Mah..che pistolotto senza senso..
Scusate ma queste non sono le parole di una persona abbandonata dalla società, ma solo di una persona invidiosa delusa dal fallimento..
Ci vedo dei forti controsensi, il volersi elevare dai valori imposti da questa società ma poi in realtà arrivare al suicidio perché non li si possono raggiungere..
Ho letto righe di follia in cui si argomenta che il mondo ci deve qualcosa..a chi? E allora il ragazzino che nasce in Etiopia a farsi divorare dalle mosche, non dovrebbe avanzare pure lui le stesse pretese? Il mondo non ci deve nulla, ma proprio zero..
Sia chiaro, io non ce l'ho con chi si suicida..non ci vedo nulla di male, io stesso potrei decidere di suicidarmi considerando che non do valore alla vita e mi incuriosisce la morte, ma le parole di questo ragazzo sono solo quelle di una persona che voleva tutto dalla vita e siccome non può averlo rinuncia e basta, ok va bene, ma non è che fa di te un anticonformista ma solo uno che non sa perdere..
Avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di non materiale in cui trovare soddisfazione, ma evidentemente non gli interessava..
Non sta a noi giudicare, ma se lasci un testamento scritto così lo fai perché volevi ancora dire qualcosa, toglierti il gusto di dire "mi prendo il pallone perché non mi fate giocare", volevi che venisse letto o semplicemente perché speravi che qualcuno lo leggesse e ci rimanesse male, un disperato tentativo di "essere qualcuno" se non in vita almeno morendo..
La chiusa è deprimente, mentre mi sto appropinquando al suicidio invece di abbracciare un senso del divino, non ho di meglio da fare che pensare di lanciare una frecciata ad un ridicolo ministro obeso che manco sa chi sono, tanto valeva che chiudesse con "Piove, governo ladro"
Mi spiace per come ha buttato via la sua vita, non ha capito nulla per me sto qua
Scusate la franchezza, ma penso anche che i suoi genitori se pubblicando la lettera pensavano di lanciare un grido di protesta alla società sappiano che leggendo tra quelle righe si capisce solo che non hanno saputo insegnare altro valore al figlio se non quello di avere successo..