Ha fatto bene ad ignorarne l'esistenza, essendo un libercolo oscenamente insipido ed insignificante.. Capirei una levata di scudi per Primo Levi, ma Anne Frank...
Si abusa ogni giorno la memoria di morti di ogni religione, epoca, statura morale, grandezza, e ci si straccia le vesti per quattro stickers fatti da ragazzini annoiati e di cui non dovrebbe fregar nulla a nessuno. E invece diventa il caso del secolo.
La solita morale da strapazzo di chi magari non riconosce lo stato d'Israele o spara un "sei proprio un ebreo" quando l'amico non offre il caffè la mattina.
Bravo Sinisa.
Non si discute il valore del libro, è ovvio che "Se questo è un uomo" di Levi o "la Notte" di Wiesel siano opere di ben altro spessore.
Anna Frank però è un simbolo, il più forte di tutti, contro l'incedere nefasto della violenza e della brutalità che calpestano speranze, sogni, progetti, un esempio per chi crede, non perde la fiducia, nonostante si avvicini la sua fine. Anna Frank è la rinascita, accompagna per mano il lettore fuori da un ventennio oscuro, attraverso l'energia e la purezza di una bambina. Lei resta uno dei simboli più forti del XX secolo, in un momento storico in cui L'Europa doveva prima di tutto ricostruirsi come società civile.
Sinisa conosce benissimo tutto questo, semplicemente ha ritenuto più importante fingersi ignorante per non mancare di rispetto ad un manipolo di babbuini che ogni domenica inzozza gli stadi.
Il poeta che cita Mihailovic poi non c'entra nulla, è come se ci chiedessero se conosciamo Mandela e noi rispondessimo: "No, ma tu sai chi è Leopardi?" Che degrado.