Maldini: intervista alla Gazzetta sul possibile ritorno al Milan.

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beleno

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Sono abbastanza d'accordo con le richieste fatte da Maldini. Ha il diritto di sapere bene gli obiettivi della nuova proprieta`, dalla quale e` stato contattato. Una spiegazione in questo senso gli e` dovuta. Poi se le condizioni non lo soddisferanno sara`libero di non accettare, e altrettanto la societa`potra` guardare avanti con serenita`.
 

Serginho

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Si si lo so, era solo un esempio di una nostra recente organizzazione societaria poco chiara e che ha generato solo lotte interne e non ha giovato a nessuno a conti fatti. DT e DS sono due figure sportive diverse quanto indispensabili, come tu giustamente fai notare. Due figure che quotidianamente dovrebbero lavorare confrontandosi e rapportandosi. Ma alla fine l'ultima parola a chi spetta?? Il nodo sta qua!! Se il direttore sportivo dice che montolivo non è buono ma il direttore tecnico la pensa diversamente?? Non ci si mette mai d'accordo sulla bontà di un giocatore ma ci deve essere sempre chi abbia l'ultima parola.
Sono pienamente d'accordo con te che Maldini non abbia esperienza nel settore ma di calcio capisce e soprattutto capisce di milan. Forse con lui eviteremmo di far indossare la maglia a chi non ha lo spessore umano per indossarla.

A me onestamente il nodo non mi pare si limitasse a chi ha l'ultima parola, ma leggendo tra le righe mi pareva più ampia la cosa
 
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A me onestamente il nodo non mi pare si limitasse a chi ha l'ultima parola, ma leggendo tra le righe mi pareva più ampia la cosa

Io credo il problema sia questo. Maldini, per amor proprio,orgoglio e amore verso la maglia e i tifosi, vuole che sia scelto per la testa , i valori e le capacità. Non ci sta certo a 'prostituirsi' ed essere usato. Mettere Maldini nel milan vorrebbe dire accattivarsi incondizionatamente i tifosi e smuovere consensi ed opinione pubblica.
A ciò c'è da aggiungersi che il capitano vuole conoscere i progetti e la proprietà, volontà più che giusta.
Ma una volta convinto dal progetto e una volta dentro al milan non si farebbe certo usare.
Cosa cogli tu tra le righe??
La sua intervista francamente un pò mi preoccupa perchè lo vedo orientato verso il no. E mi spiacerebbe molto.
 

Mr. Canà

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Quindi vorrebbe parlare in cinese con i nuovi proprietari e vorrebbe concludere gli acquisti in maniera autonoma, senza che Fassone e Mirabelli gli mettano i bastoni tra le ruote. Purtroppo qualcuno ci aveva visto giusto sulle sue mire.
Ma secondo voi in 4 incontri Fassone non gli ha mai spiegato quello che dovrebbe fare? Su, perfavore.

Non arriverò al punto di dare ragione alla curva sul carattere di Maldini, ma per rispetto mi limito a dire che non ha voglia. Perché non puoi dire: voglio venire ma solo alle mie condizioni. L'offerta che gli è stata fatta va più che bene.
Spero che Fassone non ci perda troppo tempo e lo ringrazi per il tempo dedicatogli, augurandogli una buona carriera da imprenditore negli USA.

P.S. non dimentichiamo che 30 anni fa accadde qualcosa di simile con Rivera (che non fece parte della nuova società) e alla fine il Milan tornò ugualmente grande.

A grandi linee è quello che penso anche io. Chiaramente vorrei Maldini in società, ma temo che le divergenze siano incolmabili. Non credo che gli sia stato prospettato un ruolo di mera rappresentanza, ma d'altro canto non può nemmeno lui (che pur potrebbe apportare tantissimo su tanti livelli) può pretendere di scalzare manager che hanno anni di esperienza, per lo meno non da subito. Trovassere il giusto equilibrio per lavorare in sinergia sarebbe un beneficio per tutti, ma come giustamente hai fatto notare, la storia si ripete (con chi chiedeva Rivera simbolo del primo Milan di Berlusconi).
 

Jackdvmilan

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Io lo amo alla follia, ma non saprei come esprimermi...dalle sue parole (che lo vogliate ammettere o no) il tasto dolente è quello del comando: comando io o Mirabelli? Per me la sta vivendo nel modo sbagliato, seppur avendo ragione sotto molti aspetti: in una società deve esserci cooperazione, e Mirabelli mi sembra un gran gran gran professionista e conoscitore di calcio, con esperienza. Per me un punto d'accordo si può trovare e lavorare in sinergia con Max può giovare molto anche a Paolo...un pelino di "umiltà" (anche se non è il termine giusto) ci vorrebbe. Ma a differenza vostra che avete tutto chiaro a me questa intervista lascia qualche buco:
-vole parlare con tutti e 9 (o quanti sono) gli investitori?
-Avere un rapporto giornaliero con tutta questa gente la vedo impossibile, più probabile col CDA (anzi sicuramente intendeva questo dai)
-vuole avere l'ultima parola sull'acquisto di giocatori? Situazione controversa....da una parte c'è Mirabelli, gran conoscitore di calcio, dall' altra Paolo, completamente a secco di scouting ma ha l'esperienza del campo...per me una sinergia sarebbe possibile e doverosa ma davvero nemmeno io saprei dire chi deve decidere.
-strano che Fassone in 4 incontri non abbia saputo dare risposte significative.

Boh non so davvero...per me la situazione si sbloccherà, ma ciò che è certo è che da noi nulla va mai in modo lineare e rapido...e sicuramente non la vedo come tanti altri, ovvero che se Paolo rifiuta è perchè il progetto fa acqua...
 

Serginho

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Io credo il problema sia questo. Maldini, per amor proprio,orgoglio e amore verso la maglia e i tifosi, vuole che sia scelto per la testa , i valori e le capacità. Non ci sta certo a 'prostituirsi' ed essere usato. Mettere Maldini nel milan vorrebbe dire accattivarsi incondizionatamente i tifosi e smuovere consensi ed opinione pubblica.
A ciò c'è da aggiungersi che il capitano vuole conoscere i progetti e la proprietà, volontà più che giusta.
Ma una volta convinto dal progetto e una volta dentro al milan non si farebbe certo usare.
Cosa cogli tu tra le righe??
La sua intervista francamente un pò mi preoccupa perchè lo vedo orientato verso il no. E mi spiacerebbe molto.

Ecco appunto è orientato verso il no, quando in realtà col ruolo che gli hanno offerto e l'amore che dovrebbe avere per il Milan e i suoi tifosi dovrebbe essere orientato per il si. Capisco ci siano alcuni dubbi, ma dovrebbero essere dettagli di fronte ad un'offerta simile
 

Toby rosso nero

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DT e DS sono due ruoli complementari, non sono come il doppio AD. Maldini da DT avrebbe voce in capitolo ma dovrebbe anche confrontarsi col DS ed è forse questo che non gli va giù.
Posto che uno senza esperienza in questo lavoro non deve a priori avanzare tali pretese, ma il confrontarsi è in realtà una cosa positiva se i due soggetti lo fanno in maniera costruttiva. Se invece uno vuole scalzare l'altro o primeggiare allora non va bene (vedi i due AD Galliani e Barbara)

Secondo me quello che lui intende è proprio che non vuole si creino casini esattamente come la sciagurata esperienza Barbara/Galliani, dove due galli nel pollaio si azzannano tra loro. Essendo questo stato il principale problema del Milan in questi anni, vuole subito puntualizzare la cosa. Non penso voglia tanto comandare su Mirabelli, o limitare il suo potere, ma auspica che ognuno abbia la propria libertà, fermo restando che entrambi sono dipendenti e i cinesi se litigano o fanno casini, li mandano a casa quando vogliono.
Credo sia questo il punto che va definito, probabile che non abbiano ancora trovato un punto di incontro sui confini del ruolo di Mirabelli e del suo.

Ma sono persone intelligenti, la nuova società vuole fortemente soltanto Maldini e lui per la prima volta in un'intervista ha espresso voglia di tornare, cosa che non ha mai fatto.
Io stavolta vado controcorrente e sono fiducioso che troveranno un accordo.
 

prebozzio

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Ecco l'intervista esclusiva a Paolo Maldini pubblicata dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 5 ottobre 2016.

Si continua dalla precedente intervista a Sky -) http://www.milanworld.net/maldini-t...-serio-devo-parlare-con-i-cinesi-vt40788.html


"Scelgo la Gazzetta per fare chiarezza. Perché di questo si tratta: non è un messaggio di rabbia o di rancore, ma di chiarezza. Innanzitutto sottolineo che rispetto molto Fassone, che ha un compito delicato. Ci siamo visti quattro volte in un mese, mi ha detto che sono la prima e unica scelta e mi ha spiegato perché: la mia vita e la mia storia sono alla base della loro decisione. Tutto quello che ho fatto per il Milan ha un peso importante. Però, proprio per rispetto della mia storia, se io accetto di entrare nel Milan lo faccio solo seguendo i miei ideali. Amo profondamente questo club e posso aiutarlo solo ascoltando il mio cuore e la mia testa. Per il bene del Milan devo restare me stesso. I problemi emersi? Io non posso assumermi certe responsabilità e metterci la faccia senza identificarmi nella proprietà. Vorrei conoscere i nuovi proprietari, condividere il progetto, parlare di strategie, ascoltare i loro obiettivi e le linee guida. Mi sembra il minimo. Chi altro ho incontrato, oltre a Fassone? David (Han Li, ndr), il vicepresidente del fondo, l’unico che parla inglese. Ma è stata una chiacchierata di dieci minuti. Mi ha detto che mi vuole fortemente al Milan, non siamo andati oltre. Se ho messo delle condizioni? Non so se chiamarle condizioni, ma sono stati loro a cercare me e allora è giusto che io abbia chiesto delle cose. Ci sono due ostacoli evidenti: la mancanza di una responsabilità diretta nell’area tecnica e la scarsa chiarezza sul ruolo. Io direttore tecnico? Sì, ma cosa vuol dire? Mi hanno prospettato una struttura con Fassone a.d., io direttore tecnico e Mirabelli direttore sportivo. Ma il punto è: cosa farò? Io e Mirabelli dovremmo gestire la parte sportiva, ma se c’è una differenza di vedute chi decide? Non posso avere un ruolo a metà con un’altra persona. Mi sembra inevitabile affrontare subito il problema. Non voglio giudicare chi non conosco, ma pretendo una condivisione del progetto sportivo che a oggi non c’è. Quindi ho chiesto di conoscere la proprietà, di sentirmi dire direttamente da loro cosa si aspettano da me, di vedere che condividono con me il loro progetto. Se abbiamo approfondito la questione? So solo che con me ci sarebbero Fassone e Mirabelli. Ma allo stato attuale i ruoli rischiano di sovrapporsi su tante cose. Troppe. A me è stato detto che l’obiettivo è riportare il Milan tra le prime cinque squadre del mondo. Ma questo significa lavorare 24 ore al giorno per tanto tempo. Io sono disposto a farlo, ma devo sapere bene come stanno le cose. Se c'è una dead line per la risposta? No, ma nei prossimi giorni si definirà tutto in un senso o nell’altro. Io non ho fretta e sinceramente non mi sembra nemmeno il caso di averne vista la vastità del progetto. Vorrei solo sapere da loro cosa intendono fare per il bene del Milan. Poi io ci metterei la faccia, la credibilità, l’attaccamento ai colori, il tempo, la condivisione di un progetto, il lavoro. Si dice che io voglia scavalcare Fassone? Non è vero. Fassone è assolutamente credibile, capisco che abbia carta bianca. Con me è stato molto gentile, mi ha detto cose davvero belle. Ma è normale che io voglia confrontarmi con la nuova società: sentire se la proprietà si identifica con i colori rossoneri e con me è fondamentale. Divergenze economiche? Falso. Non abbiamo mai parlato di soldi. Come faccio a quantificare se non mi dicono prima quale sarà il mio ruolo effettivo? Nei quattro incontri non abbiamo mai superato il primo scoglio. Se non hanno ancora recepito la mia richiesta? Sembra strano, ma è così. Ripeto: ho bisogno di condividere il progetto e di sentirmi dire da loro cosa vogliono da me. Il lavoro sarebbe complicato ma affascinante: lascerei la vita tranquilla di questi anni per rimettermi in gioco, quindi devo sapere tutto. Dalla proprietà. Se alla fine tornerò? Deve chiederlo a loro. Finora ci sono state tante voci e poca chiarezza. Non è detto che si faccia, ma è possibile. Però solo con ruoli definiti e con la condivisione del progetto. Come accadeva nel grande Milan di Berlusconi. Non sono io a dover dare una risposta a loro, ma loro a me. Mi rendo conto che posso sembrare un uomo complicato, ma questo carattere e il mio approccio allo sport e alla vita mi hanno portato a essere ciò che sono e che sono stato in campo. E poi sono obbligato a essere così: questo è il Milan. Non si scherza".

Altre notizie di giornata


QUI -) http://www.milanworld.net/se-maldin...no-ambrosini-e-galli-vt40791.html#post1071801


QUI -) http://www.milanworld.net/fassone-p...-con-gli-investitori-vt40792.html#post1071811


QUI -) http://www.milanworld.net/intrigo-c...ivo-della-gazzetta-vt40760-4.html#post1071697
Mi sembra che le valutazioni da fare siano tante.
La prima che mi viene in mente è che Maldini, in generale, non abbia la smania di rientrare nel calcio. Probabilmente la vita che ha fatto negli ultimi sette anni e che sta facendo gli piace.
La seconda è che Maldini non vuole essere usato come parafulmini o capro espiatorio. Come dice lui, se ci mette le faccia vuole sapere per chi e per cosa ce la mette, non a scatola chiusa. Capisco e condivido il suo ragionamento. Però è anche vero che qui si parla di cominciare una carriera dietro la scrivania direttamente nel Milan, con una nuova proprietà. Quanti ex grandi giocatori che fanno gli allenatori, per esempio, hanno cominciato da squadrette? Gattuso è a Pisa ora, per esempio. Costacurta ha allenato il Mantova. Conte ha cominciato ad Arezzo.
Maldini ha una grandissima opportunità di fronte, e questo estremo bisogno di certezze e rassicurazioni mi sembra che sfoci nell'insicurezza, quasi come se neanche lui credesse completamente in se stesso.
Spero che non mi fraintendiate. Io apprezzo molto le sue parole e le sue necessità, ma la deriva nell'insicurezza ce l'ho vista subito. Come se volesse che i nuovi proprietari scommettessero su di lui più di quanto lui sia pronto a scommettere su se stesso (e su di loro, ma questo è un altro discorso).
E poi fa sorridere che voglia parlare "coi cinesi". Probabilmente 30 anni fa funzionava così, oggi la struttura societaria di una grande squadra è complessa come quella di un'azienda multinazionale e il "megadirettore" di fantozziana memoria spesso non esiste. In questo caso, Fassone è stato messo lì apposta. E Maldini deve anche imparare a rispettare i ruoli, invece di volerlo scavalcare e parlare con "i cinesi".

La scelta dell'intervista, poi, bene ma non benissimo, perché lo mette in opposizione a Fassone e alla nuova proprietà, che però non avevano fatto niente per innescare questa "macchina del fango".

In generale, Maldini mi sembra un elemento difficilmente collocabile in un lavoro di squadra.
 
M

martinmilan

Guest
Non mi è piaciuta la parte su Mirabelli...al Milan c'erano Braida e Galliani e decidevano assieme quindi che paragoni fa con l'epoca di Berlusconi?
Per me ha paura di essere scelto come bandiera travestita da direttore tecnico e alla fine non contare nulla come nedved e zanetti.
Mi sembra molto indeciso e forse aveva completamente abbandonato l'idea di far parte del milan in dirigenza quindi negli anni ha staccato la spina.
 

Casnop

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Secondo me quello che lui intende è proprio che non vuole si creino casini esattamente come la sciagurata esperienza Barbara/Galliani, dove due galli nel pollaio si azzannano tra loro. Essendo questo stato il principale problema del Milan in questi anni, vuole subito puntualizzare la cosa. Non penso voglia tanto comandare su Mirabelli, o limitare il suo potere, ma auspica che ognuno abbia la propria libertà, fermo restando che entrambi sono dipendenti e i cinesi se litigano o fanno casini, li mandano a casa quando vogliono.
Credo sia questo il punto che va definito, probabile che non abbiano ancora trovato un punto di incontro sui confini del ruolo di Mirabelli e del suo.

Ma sono persone intelligenti, la nuova società vuole fortemente soltanto Maldini e lui per la prima volta in un'intervista ha espresso voglia di tornare, cosa che non ha mai fatto.
Io stavolta vado controcorrente e sono fiducioso che troveranno un accordo.
Marotta e Paratici sono l'esempio di un modello che funziona. Una telefonata a Torino non costa se non un gettone, quando c'erano i gettoni, si capisce. ;)
 
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