanto che viene facile pensare che una figura come Galliani, che funge da principale filo conduttore tra un allenatore ed il presidente della società, non abbia facilitato le cose ed anzi… ma qui si pensa male, abbia volutamente lavorato in sordina per incrinare definitivamente i rapporti di due figure così poco inclini alle ingerenze altrui.
Galliani si è poi assicurato che Mihajlovic non avesse i rinforzi richiesti, fornendogli Boateng nel mercato invernale. La garanzia di non vincere niente era ormai assicurata e Galliani è ben consapevole che prima di dare la colpa ad egli stesso, Silvio l’avrebbe data al mondo intero (allenatore prima e giocatori poi). Per non farci togliere nulla occorreva anche scongiurare la qualificazione all’EL tramite sesto posto che, è evidente, deve essere evitato a tutti i costi in favore del Sassuolo.
Fininvest, che dal canto suo non ne può più di subire il carico economico del Milan, trova dei finanziatori che offrono garanzie e serietà (come chiedeva Silvio) e certamente Marina e il padre conoscono benissimo gli acquirenti visto che, al contrario di quanto vogliono farci credere i giornalai, nessuno vende al buio una società che vale quasi un miliardo di euro.
La mossa di Silvio di cambiare allenatore deve essere vista dal punto di vista della trattativa. Io metto Brocchi e punto sull’Italmilan. Ho un progetto per il futuro, quindi la vendita non è una priorità per me, ergo se vuoi comprare devi convincermi.
Pronti, via. Soldi a palate, garanzie e preliminare. Tutto a posto?
No. Rimane quella piccola questione che esula dalle volontà di Fininvest.
Chi ci campa sul Milan ha avuto mesi di tempo per lavorare ai fianchi l’egocentrismo del Presidentissimo. Immagino già le frasi tipo “un condottiero non lascia l’esercito quando le cose vanno male” oppure “cosa diranno i tifosi se decidi di mollare una squadra tanto scarsa” o ancora “penseranno che non sei più un uomo di successo”.
Ed eccoci ad oggi. Silvio che cerca di inserire clausole nel contratto per farlo rimanere capo, per potersi tenere qualche prerogativa nelle decisioni. Già me lo immagino che si chiede “chissà, forse se vincessi la Coppa Italia i tifosi non potrebbero dire che ho lasciato da perdente...”. Dubbio per lui e terrore per Galliani che intanto sta cercando di tenersi un posto al caldo in una società a caso spagnola.
E allora forse... la data che deciderà il futuro del Milan al di là di qualsiasi preliminare potrebbe essere quella del 21 maggio. Vincere significherebbe lasciare una squadra ufficialmente vincente di un trofeo, qualificata di diritto per una coppa europea e possibile vincente della supercoppa Italia l’anno prossimo (questo a prescindere dai risultati). Non sarebbe male no?
Se trionfa si cambia, questo Galliani lo sa e sono certo che in un modo o nell’altro saprà come assicurarsi che questo non accada (non che debba fare poi molto...).
Se perde invece... probabilmente gli servirà un altro anno per capire che Galliani non è più adatto al suo ruolo, e poi un altro anno ancora per ammettere che nemmeno lui, anziano Presidente, non è più quell’oculato condottiero che ci ha fatto trionfare sul mondo per tanti anni.
Già, ma in quel momento sarà troppo tardi per tutti.
Per il Milan, per i tifosi, per i cinesi e per Fininvest.