La Gazzetta dello Sport riferisce che Bee avrebbe offerto 500M per il 60%, quindi meno di quanto si pensava. Ciò che premeva a Bee era formulare l'offerta prima degli uomini di Lee, che proprio ieri hanno avuto una conference call con Berlusconi, da molti ritenuti i favoriti per acquistare il Milan. Costoro per il momento attendono sviluppi e guardano alla finestra. Intanto a mettere una garanzia su Mr Lee, ci pensa l'amico imprenditore Saverio Moschillo che afferma: "Se avete dubbi su Richard Lee, metteteli da parte. È un uomo concreto e d’onore e la sua parola vale molto. Basta la sua stretta di mano. Quando decide fa, quando vuol fare una cosa la fa. Il Milan gli interessa eccome e sono sicuro che presto farà un’offerta importante. Vuole prendere il Milan perché ama tantissimo l’Italia e il Made in Italy, vedrete che avrà la meglio sui thailandesi e su mister Bee. Presto imparerete a capire chi è Lee e gli vorrete bene. Se prenderà il Milan sono certo che lo riporterà in alto"..
Tutto abbastanza coerente e credibile.
L'offerta al ribasso di Mr Bee era stata preventivata: diciamo che ci ha provato.
Su Richard Bee, S. Moschillo sfonda una porta aperta. Lo sapeva benissimo anche Berlusconi, che lo ha ricevuto in casa sua con la troupe cinese.
Nel frattempo da ambienti politici filtra la notizia secondo la quale entrambe le offerte (Bee e Lee) si assesterebbero sul miliardo di euro, per cui a Berlusconi ciò che premeva capire ieri sera era altro: la cordata di Lee prevede che il presidente rimanga nella sua attuale carica per altri 5 anni, per cui Silvio voleva capire le intenzioni di Bee a tal riguardo.
Come al solito gli "ambienti politici" scoprono l'acqua calda: un'offerta di 500-550 Mln per il 51-60% equivale a una valutazione complessiva di 1 Mdo circa. Lo sapevano anche i muLi.
Secondo il Giornale, a firma Franco Ordine, invece, l'offerta di Bee sarebbe di 550M per il 51% del Milan. L'operazione è garantita da un pool di banche, oltre che da investitori che pensano di poter ricavare degli utili. Bee vuole ottenere una risposta in tempi brevissimi per tagliare fuori l'altra cordata. Subito dopo l'acquisto del Milan, Bee vorrebbe quotare in borsa la squadra e POI rinforzarla. Sulla figura di Galliani, invece, si è acceso un dibattito all'interno dell'entourage di Bee. C'è chi ha sottolineato la sua importantissima esperienza in molti settori (diritti tv, ecc), e chi ha proposto un accordo economico per accompagnarlo alla porta, ma la risposta degli uomini di Silvio è che Adriano non ne fa una questione di soldi. Nessun veto invece per Lady B che rimarrà ad occuparsi di marketing. A tavola sarebbero spuntati anche alcuni nomi sullo staff: Lippi DT, Oddo e Gattuso assistenti. Sparito Cannavaro. Spalletti, interpellato, non avrebbe fornito una risposta.
Premesso che credo poco a quello che scrive F.Ordine, ma facciamo finta...
Ricavare degli utili in termini di denaro è una semi-utopia: lo può fare la Doyen, organizzata in quel senso, ma per gli altri è difficile, soprattutto se acquistano con soldi a prestito. Il rischio del tracollo è dietro l'angolo.
Quotare in Borsa il Milan, su qualsiasi mercato, non può avvenire in meno di 3-6 mesi. Dopo di che chi ha investito (Mr Bee nella fattispecie) dovrà cominciare a rifondere i prestiti ottenuti, e
POI rinforzare il Milan.
Ma per avere successo in Borsa la squadra deve vincere, altrimenti il titolo crolla. Se rinforzi la squadra in ritardo (
POI) perdi quattrini. Bee punta solo sui nomi dello staff, ma non sui giocatori, che verrebbero al Milan dalla Doyen, buoni o grami che siano. Infatti loro gli utili li fanno sulle transazioni dei giocatori. Che il Milan vada bene o male non ha importanza. Quello che conta, per loro, è che il calciomercato vada bene.
Diverso è se qualcuno acquista il Milan per vantaggi di immagine, come per i cinesi: lì il ritorno dell'investimento prioritario non sarebbe il denaro, ma il successo. Quindi il calciomercato è finalizzato a vincere. Si potranno acquistare giocatori anche dalla Doyen, se le regole permetteranno alla stessa di detenere giocatori (dal 1° Maggio dovrebbe essere vietato), ma solo a titolo definitivo. E se la Doyen sarà costretta a vendere i prezzi scenderanno.
Carlo Festa, sul Sole24Ore, afferma che il quotidiano ha preso visione di un documento riservato (anche se vecchio di due mesi), fornito dallo studio legale Orrick, che simula l'entrata in borsa del Milan su 3 diverse piazze: Hong Kong, Shankgai e Piazza Affari. Presa in considerazione anche l'entrata multipla in due di queste borse. In definitiva verrebbe consigliata Shangai per alcuni aspetti regolamentari, mentre nel breve periodo andrebbero bene anche HK e Milano. Hong Kong sarebbe la preferita ma ci sono alcuni paletti come la presenza da almeno un anno di un azionista stabile. Lo scopo di tale discesa in borsa è duplice: da una parte rimborsare alcuni degli investitori che parteciperanno all'operazione e in parte per avere risorse da destinare al rafforzamento della squadra nei prossimi anni.
La quotazione in Borsa di una quota
minoritaria è un'ipotesi interessante, ma non può essere la fonte
certa dei guadagni. Nè la via d'uscita per un investimento rivelatosi sbagliato.
Diciamo che sarebbe una ciliegina sulla torta.
Ben venga se lo fanno i cinesi...
