Mihajlovic:"Berlusconi venne a dirmi di non far giocare Donnarumma".

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Mihajlovic:"Berlusconi venne a dirmi di non far giocare Donnarumma".

Rivelazioni di Sinisa Mihajlovic sul Milan, su Berlusconi e Donnarumma nell'intervista concessa al Corriere della Sera. Ecco le parole del tecnico del Torino:"Donnarumma? Ha esordito tra i dubbi di tutti perché c’era Diego Lopez e lui aveva 16 anni e mezzo. Adesso è in Nazionale e non so nemmeno se ha un prezzo: resterà una mia soddisfazione. Io non faccio esordire un giovane solo perché mi mancano gli altri: se mi convinco, gioca anche se ho tutti a disposizione. Il Milan è stato in un momento difficile sin dall’inizio. Abbiamo perso tempo le prime 7-8 partite perché abbiamo giocato con il 4-3-1-2, come voleva il presidente Berlusconi, anche se si capiva che non era il modulo adatto. Dopo la partita con il Napoli ho detto “basta, vado di testa mia”: se mi manda via, muoio con le mie
idee. E i risultati hanno cominciato a venire. Lo stesso è successo con Donnarumma. La settimana dell’esordio, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Gli ho detto che aveva due possibilità: mandarmi via e mettere Diego Lopez, tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna sua. Per me è stato un onore conoscere Berlusconi e lo ringrazierò sempre. Diciamo che per 29 anni su 30 è stato il più grande presidente di calcio di tutti i tempi. Il 30° è stato il mio anno. Cosa si è rotto? Non so. Loro mi avevano preso perché ho personalità e io sono riuscito a ridare le regole e la cultura del lavoro che erano venute molto, molto meno. Tanto è vero che nessuno ha mai sgarrato e anche gli infortuni sono calati. Penso che si debba considerare tutto quello che è successo per dare un giudizio: il tempo perso all’inizio; l’esonero dopo la partita con la Juve, la migliore che abbiamo giocato; il fatto che ho lasciato il Milan in finale di Coppa Italia e in Europa League e sappiamo com’è andata a finire; l’esordio di Donnarumma. Romagnoli che non sarebbe mai venuto a Milano senza di me, perché nessuno voleva spendere 25 milioni: quella cifra era esagerata allora, ma in prospettiva non lo era. Anche quella volta ho convinto il presidente. Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: pres facciamo così, se quando vorrà rivendere Romagnoli lo fa per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di più facciamo a metà. Mi sembra sia arrivata un’offerta dal Chelsea per il doppio. E poi Niang: con me ha giocato titolare, mi sono esposto io per non farlo vendere a gennaio, perché doveva andare al Leicester. Senza questi tre giocatori, il Milan oggi sarebbe meno forte. E meno ricco. L’unica cosa che mi rode è di non aver potuto giocare la finale di Coppa Italia, perché non c’è la controprova ma penso che con me in panchina potevamo vincere, visto come ha giocato la Juve. Non mi è stato permesso, ma sono esperienze che fanno crescere. Anche se io avevo già deciso di andare via anche se non mi avessero cacciato. Non potevo fare un altro anno così. Galliani? mi ha aiutato tanto. E' un grande e spero che non lasci il calcio. Lo considero un amico.

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666psycho

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L amore del presidente... mi sa che quello che non capisce niente ( per non usare le parole de presidente) è proprio lui!! Grande sinisa!
 

Casnop

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Rivelazioni di Sinisa Mihajlovic sul Milan, su Berlusconi e Donnarumma nell'intervista concessa al Corriere della Sera. Ecco le parole del tecnico del Torino:"Donnarumma? Ha esordito tra i dubbi di tutti perché c’era Diego Lopez e lui aveva 16 anni e mezzo. Adesso è in Nazionale e non so nemmeno se ha un prezzo: resterà una mia soddisfazione. Io non faccio esordire un giovane solo perché mi mancano gli altri: se mi convinco, gioca anche se ho tutti a disposizione. Il Milan è stato in un momento difficile sin dall’inizio. Abbiamo perso tempo le prime 7-8 partite perché abbiamo giocato con il 4-3-1-2, come voleva il presidente Berlusconi, anche se si capiva che non era il modulo adatto. Dopo la partita con il Napoli ho detto “basta, vado di testa mia”: se mi manda via, muoio con le mie
idee. E i risultati hanno cominciato a venire. Lo stesso è successo con Donnarumma. La settimana dell’esordio, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Gli ho detto che aveva due possibilità: mandarmi via e mettere Diego Lopez, tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna sua. Per me è stato un onore conoscere Berlusconi e lo ringrazierò sempre. Diciamo che per 29 anni su 30 è stato il più grande presidente di calcio di tutti i tempi. Il 30° è stato il mio anno. Cosa si è rotto? Non so. Loro mi avevano preso perché ho personalità e io sono riuscito a ridare le regole e la cultura del lavoro che erano venute molto, molto meno. Tanto è vero che nessuno ha mai sgarrato e anche gli infortuni sono calati. Penso che si debba considerare tutto quello che è successo per dare un giudizio: il tempo perso all’inizio; l’esonero dopo la partita con la Juve, la migliore che abbiamo giocato; il fatto che ho lasciato il Milan in finale di Coppa Italia e in Europa League e sappiamo com’è andata a finire; l’esordio di Donnarumma. Romagnoli che non sarebbe mai venuto a Milano senza di me, perché nessuno voleva spendere 25 milioni: quella cifra era esagerata allora, ma in prospettiva non lo era. Anche quella volta ho convinto il presidente. Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: pres facciamo così, se quando vorrà rivendere Romagnoli lo fa per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di più facciamo a metà. Mi sembra sia arrivata un’offerta dal Chelsea per il doppio. E poi Niang: con me ha giocato titolare, mi sono esposto io per non farlo vendere a gennaio, perché doveva andare al Leicester. Senza questi tre giocatori, il Milan oggi sarebbe meno forte. E meno ricco. L’unica cosa che mi rode è di non aver potuto giocare la finale di Coppa Italia, perché non c’è la controprova ma penso che con me in panchina potevamo vincere, visto come ha giocato la Juve. Non mi è stato permesso, ma sono esperienze che fanno crescere. Anche se io avevo già deciso di andare via anche se non mi avessero cacciato. Non potevo fare un altro anno così. Galliani? mi ha aiutato tanto. E' un grande e spero che non lasci il calcio. Lo considero un amico.
Intervista molto autoindulgente dell'ottimo Sinisa, che abbiamo apprezzato molto di più in panchina che dietro ad un microfono o davanti ad un taccuino o ad una telecamera. Dice la verità, sia chiaro, ma non completa il quadro dei fatti accaduti, come il Milan inconcepibile di novembre-dicembre, con punti persi con squadre di bassissima classifica, quello declinante di febbraio-marzo, comunque discontinuo, che ha in qualche modo portato ad un esonero iniquo, perché egli giustamente avrebbe meritato di giocarsi in panchina la finale di Roma. Ha il merito enorme di aver imposto Romagnoli a 25 ad un club scarsamente propenso a spendere, relativo quello su Donnarumma, il cui talento sarebbe esploso a prescindere di lì a poco. La sua stagione è, come Inzaghi con Menez l'anno prima, legata all'estro di una individualità, Bacca, in stato di grazia: nonostante i buoni livelli a cui è riuscito di condurre il gruppo, senza i gol di Carlos avrebbe portato il Milan ad una posizione di classifica molto più bassa. Montella con la stessa squadra ad oggi è in Champions League nonostante Bacca, e ciò grazie proprio a quel gruppo, in cui brilla quel Suso che egli ha fatto mandare via in prestito a Genova. Dettagli, coincidenze, sfortune: la vita è fatta di questo, e questo non toglierà in ogni caso il buon ricordo che ha lasciato Sinisa in un Milan minore come quello attuale. :)
 

galianivatene

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Intervista molto autoindulgente dell'ottimo Sinisa, che abbiamo apprezzato molto di più in panchina che dietro ad un microfono o davanti ad un taccuino o ad una telecamera. Dice la verità, sia chiaro, ma non completa il quadro dei fatti accaduti, come il Milan inconcepibile di novembre-dicembre, con punti persi con squadre di bassissima classifica, quello declinante di febbraio-marzo, comunque discontinuo, che ha in qualche modo portato ad un esonero iniquo, perché egli giustamente avrebbe meritato di giocarsi in panchina la finale di Roma. Ha il merito enorme di aver imposto Romagnoli a 25 ad un club scarsamente propenso a spendere, relativo quello su Donnarumma, il cui talento sarebbe esploso a prescindere di lì a poco. La sua stagione è, come Inzaghi con Menez l'anno prima, legata all'estro di una individualità, Bacca, in stato di grazia: nonostante i buoni livelli a cui è riuscito di condurre il gruppo, senza i gol di Carlos avrebbe portato il Milan ad una posizione di classifica molto più bassa. Montella con la stessa squadra ad oggi è in Champions League nonostante Bacca, e ciò grazie proprio a quel gruppo, in cui brilla quel Suso che egli ha fatto mandare via in prestito a Genova. Dettagli, coincidenze, sfortune: la vita è fatta di questo, e questo non toglierà in ogni caso il buon ricordo che ha lasciato Sinisa in un Milan minore come quello attuale. :)
Auto-indulgente quanto si vuole, sono d'accordo, ma sottolinea quanto Montella stia beneficiando (parlando appunto di coincidenze) del vuoto di potere e della provvidenziale assenza dell'ex presidente, a mio parere la madre di tutti i mali degli ultimi anni. Finalmente voltiamo pagina.
 

Milanforever26

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Grande!
Tutte cose che noi tifosi comunque avevamo ampiamente previsto..l'unica cosa non posso concordare sulle parole sul gallo
 

mistergao

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Rivelazioni di Sinisa Mihajlovic sul Milan, su Berlusconi e Donnarumma nell'intervista concessa al Corriere della Sera. Ecco le parole del tecnico del Torino:"Donnarumma? Ha esordito tra i dubbi di tutti perché c’era Diego Lopez e lui aveva 16 anni e mezzo. Adesso è in Nazionale e non so nemmeno se ha un prezzo: resterà una mia soddisfazione. Io non faccio esordire un giovane solo perché mi mancano gli altri: se mi convinco, gioca anche se ho tutti a disposizione. Il Milan è stato in un momento difficile sin dall’inizio. Abbiamo perso tempo le prime 7-8 partite perché abbiamo giocato con il 4-3-1-2, come voleva il presidente Berlusconi, anche se si capiva che non era il modulo adatto. Dopo la partita con il Napoli ho detto “basta, vado di testa mia”: se mi manda via, muoio con le mie
idee. E i risultati hanno cominciato a venire. Lo stesso è successo con Donnarumma. La settimana dell’esordio, Berlusconi è venuto due volte a Milanello per convincermi a mettere Diego Lopez. Gli ho detto che aveva due possibilità: mandarmi via e mettere Diego Lopez, tenermi e vedere in porta Donnarumma. Lui mi ha tenuto, per fortuna sua. Per me è stato un onore conoscere Berlusconi e lo ringrazierò sempre. Diciamo che per 29 anni su 30 è stato il più grande presidente di calcio di tutti i tempi. Il 30° è stato il mio anno. Cosa si è rotto? Non so. Loro mi avevano preso perché ho personalità e io sono riuscito a ridare le regole e la cultura del lavoro che erano venute molto, molto meno. Tanto è vero che nessuno ha mai sgarrato e anche gli infortuni sono calati. Penso che si debba considerare tutto quello che è successo per dare un giudizio: il tempo perso all’inizio; l’esonero dopo la partita con la Juve, la migliore che abbiamo giocato; il fatto che ho lasciato il Milan in finale di Coppa Italia e in Europa League e sappiamo com’è andata a finire; l’esordio di Donnarumma. Romagnoli che non sarebbe mai venuto a Milano senza di me, perché nessuno voleva spendere 25 milioni: quella cifra era esagerata allora, ma in prospettiva non lo era. Anche quella volta ho convinto il presidente. Lui diceva che era troppo caro, io gli ho detto: pres facciamo così, se quando vorrà rivendere Romagnoli lo fa per meno di 25 milioni la differenza la metto io; se lo vende a di più facciamo a metà. Mi sembra sia arrivata un’offerta dal Chelsea per il doppio. E poi Niang: con me ha giocato titolare, mi sono esposto io per non farlo vendere a gennaio, perché doveva andare al Leicester. Senza questi tre giocatori, il Milan oggi sarebbe meno forte. E meno ricco. L’unica cosa che mi rode è di non aver potuto giocare la finale di Coppa Italia, perché non c’è la controprova ma penso che con me in panchina potevamo vincere, visto come ha giocato la Juve. Non mi è stato permesso, ma sono esperienze che fanno crescere. Anche se io avevo già deciso di andare via anche se non mi avessero cacciato. Non potevo fare un altro anno così. Galliani? mi ha aiutato tanto. E' un grande e spero che non lasci il calcio. Lo considero un amico.

Altre notizie di giornata


QUI -) http://www.milanworld.net/squadre-c...an-non-ce-classifica-vt41929.html#post1091562


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-pro...adelj-e-al-giocatore-vt41930.html#post1091563


QUI -) http://www.milanworld.net/milan-re-...ette-dodici-giornate-vt41931.html#post1091564

Intervista furbetta…diciamo che se fosse un articolo di quei siti tipo Catena Umana lo potremmo definire di clickbaiting.
Si intesta i meriti dell’acquisto di Romagnoli (e può essere vero) e dell’esplosione di Donnarumma (verissimo), tra una sleccazzata a Galliani (in chiusura di intervista) ed una piccola critica a Berlusconi, inframezzata comunque da complimenti sparsi.
Su una cosa mi sento di dargli ragione, senza se e senza ma: con lui in panca saremmo arrivati tranquillamente in Europa League, ma per quanto riguarda tutto il resto non possiamo che ammettere una cosa, ovvero che il buon Sinisa ha imparato l’arte del cerchiobottismo. Glie ne facciamo una colpa? Ma no, assolutamente, è così che va il Mondo…
 
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