POLITICA 29/09/2012 - VERSO IL2013, L’IPOTESI DI UN BIS Cresce il partito del Monti bis
Marchionne: “Toglierebbe molta incertezza”. Apertura dai vescovi, la Cisl gradisce ma la Cgil stoppa
ROBERTO GIOVANNINI ROMA Non ha dubbi, rispetto all’ipotesi di un governo Monti-bis dopo le elezioni l’ad della Fiat Sergio Marchionne. Dal Salone dell’auto di Parigi Marchionne spiega che la conferma del Professore a Palazzo Chigi «sarebbe un passo avanti enorme per il paese. Darebbe credibilità e toglierebbe molta incertezza», e «avrebbe un grande valore in termini di credibilità internazionale. Giro il mondo come una trottola e vedo la reazione degli altri Capi di Stato: la reputazione che il Paese ha grazie a Monti è anche maggiore di quella che si merita. La continuità di gestione è importante. La scelta è ovviamente sua, ma aiuterebbe moltissimo tutti quelli che fanno industria nel paese». E a lui personalmente, chiarisce Marchionne, farebbe «molto piacere».
Il Monti-bis piace alla Fiat, ma piace anche ai vescovi della Conferenza Episcopale Italiana. Questo è il messaggio che si evince dalle (caute) parole di monsignor Mariano Crociata, segretario generale della Cei. «Siamo preoccupati per la situazione - dice il vescovo - e quindi siamo vicini a qualsiasi soluzione possa favorire un adeguato e rapido superamento della crisi. Non ci occupiamo di nomi, ma auspichiamo una coesione accresciuta tra chi ha a cuore il bene del paese», «tra tutte le forze che scelgono una forma e le persone per continuare un impegno di superamento di questo passaggio critico». Più netto il messaggio lanciato da Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Cei «Avvenire»: l’annuncio di New York del premier è «un passo utile, un altro servizio reso al Paese».
Monti dopo Monti probabilmente è gradito anche a Confindustria, ma ieri il numero uno degli industriali Giorgio Squinzi ha chiarito che prima servirebbe una maggioranza solida e con una base politica. «In Italia abbiamo bisogno di un governo stabile, credibile e capace di operare -afferma da Londra Squinzi - e quindi deve avere una base politica», perché serve «credibilità e avere una visione per il futuro». Insomma, «il Monti bis è una delle possibilità, ma al di la dei nomi quel che serve è un governo stabile che possa operare per l’intera legislatura».
I sindacati, come da copione, si dividono. Raffaele Bonanni, leader della Cisl, già aveva proposto un Monti-bis, e ora si dice convinto «che nessuno ha la reputazione, l’autorevolezza e la capacità di rassicurazione che ha Monti e quindi, nella situazione in cui ci troviamo, credo che sia un bene se lui potesse continuare la sua opera». Luigi Angeletti, numero uno Uil, pare disinteressato: «mi sembra un dibattito astratto: quello che mi interessa sapere è cosa fare adesso». La posizione più netta è di Susanna Camusso. Riproporre Monti? «Si ha la sensazione di un paese che non ce la fa a costruire alternative politiche diverse per uscire dalla crisi. Sarebbe un messaggio di rassegnazione, non una prospettiva di cambiamento. Noi abbiamo bisogno di cambiamento». Non si pronuncia il leader Ugl Giovanni Centrella: «dopo il governo tecnico di Monti - afferma -crediamo sia indispensabile un governo politico per restituire la parola ai cittadini», ma «se la presenza di Monti si dovesse ritenere necessaria, anche in questa seconda fase, ciò non ci troverebbe contrari».
Per Gianfranco Fini, «Monti è il premier più idoneo». La ministra Severino dice «tiferei per un Monti bis, ma da privata cittadina». Infine il commento del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. «Saranno gli italiani - dice - a decidere chi dovrà avere la maggioranza nel prossimo Parlamento». E a chi gli domanda che vuole fare in futuro, Passera replica di voler «fare il ministro fino in fondo. Se un giorno deciderò di occuparmi in questo modo del bene comune, lo annuncerò chiaramente».
Fonte: La Stampa