Michele, 30 anni, si suicida perchè precario. La lettera.

Milanforever26

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Sono d accordo con te anche se sei stato un po troppo franco :)
A tutto questo c'e una sola spiegazione una malattia chiamata Depressione.

Si guarda non volevo mica essere offensivo, soprattutto di fronte ad una tragedia..però io posso accettare chi disprezza la vita, ma non chi disprezza la morte..e qui vedo uno che si ammazza "per dispetto" e si preoccupa di inveire col ministro come si va sul web a caccia di un like facile..mah..la vera tragedia è questa..

Poi magari è vero che è morto sereno..buon per lui
 

tifoso evorutto

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Sono d accordo con te anche se sei stato un po troppo franco :)
A tutto questo c'e una sola spiegazione una malattia chiamata Depressione.

L'ho pensato anche io, ma la pubblicazione della lettera da parte dei genitori e il contenuto della stessa me lo farebbero escludere,
qui c'era proprio rabbia per non ottenere subito i suoi obiettivi, a questo punto mi chiedo anche con che energia li abbia perseguiti.

Naturalmente il giudizio generale sulla società attuale è complessivamente corretto, ma non è una giustificazione sufficiente per tirarsi fuori dalla vita, al massimo puoi farlo da questa società....
 

Stanis La Rochelle

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Mah..che pistolotto senza senso..

Scusate ma queste non sono le parole di una persona abbandonata dalla società, ma solo di una persona invidiosa delusa dal fallimento..
Ci vedo dei forti controsensi, il volersi elevare dai valori imposti da questa società ma poi in realtà arrivare al suicidio perché non li si possono raggiungere..
Ho letto righe di follia in cui si argomenta che il mondo ci deve qualcosa..a chi? E allora il ragazzino che nasce in Etiopia a farsi divorare dalle mosche, non dovrebbe avanzare pure lui le stesse pretese? Il mondo non ci deve nulla, ma proprio zero..
Sia chiaro, io non ce l'ho con chi si suicida..non ci vedo nulla di male, io stesso potrei decidere di suicidarmi considerando che non do valore alla vita e mi incuriosisce la morte, ma le parole di questo ragazzo sono solo quelle di una persona che voleva tutto dalla vita e siccome non può averlo rinuncia e basta, ok va bene, ma non è che fa di te un anticonformista ma solo uno che non sa perdere..
Avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di non materiale in cui trovare soddisfazione, ma evidentemente non gli interessava..
Non sta a noi giudicare, ma se lasci un testamento scritto così lo fai perché volevi ancora dire qualcosa, toglierti il gusto di dire "mi prendo il pallone perché non mi fate giocare", volevi che venisse letto o semplicemente perché speravi che qualcuno lo leggesse e ci rimanesse male, un disperato tentativo di "essere qualcuno" se non in vita almeno morendo..

La chiusa è deprimente, mentre mi sto appropinquando al suicidio invece di abbracciare un senso del divino, non ho di meglio da fare che pensare di lanciare una frecciata ad un ridicolo ministro obeso che manco sa chi sono, tanto valeva che chiudesse con "Piove, governo ladro"

Mi spiace per come ha buttato via la sua vita, non ha capito nulla per me sto qua

Scusate la franchezza, ma penso anche che i suoi genitori se pubblicando la lettera pensavano di lanciare un grido di protesta alla società sappiano che leggendo tra quelle righe si capisce solo che non hanno saputo insegnare altro valore al figlio se non quello di avere successo..

Ma sai è probabile che sia come dici tu. Nella mia ingenuità però voglio pensare che sia stata una scelta diversa, non è semplice ammazzarsi. Mi sembra sia stata una persona fragile rimasta delusa dalle persone e dai rapporti umani che ha avuto modo di conoscere. Mi chiedo se gli obiettivi che voleva raggiungere fossero veramente un suo volere o solo qualcosa che gli hanno insegnato a desiderare per forza. Quando parla delle aspettative degli altri non ho potuto fare a meno di pensare a questo. Se non ambisci e raggiungi certe cose automaticamente vieni visto come un povero scemo con tutte le conseguenze accessorie per le persone più fragili.

Noi nasciamo in un certo ambiente e contesto e di conseguenza fin da piccoli siamo abituati a certi schemi di pensiero. Se ti insegnano fin dall'infanzia un certo modo di pensare è difficile poi venirne fuori. La prova ne è l'abuso incredibile di psicofarmaci in occidente. E' evidente che c'è qualcosa che non va nel nostro modo di vivere.

Riguardo al classico "pensa a chi sta peggio", in questo caso il bimbo africano. Il tuo discorso in concreto ha senso, nella realtà però funziona in maniera diversa. Chi viene da certi posti non ha nulla, quindi gli va bene lavorare 20 ore al giorno e dormire in 50 in una stanza per dire. Per lui è sicuramente meglio di avere le mosche che gli ronzano in bocca. Tu ti sentiresti di dire di essere fortunato però in quella circostanza avendo vissuto in tutt'altro ambiente? O ti sentiresti deluso e incazzato?
A me non verrebbe certamente da pensare al bimbo che muore di fame e sta peggio di me. C'è sempre qualcuno che sta peggio, ma una gara al ribasso a che serve?
 
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Mah..che pistolotto senza senso..

Scusate ma queste non sono le parole di una persona abbandonata dalla società, ma solo di una persona invidiosa delusa dal fallimento..
Ci vedo dei forti controsensi, il volersi elevare dai valori imposti da questa società ma poi in realtà arrivare al suicidio perché non li si possono raggiungere..
Ho letto righe di follia in cui si argomenta che il mondo ci deve qualcosa..a chi? E allora il ragazzino che nasce in Etiopia a farsi divorare dalle mosche, non dovrebbe avanzare pure lui le stesse pretese? Il mondo non ci deve nulla, ma proprio zero..
Sia chiaro, io non ce l'ho con chi si suicida..non ci vedo nulla di male, io stesso potrei decidere di suicidarmi considerando che non do valore alla vita e mi incuriosisce la morte, ma le parole di questo ragazzo sono solo quelle di una persona che voleva tutto dalla vita e siccome non può averlo rinuncia e basta, ok va bene, ma non è che fa di te un anticonformista ma solo uno che non sa perdere..
Avrebbe potuto dedicarsi a qualcosa di non materiale in cui trovare soddisfazione, ma evidentemente non gli interessava..
Non sta a noi giudicare, ma se lasci un testamento scritto così lo fai perché volevi ancora dire qualcosa, toglierti il gusto di dire "mi prendo il pallone perché non mi fate giocare", volevi che venisse letto o semplicemente perché speravi che qualcuno lo leggesse e ci rimanesse male, un disperato tentativo di "essere qualcuno" se non in vita almeno morendo..

La chiusa è deprimente, mentre mi sto appropinquando al suicidio invece di abbracciare un senso del divino, non ho di meglio da fare che pensare di lanciare una frecciata ad un ridicolo ministro obeso che manco sa chi sono, tanto valeva che chiudesse con "Piove, governo ladro"

Mi spiace per come ha buttato via la sua vita, non ha capito nulla per me sto qua

Scusate la franchezza, ma penso anche che i suoi genitori se pubblicando la lettera pensavano di lanciare un grido di protesta alla società sappiano che leggendo tra quelle righe si capisce solo che non hanno saputo insegnare altro valore al figlio se non quello di avere successo..

ma vergognati su.
 

prebozzio

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Io rispetto la sua lettera, la sua opinione, le sue motivazioni. E non ho nessun titolo per giudicare il suo gesto. Credo ci voglia un grande coraggio per fare quello che ha fatto.
 

Eziomare

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Io rispetto la sua lettera, la sua opinione, le sue motivazioni. E non ho nessun titolo per giudicare il suo gesto. Credo ci voglia un grande coraggio per fare quello che ha fatto.

Nel mondo moderno il suicida e' visto come un pavido ed un blafemo, nel mondo pagano era sovente considerato alla stregua di un eroe. Personalmente propendo per quest'ultima interpretazione, comunque la si veda va da se' che ci vogliano due palle cubiche per compiere un gesto simile, pochi ca**i.
 

tifoso evorutto

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Ma scusate mi pare che stia prevalendo un pensiero che trovo blasfemo,
io faccio parte di un altra generazione, ma da quando il suicido per rifiuto di vivere la propria vita è un atto di coraggio?
lasciando per giunta i genitori soli nella disperazione?
io conosco un parente che ha rinunciato a farsi una famiglia propria per assistere i propri genitori, questo è coraggio!!!!

Io da padre nel caso del ragazzo non ho problemi a parlare di ingratitudine e vigliaccheria.
Se incontri un orso o lo affronti o saggiamente scappi, ma mica ti tiri un colpo in testa,
il ragazzo era egocentrico, convinto che tutto ruotasse intorno a se, credo che gran parte dei suoi fallimenti derivassero da questo...

Leggendo bene la lettera io mi ci ritrovo in tutto quello che descrive, non viveva fuori dalla realtà,
mai ho considerato che il rimedio potesse essere quello estremo,
io come tutti ho provato dei fallimenti, ma mai ho pensato a rinunciare alle sfide, alle responsabilità o di non potercela fare.
 

Eziomare

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Si condanna il suicidio quasi istintivamente, in quanto il suicida per sua stessa definizione annichilisce ogni speranza e nega di fatto il nostro istinto vitale. Concetto semplice, da parte mia condivisibile, tratto se non ricordo male dal bel romanzo "Roma senza Papa".
 
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