Michele, 30 anni, si suicida perchè precario. La lettera.

admin

Administrator
Membro dello Staff
Registrato
6 Agosto 2012
Messaggi
204,970
Reaction score
28,076
Un ragazzo di appena 30 anni, di nome Michele e residente in Friuli, ha compiuto un gesto estremo ed ha deciso di togliersi alla vita a causa del precariato e della mancanza di lavoro.

Ecco la lettera, toccante e drammatica, fatta pubblicare dai genitori:


Ho vissuto (male) per trent’anni, qualcuno dirà che è troppo poco. Quel qualcuno non è in grado di stabilire quali sono i limiti di sopportazione, perché sono soggettivi, non oggettivi.

Ho cercato di essere una brava persona, ho commessi molti errori, ho fatto molti tentativi, ho cercato di darmi un senso e uno scopo usando le mie risorse, di fare del malessere un’arte. Ma le domande non finiscono mai, e io di sentirne sono stufo. E sono stufo anche di pormene. Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati, stufo di critiche, stufo di colloqui di lavoro come grafico inutili, stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità. Tutte balle. Se la sensibilità fosse davvero una grande qualità, sarebbe oggetto di ricerca. Non lo è mai stata e mai lo sarà, perché questa è la realtà sbagliata, è una dimensione dove conta la praticità che non premia i talenti, le alternative, sbeffeggia le ambizioni, insulta i sogni e qualunque cosa non si possa inquadrare nella cosiddetta normalità. Non la posso riconoscere come mia. Da questa realtà non si può pretendere niente. Non si può pretendere un lavoro, non si può pretendere di essere amati, non si possono pretendere riconoscimenti, non si può pretendere di pretendere la sicurezza, non si può pretendere un ambiente stabile. A quest’ultimo proposito, le cose per voi si metteranno talmente male che tra un po’ non potrete pretendere nemmeno cibo, elettricità o acqua corrente, ma ovviamente non è più un mio problema. Il futuro sarà un disastro a cui non voglio assistere, e nemmeno partecipare. Buona fortuna a chi se la sente di affrontarlo. Non è assolutamente questo il mondo che mi doveva essere consegnato, e nessuno mi può costringere a continuare a farne parte. È un incubo di problemi, privo di identità, privo di garanzie, privo di punti di riferimento, e privo ormai anche di prospettive. Non ci sono le condizioni per impormi, e io non ho i poteri o i mezzi per crearle. Non sono rappresentato da niente di ciò che vedo e non gli attribuisco nessun senso: io non c’entro nulla con tutto questo. Non posso passare la vita a combattere solo per sopravvivere, per avere lo spazio che sarebbe dovuto, o quello che spetta di diritto, cercando di cavare il meglio dal peggio che si sia mai visto per avere il minimo possibile. Io non me ne faccio niente del minimo, volevo il massimo, ma il massimo non è a mia disposizione. Di no come risposta non si vive, di no si muore, e non c’è mai stato posto qui per ciò che volevo, quindi in realtà, non sono mai esistito. Io non ho tradito, io mi sento tradito, da un’epoca che si permette di accantonarmi, invece di accogliermi come sarebbe suo dovere fare. Lo stato generale delle cose per me è inaccettabile, non intendo più farmene carico e penso che sia giusto che ogni tanto qualcuno ricordi a tutti che siamo liberi, che esiste l’alternativa al soffrire: smettere. Se vivere non può essere un piacere, allora non può nemmeno diventare un obbligo, e io l’ho dimostrato. Mi rendo conto di fare del male e di darvi un enorme dolore, ma la mia rabbia ormai è tale che se non faccio questo, finirà ancora peggio, e di altro odio non c’è davvero bisogno. Sono entrato in questo mondo da persona libera, e da persona libera ne sono uscito, perché non mi piaceva nemmeno un po’. Basta con le ipocrisie. Non mi faccio ricattare dal fatto che è l’unico possibile, io modello unico non funziona. Siete voi che fate i conti con me, non io con voi. Io sono un anticonformista, da sempre, e ho il diritto di dire ciò che penso, di fare la mia scelta, a qualsiasi costo. Non esiste niente che non si possa separare, la morte è solo lo strumento. Il libero arbitrio obbedisce all’individuo, non ai comodi degli altri. Io lo so che questa cosa vi sembra una follia, ma non lo è. È solo delusione. Mi è passata la voglia: non qui e non ora. Non posso imporre la mia essenza, ma la mia assenza si, e il nulla assoluto è sempre meglio di un tutto dove non puoi essere felice facendo il tuo destino.Perdonatemi, mamma e papà, se potete, ma ora sono di nuovo a casa. Sto bene. Dentro di me non c’era caos. Dentro di me c’era ordine. Questa generazione si vendica di un furto, il furto della felicità. Chiedo scusa a tutti i miei amici. Non odiatemi. Grazie per i bei momenti insieme, siete tutti migliori di me. Questo non è un insulto alle mie origini, ma un’accusa di alto tradimento.
P.S. Complimenti al ministro Poletti. Lui sì che ci valorizza a noi *******.
Ho resistito finché ho potuto.
 

Stanis La Rochelle

Senior Member
Registrato
1 Settembre 2012
Messaggi
13,851
Reaction score
4,867
Bella lettera, comunque leggendola si legge il disagio nel vivere in questa società malata, non è un problema di lavoro, è molto di più e comprendo ciò che dice. Il lavoro/economia è solo una minima parte del caos e del degrado che sta prendendo la nostra società.

Ciò che non comprendo invece è perché gente come lui non sfoghi mai la propria rabbia invece di ammazzarsi. Invece di fare un "P.S." rivolto a Poletti, a cui non fregherà nulla della sua lettera e della sua morte, poteva fare qualcos'altro... Se riesci a trovare la forza per ammazzarti, puoi trovare anche la forza per fare un gesto più incisivo...

Finché la classe dirigente non avrà realmente paura del popolo credo che non cambierà mai nulla
 

Doctore

Bannato
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
9,022
Reaction score
21
Bella lettera, comunque leggendola si legge il disagio nel vivere in questa società malata, non è un problema di lavoro, è molto di più e comprendo ciò che dice. Il lavoro/economia è solo una minima parte del caos e del degrado che sta prendendo la nostra società.

Ciò che non comprendo invece è perché gente come lui non sfoghi mai la propria rabbia invece di ammazzarsi. Invece di fare un "P.S." rivolto a Poletti, a cui non fregherà nulla della sua lettera e della sua morte, poteva fare qualcos'altro... Se riesci a trovare la forza per ammazzarti, puoi trovare anche la forza per fare un gesto più incisivo...

Finché la classe dirigente non avrà realmente paura del popolo credo che non cambierà mai nulla

Come hai detto te non è solo il lavoro c'e anche altro...questo pezzo della lettera spiega molte cose sulla sua situazione lavorativa e non '' stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.''
 

Stanis La Rochelle

Senior Member
Registrato
1 Settembre 2012
Messaggi
13,851
Reaction score
4,867
Come hai detto te non è solo il lavoro c'e anche altro...questo pezzo della lettera spiega molte cose sulla sua situazione lavorativa e non '' stufo di sprecare sentimenti e desideri per l’altro genere (che evidentemente non ha bisogno di me), stufo di invidiare, stufo di chiedermi cosa si prova a vincere, di dover giustificare la mia esistenza senza averla determinata, stufo di dover rispondere alle aspettative di tutti senza aver mai visto soddisfatte le mie, stufo di fare buon viso a pessima sorte, di fingere interesse, di illudermi, di essere preso in giro, di essere messo da parte e di sentirmi dire che la sensibilità è una grande qualità.''

Si sto pezzo è emblematico. Mi auguro solo che la sua scelta sia stata comunque frutto di una consapevolezza reale e non solo del " non arrivo all'uva e quindi è acerba" che ahimè caratterizza il 90% della gente. A un certo punto scrive che voleva "il massimo" e questo un po' di dubbio me l'ha dato in proposito devo dire. Solo chi lo conosceva per davvero però può dirlo
 
Registrato
2 Marzo 2014
Messaggi
5,140
Reaction score
97
Mi dispiace veramente perchè mi ritrovo in alcuni dei suoi disagi e lo capisco.

Bella lettera, comunque leggendola si legge il disagio nel vivere in questa società malata, non è un problema di lavoro, è molto di più e comprendo ciò che dice. Il lavoro/economia è solo una minima parte del caos e del degrado che sta prendendo la nostra società.

Ciò che non comprendo invece è perché gente come lui non sfoghi mai la propria rabbia invece di ammazzarsi. Invece di fare un "P.S." rivolto a Poletti, a cui non fregherà nulla della sua lettera e della sua morte, poteva fare qualcos'altro... Se riesci a trovare la forza per ammazzarti, puoi trovare anche la forza per fare un gesto più incisivo...

Finché la classe dirigente non avrà realmente paura del popolo credo che non cambierà mai nulla
Concordo sulla parte in grassetto. Parlando in maniera fredda e grossolana, statistiche non alla mano, praticamente nessuno di quelli che si suicida fa quello che dici tra le righe. Evidentemente chi arriva al suicidio non ha più alcun interesse nella società in generale, quindi nessuno va a pensare di fare un ultimo gesto per aiutare la società.

Di poletti che dire...la gente deve trovare la forza di non pensare alla politica come un tifo da bar, un gioco o una ricerca dell'ego associato alla coerenza ma una cosa più semplice possibile. Se milioni di italiani hanno sostenuto/sostengono i berlusconi e i renzi qualcosa non va. Comunque in realtà noi popolo non abbiamo influenza. In parte non è colpa nostra. Solo una rivoluzione vera può cambiare le cose, ma nessuno è in grado di fare niente del genere. Quelli che si avvicinano di più a questa idea sono i 5 stelle, ma come stiamo vedendo la cosa è di una complessità infinita. Mi piacerebbe spoilerarmi la storia italiana e leggere su wikipedia del 2040 se ce l'hanno fatta a fare qualcosa o se sto paese resterà nella melma

Si sto pezzo è emblematico. Mi auguro solo che la sua scelta sia stata comunque frutto di una consapevolezza reale e non solo del " non arrivo all'uva e quindi è acerba" che ahimè caratterizza il 90% della gente. A un certo punto scrive che voleva "il massimo" e questo un po' di dubbio me l'ha dato in proposito devo dire. Solo chi lo conosceva per davvero però può dirlo

Al di là di tutto, che è assolutamente comprensibile, volendo fare un discorso più "universale", forse assurdo, non c'è scritto da nessuna parte che siamo in questa esistenza per vederci trionfare in ogni cosa in cui sogniamo di trionfare. La mente umana è fatta in modo tale da ricercare il benessere, ma a volte con la ragione ci mettiamo in testa una vita che non vivremo. Non sono un fan di Jovanotti, ma mi piace la frase di una canzone che dice "dicono che è vero che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione". Penso sia vero. (Comunque poi dice anche "dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non farlo più, per non farlo più ora")
 

Stanis La Rochelle

Senior Member
Registrato
1 Settembre 2012
Messaggi
13,851
Reaction score
4,867
Mi dispiace veramente perchè mi ritrovo in alcuni dei suoi disagi e lo capisco.


Concordo sulla parte in grassetto. Parlando in maniera fredda e grossolana, statistiche non alla mano, praticamente nessuno di quelli che si suicida fa quello che dici tra le righe. Evidentemente chi arriva al suicidio non ha più alcun interesse nella società in generale, quindi nessuno va a pensare di fare un ultimo gesto per aiutare la società.

Di poletti che dire...la gente deve trovare la forza di non pensare alla politica come un tifo da bar, un gioco o una ricerca dell'ego associato alla coerenza ma una cosa più semplice possibile. Se milioni di italiani hanno sostenuto/sostengono i berlusconi e i renzi qualcosa non va. Comunque in realtà noi popolo non abbiamo influenza. In parte non è colpa nostra. Solo una rivoluzione vera può cambiare le cose, ma nessuno è in grado di fare niente del genere. Quelli che si avvicinano di più a questa idea sono i 5 stelle, ma come stiamo vedendo la cosa è di una complessità infinita. Mi piacerebbe spoilerarmi la storia italiana e leggere su wikipedia del 2040 se ce l'hanno fatta a fare qualcosa o se sto paese resterà nella melma

Ma sai, io non penserei minimamente a un bene generale in questi casi. Sto ragazzo si è ammazzato, e come ultima frase si è rivolto a un ministro. Avrà covato della rabbia e dell'odio vero e proprio? Per suicidarsi ci vogliono due palle enormi, non è mica semplice, al di là delle frasi fatte da telefilm che dicono il contrario. Se arrivi a tanto perché non toglierti almeno una soddisfazione? Penso anche alla gente che si spara in testa per equitalia. Cioè, ma perché? Questi se la ridono pure se ti spari in testa, mah...

Comunque per iniziare un principio di rivoluzione basterebbe poco. Non c'è neanche bisogno di andare in giro a spaccare tutto alla fine, basterebbe che la gente per un mese iniziasse a vivere del necessario non circondandosi e ambendo al superfluo più spinto. Provochi un terremoto incredibile senza sforzo, una sorta di ribellione silente. Cosa semplice e fattibile, ma allo stesso tempo impossibile. Vedo tanti di quei vizi in giro da far paura. Il pezzente più pezzente che si comporta tipo i nobili dell'800 e han pretese degne di maria antonietta :facepalm:
Nel periodo in cui la benzina è ai massimi storici (alla pompa) le auto più vendute sono i SUV...

La vera rivoluzione deve iniziare prima nella testa delle persone,ma è impossibile, l'unica è sperare che un giorno una classe dirigente con una visione diversa del mondo prenda il potere e pian piano inizi un lavoro massiccio nella scuola per iniziare a far pensare i ragazzi.

Al di là di tutto, che è assolutamente comprensibile, volendo fare un discorso più "universale", forse assurdo, non c'è scritto da nessuna parte che siamo in questa esistenza per vederci trionfare in ogni cosa in cui sogniamo di trionfare. La mente umana è fatta in modo tale da ricercare il benessere, ma a volte con la ragione ci mettiamo in testa una vita che non vivremo. Non sono un fan di Jovanotti, ma mi piace la frase di una canzone che dice "dicono che è vero che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di frustrazione". Penso sia vero. (Comunque poi dice anche "dicono che è vero sì ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non farlo più, per non farlo più ora")


Quando una persona è relativamente serena e a posto con se stessa dovrebbe essere già soddisfatta in linea di massima, senza ambire a chissà che cosa. Purtroppo invece si insegueno obiettivi per lo più materiali e fallaci che non portano neanche una felicità reale, ma solo stress vari, chi raggiunge gli obiettivi poi di norma conquista una felicità di plastica che porta ancora più depressione.
Purtroppo è un modo di pensare che inculcano nella testa delle masse fin dall'infanzia, competizione, lavoro, prestigio ecc... Non c'ho voglia di fare un discorso serio e lungo, comunque è un sistema che è arrivato all'apice nella nostra epoca ed è in continua espansione e sempre più florido. Sistema che porta la gente alla depressione. L'uso di antidepressivi cresce sempre di più. C'è bisogno di una visione diversa del mondo e della società, siamo progrediti tanto in ambito tecnologico, ma in ambito sociale siamo ancora alla preistoria praticamente, forse pure più indietro...

Mi chiedo come sia possibile che la società non sia incentrata sull'uomo e i suoi bisogni reali, invece che sull'economia e il profitto sempre più spinto. L'economia non è più un mezzo al servizio dello sviluppo umano, ma è l'uomo che è diventato un mero oggetto atto a sviluppare l'economia e profitti vari (non necessariamente economici). Ma che razza di senso ha?
 

Milanforever26

Senior Member
Registrato
6 Giugno 2014
Messaggi
39,697
Reaction score
3,292
Mah..che pistolotto senza senso..

Scusate ma queste non sono le parole di una persona abbandonata dalla società, ma solo di una persona invidiosa delusa dal fallimento..
Ci vedo dei forti controsensi, il volersi elevare dai valori imposti da questa società ma poi in realtà arrivare al suicidio perché non li si possono raggiungere..
Ho letto righe di follia in cui si argomenta che il mondo ci deve qualcosa..a chi? E allora il ragazzino che nasce in Etiopia a farsi divorare dalle mosche, non dovrebbe avanzare pure lui le stesse pretese? Il mondo non ci deve nulla, ma proprio zero..
Sia chiaro, io non ce l'ho con chi si suicida..non ci vedo nulla di male, io stesso potrei decidere di suicidarmi considerando che non do valore alla vita e mi incuriosisce la morte, ma le parole di questo ragazzo sono solo quelle di una persona che voleva tutto dalla vita e siccome non può averlo rinuncia e basta, ok va bene, ma non è che fa di te un anticonformista ma solo uno che non sa perdere..
Avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di non materiale in cui trovare soddisfazione, ma evidentemente non gli interessava..
Non sta a noi giudicare, ma se lasci un testamento scritto così lo fai perché volevi ancora dire qualcosa, toglierti il gusto di dire "mi prendo il pallone perché non mi fate giocare", volevi che venisse letto o semplicemente perché speravi che qualcuno lo leggesse e ci rimanesse male, un disperato tentativo di "essere qualcuno" se non in vita almeno morendo..

La chiusa è deprimente, mentre mi sto appropinquando al suicidio invece di abbracciare un senso del divino, non ho di meglio da fare che pensare di lanciare una frecciata ad un ridicolo ministro obeso che manco sa chi sono, tanto valeva che chiudesse con "Piove, governo ladro"

Mi spiace per come ha buttato via la sua vita, non ha capito nulla per me sto qua

Scusate la franchezza, ma penso anche che i suoi genitori se pubblicando la lettera pensavano di lanciare un grido di protesta alla società sappiano che leggendo tra quelle righe si capisce solo che non hanno saputo insegnare altro valore al figlio se non quello di avere successo..
 

tifoso evorutto

Bannato
Registrato
16 Gennaio 2013
Messaggi
13,973
Reaction score
141
Hai la grazia di un elefante in un negozio di cristallerie
Ma non posso che condividere tutto

Da genitore aggiungo la solidarietá verso la famiglia e la viglaccheria.
E il menefreghismo del ragazzo che ha privato della sua presenza chi lo amava

Magari è un semplice caso di drammatica depressione ma il fatto che i genitori abbiano pubblicato la sua lettera me lo farebbe escludere
 

Doctore

Bannato
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
9,022
Reaction score
21
Mah..che pistolotto senza senso..

Scusate ma queste non sono le parole di una persona abbandonata dalla società, ma solo di una persona invidiosa delusa dal fallimento..
Ci vedo dei forti controsensi, il volersi elevare dai valori imposti da questa società ma poi in realtà arrivare al suicidio perché non li si possono raggiungere..
Ho letto righe di follia in cui si argomenta che il mondo ci deve qualcosa..a chi? E allora il ragazzino che nasce in Etiopia a farsi divorare dalle mosche, non dovrebbe avanzare pure lui le stesse pretese? Il mondo non ci deve nulla, ma proprio zero..
Sia chiaro, io non ce l'ho con chi si suicida..non ci vedo nulla di male, io stesso potrei decidere di suicidarmi considerando che non do valore alla vita e mi incuriosisce la morte, ma le parole di questo ragazzo sono solo quelle di una persona che voleva tutto dalla vita e siccome non può averlo rinuncia e basta, ok va bene, ma non è che fa di te un anticonformista ma solo uno che non sa perdere..
Avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di non materiale in cui trovare soddisfazione, ma evidentemente non gli interessava..
Non sta a noi giudicare, ma se lasci un testamento scritto così lo fai perché volevi ancora dire qualcosa, toglierti il gusto di dire "mi prendo il pallone perché non mi fate giocare", volevi che venisse letto o semplicemente perché speravi che qualcuno lo leggesse e ci rimanesse male, un disperato tentativo di "essere qualcuno" se non in vita almeno morendo..

La chiusa è deprimente, mentre mi sto appropinquando al suicidio invece di abbracciare un senso del divino, non ho di meglio da fare che pensare di lanciare una frecciata ad un ridicolo ministro obeso che manco sa chi sono, tanto valeva che chiudesse con "Piove, governo ladro"

Mi spiace per come ha buttato via la sua vita, non ha capito nulla per me sto qua

Scusate la franchezza, ma penso anche che i suoi genitori se pubblicando la lettera pensavano di lanciare un grido di protesta alla società sappiano che leggendo tra quelle righe si capisce solo che non hanno saputo insegnare altro valore al figlio se non quello di avere successo..

Sono d accordo con te anche se sei stato un po troppo franco :)
A tutto questo c'e una sola spiegazione una malattia chiamata Depressione.
 

Eziomare

Member
Registrato
28 Agosto 2014
Messaggi
1,423
Reaction score
7
Povero ragazzo, questo e' un manifesto del male di vivere, temo che la questione lavorativa c'entri relativamente.
Che possa trovare la sua pace.
 
Alto
head>