Metodo Mancini o Metodo Sarri?

hiei87

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Al Milan non andrebbe bene nessuno dei due. Mancini verrebbe demolito da berlusconi con i suoi discorsi sul bel giuoco, sulle due punte che stanno vicine alla porta, sul possesso palla, ecc...
Sarri con galliani camperebbe massimo un mese. Troppo una brava persona. Un profilo troppo basso a livello mediatico e di curriculum. Galliani lo mangerebbe, a partire dalla campagna acquisti. I giornalisti amici del geometra banchetterebbero sui resti.
Dovendo dare comunque una risposta, fosse per me, preferirei tutta la vita un Sarri.
Oggettivamente però il metodo Mancini avrebbe qualche speranza di riuscita in più, almeno nel breve periodo, perchè, se comunque i risultati dovessero arrivare, berlusconi potrebbe farci poco. E alla fine ora come ora è meglio avere contro lui piuttosto che galliani....
Sarri invece probabilmente non sarebbe messo in condizioni ideali per insegnare il suo calcio (che, come si è visto a Napoli, richiede un piccolo periodo di tempo per la messa a punto), e, quindi, di fare risultati.
 

Milanforever26

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Il metodo dipende dagli interpreti..con i nostri cessocampisti il metodo sarri non si può fare..
Ha ragione Mancini quando dice a Sacchi che lui non ha certi fenomeni
 
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Premesso che entrambi i metodi mi vanno bene, purchè si vinca, non vedo come si possa onorevolmente puntare su uno dei due con le schifezze che abbiamo in squadra. Ovviamente preferirei vincere giocando come il Barça, ma bisognerebbe almeno che i giocatori fossero in grado di passare palla qualche volta di prima o dopo un tocco, mettendola al posto giusto. Impossibile.
Le due squadre citate (Inter e Napoli) hanno fior di giocatori, hanno delle panchine che da noi sarebbero titolari fissi.
Hanno anche un gioco... A questo punto, però, non mi sento di dire che Miha non lo ha dato al Milan. Secondo me con i cessi che si ritrova ha fatto miracoli. Con altri interpreti avrebbe fatto meglio? Non c'è controprova.
 

Splendidi Incisivi

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Senza il velenoso pregiudizio ideologico che da sempre anima e danna la vita di Berlusconi, Sarri sarebbe stato l'allenatore del Milan la scorsa estate, con una buona intuizione del suo mentore Galliani. A Milanello hanno tutti nostalgia del megafono di Sacchi, dell'orgoglio della propria eccellenza tecnico tattica, delle vittorie con gusto ed estetica, di velluti e belle giocate. Sanno tramutare il talento vero in risultati, ed i risultati in oro. Specie se un Berlusconi in amore stacca gli assegni che contano. Sarri era l'ideale per cercare di rievocare le suggestioni del tempo che fu, per trasformare in realtà il sogno di una squadra giovane ed italiana che dai bassifondi della serie A si issa fino al Millennium Stadium di Cardiff. Come trent'anni fa, Camp Nou a parte. Un vero peccato. :)
Peccato che ci fossero Romagnoli per Baresi, Antonelli per Maldini, Montolivo per Ancelotti, Kucka per Rijkaard, Bonaventura per Donadoni, Balotelli per Gullit...
 

Kaladin85

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Ovviamente Metodo Sarri; senza contare che Sarri, come uomo, vale 100 mancini
 

Casnop

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Peccato che ci fossero Romagnoli per Baresi, Antonelli per Maldini, Montolivo per Ancelotti, Kucka per Rijkaard, Bonaventura per Donadoni, Balotelli per Gullit...
Prima dell'avvento di Sacchi, Baresi, Maldini, Evani, Filippo Galli, Tassotti erano talenti espressione di una squadra perdente, quella di Nils Liedholm e Giussi Farina. Donadoni il nuovo talento uscito dalla nidiata dell'Under 21 di Azeglio Vicini che sollevò le sorti del calcio italiano dopo il flop messicano di Enzo Bearzot e dei veterani spagnoli nell''86. Quel Milan era un ectoplasma di buone intenzioni, nulla più. L'arrivo di un tecnico formidabile e visionario come Sacchi indusse l'ambizioso Berlusconi di allora ad investire pesantemente sul mercato, ed arrivarono Ancelotti e gli olandesi. Come detto prima, la differenza in meno rispetto a quella estate dell''87 la fanno un Sacchi, ovvero un Sarri, e gli assegni staccati da Berlusconi. Purtroppo. :(
 

Splendidi Incisivi

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Prima dell'avvento di Sacchi, Baresi, Maldini, Evani, Filippo Galli, Tassotti erano talenti espressione di una squadra perdente, quella di Nils Liedholm e Giussi Farina. Donadoni il nuovo talento uscito dalla nidiata dell'Under 21 di Azeglio Vicini che sollevò le sorti del calcio italiano dopo il flop messicano di Enzo Bearzot e dei veterani spagnoli nell''86. Quel Milan era un ectoplasma di buone intenzioni, nulla più. L'arrivo di un tecnico formidabile e visionario come Sacchi indusse l'ambizioso Berlusconi di allora ad investire pesantemente sul mercato, ed arrivarono Ancelotti e gli olandesi. Come detto prima, la differenza in meno rispetto a quella estate dell''87 la fanno un Sacchi, ovvero un Sarri, e gli assegni staccati da Berlusconi. Purtroppo. :(
Oddio, che Maldini e Baresi fossero espressione di una squadra perdente non mi convince proprio. Il signor Mantovani offrì 15 miliardi di lire per il grande Franco, quindi che Baresi fosse bravino lo sapevano un po' tutti, idem Maldini; direi che espressione del fallimentare Milan fariniano fossero ben altri giocatori.
Donadoni, poi, ti pare avere lo stesso talento di Bonaventura? Robi è stato un campione con la -C maiuscola, mentre il nostro Jack è un mestierante, seppur ottimo.
Insomma, le differenze non sono solo Sacchi/Sarri e gli assegni di Berlusconi ma soprattutto i giocatori, perché dubito assai che Sacchi sarebbe stato ciò che è stato con la rosa del 2015 o che Sarri avrebbe fatto ciò che sta facendo a Napoli con questo Milan.
 

Casnop

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Oddio, che Maldini e Baresi fossero espressione di una squadra perdente non mi convince proprio. Il signor Mantovani offrì 15 miliardi di lire per il grande Franco, quindi che Baresi fosse bravino lo sapevano un po' tutti, idem Maldini; direi che espressione del fallimentare Milan fariniano fossero ben altri giocatori.
Donadoni, poi, ti pare avere lo stesso talento di Bonaventura? Robi è stato un campione con la -C maiuscola, mentre il nostro Jack è un mestierante, seppur ottimo.
Insomma, le differenze non sono solo Sacchi/Sarri e gli assegni di Berlusconi ma soprattutto i giocatori, perché dubito assai che Sacchi sarebbe stato ciò che è stato con la rosa del 2015 o che Sarri avrebbe fatto ciò che sta facendo a Napoli con questo Milan.
Ronie, noi oggi non possiamo dire che carriera avrà Romagnoli ed il livello che raggiungerà, ma possiamo dire che il Milan, questo Milan con le pezze dove sappiamo, lo ha valutato 50 miliardi delle vecchie lire e ha speso quella cifra lì per acquistarlo. Con questo vorrei dire che il valore di un giocatore ex ante non è definibile, e non è certo che un parametro corretto sia la sua valutazione contingente di mercato. Baresi e Maldini nell'estate del 1987 erano potenziali campioni che giocavano in una squadra che aveva vinto nel maggio precedente al 119esimo minuto una partita di spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA, e quel successo fu salutato da noi tifosi rossoneri come la vittoria di un campionato, tanto basse erano le aspettative riposte sulla squadra di allora. Il rendimento di Donadoni nella stagione precedente, la prima al Milan, era stato nettamente al di sotto dello standard cui ci sta abituando Jack da un anno e mezzo nello squinternato Milan attuale. Il grande Milan nasce nel 1987, con l'arrivo di un tecnico grandissimo ed innovativo come Sacchi, ma anche quello di Gullit, Van Basten ed Ancelotti, che portarono il know-how di vincenti in precedenti esperienze. Diversamente da allora, a questo Milan composto da alcuni potenziali campioni manca una guida tecnica di classe superiore che cambi fisionomia e coscienza di sé ai giocatori, ed un paio di giocatori di classe e carisma in grado di condurre per mano un gruppo giovane e non vincente verso un livello diverso. Temo che quelle condizioni allo stato non vi siano, ma nel calcio le cose cambiano in fretta. :)
 
S

Sotiris

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Si, non ho sbagliato la sezione del topic. Si parla di Milan, si parla della nostra squadra.
Dopo la partita di ieri, e in virtù di una discussione avuta con un altro milanista, ho pensato a questa domanda:
meglio giocare da cani, catenaccio e contropiede old school, dove ci vuole meno tempo per arrivare a risultati (metodo mancini) o meglio provare a costruire qualcosa che sia più vicino a un gioco esteticamente coinvolgente ma anche vincente (metodo sarri), dove delle volte sono necessari anni prima di vedere i frutti.
Ho preso ad esempio questi due nomi perché si avvicinano a due concetti di gioco differenti e all'antitesi.
Il primo, vedendo anche la mediocrità in cui è sceso il calcio italiano e memore della deludente stagione passata, ha deciso di rilanciare subito l'inter provando la via più semplice da perseguire ( per i più catenaccio e contropiede), e badate bene che sapersi difendere e colpire in ripartenza è un'arte delle volte. Ha puntato su un centrocampo muscolare, atto a spezzare il gioco più che crearlo, e su una difesa ordinata che si basa su un centrale di esperienza (Miranda) e un mestierante di discreto livello come murillo. In attacco, sebbene la fantasia non manchi con gli slavi jovetic e ljiaic, ha deciso di puntare più su una manovra contropiedista, alla quale delle volte si aggiunge un buon pressing.
Il napoli invece è l'opposto dell'inter. Bel gioco unito spesso anche ad un discreto cinismo sotto porta (merito specialmente del bomber higuain) fanno del Napoli una grande squadra e in piena lotta per lo scudetto. Il centrocampo, diversamente dall'inter, è basato su giocatori che danno alla manovra un mix di fisicità, atletismo e tecnica. L'attacco poi ha varie frecce al suo arco: dal campione higuain, alla freddezza di gabbiadini, l'estro e la fantasia di insigne fino al motorino callejon, e il duttile mertens.
La difesa invece non si affida a giocatori con grande esperienza internazionale (a parte Albiol e chiriches) o giovani talenti predestinati, ed è qui che entra in gioco il lavoro di sarri, a cui va dato ampio merito ( per il momento). E' riuscito, in pochi mesi, a trasformare una difesa colabrodo di "beniteziana" memoria, ad un muro granitico che nelle ultime 16 partite, tra campionato e coppa, ha subito la bellezza di soli 4 gol. Ha trasformato il tiki taka morboso, in una fase offensiva asfissiante e mortifera, che ha permesso di battere a suon di gol anche le piccole, con le quali matematicamente il Napoli si fermava.

Ora a fronte di questa analisi, voi preferireste un "metodo Mancini", dove conta solo il risultato e non la prestazione, più facile da perseguire subito, o un "metodo Sarri", dove la prestazione è il mezzo per arrivare al risultato, più difficile da ottenere rapidamente ( c'è bisogno prima di investimenti e di pazienza per assimilare un gioco a memoria e di estetica superiore).

A voi la parola! ;)

se un Dio esiste questo Scudetto lo deve vincere il Napoli.
 

Splendidi Incisivi

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Ronie, noi oggi non possiamo dire che carriera avrà Romagnoli ed il livello che raggiungerà, ma possiamo dire che il Milan, questo Milan con le pezze dove sappiamo, lo ha valutato 50 miliardi delle vecchie lire e ha speso quella cifra lì per acquistarlo. Con questo vorrei dire che il valore di un giocatore ex ante non è definibile, e non è certo che un parametro corretto sia la sua valutazione contingente di mercato. Baresi e Maldini nell'estate del 1987 erano potenziali campioni che giocavano in una squadra che aveva vinto nel maggio precedente al 119esimo minuto una partita di spareggio per l'accesso alla Coppa UEFA, e quel successo fu salutato da noi tifosi rossoneri come la vittoria di un campionato, tanto basse erano le aspettative riposte sulla squadra di allora. Il rendimento di Donadoni nella stagione precedente, la prima al Milan, era stato nettamente al di sotto dello standard cui ci sta abituando Jack da un anno e mezzo nello squinternato Milan attuale. Il grande Milan nasce nel 1987, con l'arrivo di un tecnico grandissimo ed innovativo come Sacchi, ma anche quello di Gullit, Van Basten ed Ancelotti, che portarono il know-how di vincenti in precedenti esperienze. Diversamente da allora, a questo Milan composto da alcuni potenziali campioni manca una guida tecnica di classe superiore che cambi fisionomia e coscienza di sé ai giocatori, ed un paio di giocatori di classe e carisma in grado di condurre per mano un gruppo giovane e non vincente verso un livello diverso. Temo che quelle condizioni allo stato non vi siano, ma nel calcio le cose cambiano in fretta. :)
All'epoca ci sono pure state le stesse incertezze che c'erano, quest'anno, nell'estate del 2015; Donadoni poteva anche dare meno garanzie del Bonaventura attuale e magari Romagnoli può essere un giocatore in potenza tanto quanto lo era Maldini ma il problema è un altro: quei giocatori sappiamo cosa sono diventati, mentre questi giocatori sappiamo cosa diventeranno? A parte Romagnoli e Donnarumma, unici veri giovani di prospettiva, noi abbiamo una rosa assolutamente mediocre, salvando anche la pace di Bacca, che non arriverà mai da nessuna parte. Bonaventura, nonostante oggi dia più garanzie di Donadoni, non diventerà mai come quest'ultimo; Bertolacci non sarà mai il nuovo Ancelotti, né Kucka Rijkaard, capisci che voglio dire? Il buono su cui si poteva costruire all'epoca, in questa rosa è soltanto una goccia nell'oceano. Per di più ci manca anche il contraltare del fu quartetto Ancelotti & tulipani.
 
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