Maldini: intervista alla Gazzetta sul possibile ritorno al Milan.

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Chrissonero

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Ecco l'intervista esclusiva a Paolo Maldini pubblicata dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 5 ottobre 2016.

" Il lavoro sarebbe complicato ma affascinante: lascerei la vita tranquilla di questi anni per rimettermi in gioco, quindi devo sapere tutto. Se alla fine tornerò? Deve chiederlo a loro. Non è detto che si faccia, ma è possibile. Però solo con ruoli definiti e con la condivisione del progetto. Come accadeva nel grande Milan di Berlusconi. Non sono io a dover dare una risposta a loro, ma loro a me. Mi rendo conto che posso sembrare un uomo complicato, ma questo carattere e il mio approccio allo sport e alla vita mi hanno portato a essere ciò che sono e che sono stato in campo. E poi sono obbligato a essere così: questo è il Milan. Non si scherza".

VUOLE ASSOLUTAMENTE TORNARE E SOPRATUTTO VUOLE ASSOLUTAMENTE VINCERE!!!

:bandiera: :bandiera: :bandiera:
 

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Ecco l'intervista esclusiva a Paolo Maldini pubblicata dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 5 ottobre 2016.

Si continua dalla precedente intervista a Sky -) http://www.milanworld.net/maldini-t...-serio-devo-parlare-con-i-cinesi-vt40788.html


"Scelgo la Gazzetta per fare chiarezza. Perché di questo si tratta: non è un messaggio di rabbia o di rancore, ma di chiarezza. Innanzitutto sottolineo che rispetto molto Fassone, che ha un compito delicato. Ci siamo visti quattro volte in un mese, mi ha detto che sono la prima e unica scelta e mi ha spiegato perché: la mia vita e la mia storia sono alla base della loro decisione. Tutto quello che ho fatto per il Milan ha un peso importante. Però, proprio per rispetto della mia storia, se io accetto di entrare nel Milan lo faccio solo seguendo i miei ideali. Amo profondamente questo club e posso aiutarlo solo ascoltando il mio cuore e la mia testa. Per il bene del Milan devo restare me stesso. I problemi emersi? Io non posso assumermi certe responsabilità e metterci la faccia senza identificarmi nella proprietà. Vorrei conoscere i nuovi proprietari, condividere il progetto, parlare di strategie, ascoltare i loro obiettivi e le linee guida. Mi sembra il minimo. Chi altro ho incontrato, oltre a Fassone? David (Han Li, ndr), il vicepresidente del fondo, l’unico che parla inglese. Ma è stata una chiacchierata di dieci minuti. Mi ha detto che mi vuole fortemente al Milan, non siamo andati oltre. Se ho messo delle condizioni? Non so se chiamarle condizioni, ma sono stati loro a cercare me e allora è giusto che io abbia chiesto delle cose. Ci sono due ostacoli evidenti: la mancanza di una responsabilità diretta nell’area tecnica e la scarsa chiarezza sul ruolo. Io direttore tecnico? Sì, ma cosa vuol dire? Mi hanno prospettato una struttura con Fassone a.d., io direttore tecnico e Mirabelli direttore sportivo. Ma il punto è: cosa farò? Io e Mirabelli dovremmo gestire la parte sportiva, ma se c’è una differenza di vedute chi decide? Non posso avere un ruolo a metà con un’altra persona. Mi sembra inevitabile affrontare subito il problema. Non voglio giudicare chi non conosco, ma pretendo una condivisione del progetto sportivo che a oggi non c’è. Quindi ho chiesto di conoscere la proprietà, di sentirmi dire direttamente da loro cosa si aspettano da me, di vedere che condividono con me il loro progetto. Se abbiamo approfondito la questione? So solo che con me ci sarebbero Fassone e Mirabelli. Ma allo stato attuale i ruoli rischiano di sovrapporsi su tante cose. Troppe. A me è stato detto che l’obiettivo è riportare il Milan tra le prime cinque squadre del mondo. Ma questo significa lavorare 24 ore al giorno per tanto tempo. Io sono disposto a farlo, ma devo sapere bene come stanno le cose. Se c'è una dead line per la risposta? No, ma nei prossimi giorni si definirà tutto in un senso o nell’altro. Io non ho fretta e sinceramente non mi sembra nemmeno il caso di averne vista la vastità del progetto. Vorrei solo sapere da loro cosa intendono fare per il bene del Milan. Poi io ci metterei la faccia, la credibilità, l’attaccamento ai colori, il tempo, la condivisione di un progetto, il lavoro. Si dice che io voglia scavalcare Fassone? Non è vero. Fassone è assolutamente credibile, capisco che abbia carta bianca. Con me è stato molto gentile, mi ha detto cose davvero belle. Ma è normale che io voglia confrontarmi con la nuova società: sentire se la proprietà si identifica con i colori rossoneri e con me è fondamentale. Divergenze economiche? Falso. Non abbiamo mai parlato di soldi. Come faccio a quantificare se non mi dicono prima quale sarà il mio ruolo effettivo? Nei quattro incontri non abbiamo mai superato il primo scoglio. Se non hanno ancora recepito la mia richiesta? Sembra strano, ma è così. Ripeto: ho bisogno di condividere il progetto e di sentirmi dire da loro cosa vogliono da me. Il lavoro sarebbe complicato ma affascinante: lascerei la vita tranquilla di questi anni per rimettermi in gioco, quindi devo sapere tutto. Dalla proprietà. Se alla fine tornerò? Deve chiederlo a loro. Finora ci sono state tante voci e poca chiarezza. Non è detto che si faccia, ma è possibile. Però solo con ruoli definiti e con la condivisione del progetto. Come accadeva nel grande Milan di Berlusconi. Non sono io a dover dare una risposta a loro, ma loro a me. Mi rendo conto che posso sembrare un uomo complicato, ma questo carattere e il mio approccio allo sport e alla vita mi hanno portato a essere ciò che sono e che sono stato in campo. E poi sono obbligato a essere così: questo è il Milan. Non si scherza".

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QUI -) http://www.milanworld.net/se-maldin...no-ambrosini-e-galli-vt40791.html#post1071801


QUI -) http://www.milanworld.net/intrigo-c...ivo-della-gazzetta-vt40760-4.html#post1071697


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Casnop

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Intervista che zittisce subito le malelingue e il circo del fango.

Più sincero e preciso di così proprio non si può essere, ha spiegato in filo e per segno il suo punto di vista, senza ambiguità e interpretazioni fantasiose.
Speriamo vada tutto per il meglio.
La nuova società da quel che dice lo vuole fortemente, lui vuole un grande Milan e ruoli ben definiti senza gente che sovrappone i propri compiti con quelli di altri (tipo lo schifo Barbara /Galliani)... io voglio essere fiducioso, si può trovare un punto di incontro.
Di sicuro ha scongiurato sciocchezze alla Di Marzio del tipo la prevaricazione di Fassone, il suo eccessivo compenso per la collaborazione, o il suo disinteresse verso il Milan. Non dubitavamo di questo e lo abbiamo detto, ma sentirselo dire in questo modo fa sempre un certo effetto. :sisi:
 

GenioSavicevic

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Sostanzialmente cerca le rassicurazioni che cerchiamo tutti noi: serietà del progetto (chi sono gli investitori, cosa vogliono fare e come pensano di fare per raggiunge gli obiettivi preposti) e solidità societaria a livello di dirigenti (ruoli chiari e ben delineati, nessuna coabitazione forzata, organizzazione definita e nessuna improvvisazione..insomma vuole che non solo la squadra sia forte ma soprattutto che la società sia forte, esattamente come lo eravamo anni fa quando si parlava del Milan come di una grande società dove nulla era lasciato al caso e che tutto il mondo calcistico ci invidiava).

Se arriverà Paolo avremo la certezza che si può sognare veramente in grande, in caso contrario può anche essere che ci saranno soldi negli investimenti ma resteremo per ancora diverso tempo come un cantiere aperto, vivendo alla giornata. E per entrare nei top 5 al mondo non bisogna solo avere grandi giocatori ma anche una grande dirigenza.
 

-Lionard-

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Intervista estremamente interessante ma che mi lascia un pò perplesso.

Il vero ago della bilancia è la definizione del ruolo. Maldini ha perfettamente ragione nel chiedersi cosa significhi essere "direttore tecnico". Infatti non esiste una figura simile in altre società ma si tratta di un ruolo creato su misura per lui da Fassone. In teoria dovrebbe essere a capo della struttura sportiva ma Maldini. da uomo intelligente qual è, ha capito benissimo che si tratta di una mossa astuta per coinvolgerlo nella dirigenza e dargli apparentemente ciò che vuole (responsabilità) senza però poter incidere davvero sulla squadra. Nel calcio l'unico vero direttore della parte tecnica è colui che si occupa del calciomercato, che decide chi parte e chi arriva, che si coordina con l'allenatore per capire come muoversi e che seleziona i migliori talenti in giro per il mondo. E questo ruolo sarà ricoperto da Mirabelli, selezionato appositamente per le sue doti da osservatore e per la sua abilità a costruire squadre da zero. O davvero pensate che Fassone lo abbia strappato all'Inter giusto per fargli condurre le trattative decise da Maldini?

Maldini è una leggenda ed ha dimostrato più volte di amare i colori rossoneri come pochissimi altri ma non ha mai ricoperto incarichi dirigenziali ed è da 7 anni che è lontano, anche geograficamente, dal calcio che conta. E' comprensibile e condivisibile che Fassone, che sarà giudicato in base ai risultati dai cinesi, non voglia affidare completamente l'area tecnica da cui dipenderà il futuro societario ad una persona che per quanto carismatica e di grande esperienza non ha mai potuto dimostrare di possedere le competenze necessarie per fare il DS a 360°. Maldini ha capito che gli hanno offerto un compromesso e , giustamente dal suo punto di vista, chiede chiarezza ma se le spiegazioni che si aspetta sono una riduzione di Mirabelli a semplice uomo da trattativa e capo osservatore rimarrà molto deluso.

Il vero gesto d'amore sarebbe allora quello di accettare un ruolo magari non di primissimo piano in termini di potere decisionale ma che gli consenta di crescere all'interno della società e di rappresentare i colori rossoneri nel mondo.
 

Serginho

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Ha fatto benissimo a rilasciare l'intervista e stoppare immediatamente la consueta fabbrica di cassate dei giornali.

Ad ogni modo, capisco il suo discorso e ha senso. Purtroppo pero' essendo stato fuori tanti anni dall'ambiente calcio e non avendo mai praticato calcio al di fuori di un rettangolo di gioco, non puo' pretendere di avere un ruolo di primissimo piano e di non avere nemmeno un contraddittorio, anzi meglio avere due teste che si confrontano.
La scelta di Mirabelli e' stata una scelta giusta e sensata ed e' giusto che lui occupi quel ruolo.
Se tornasse sarei felicissimo, ma in caso contrario sarei felicissimo comunque. Bisogna continuare per la nostra strada e le parole di Maldini stesso e di Han Li (oltre che ai fatti gia' accaduti) hanno dimostrato che i cinesi non solo esistono, ma hanno pure le idee ben chiare
 

malos

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Ecco l'intervista esclusiva a Paolo Maldini pubblicata dalla Gazzetta dello Sport in edicola oggi, 5 ottobre 2016.

Si continua dalla precedente intervista a Sky -) http://www.milanworld.net/maldini-t...-serio-devo-parlare-con-i-cinesi-vt40788.html


"Scelgo la Gazzetta per fare chiarezza. Perché di questo si tratta: non è un messaggio di rabbia o di rancore, ma di chiarezza. Innanzitutto sottolineo che rispetto molto Fassone, che ha un compito delicato. Ci siamo visti quattro volte in un mese, mi ha detto che sono la prima e unica scelta e mi ha spiegato perché: la mia vita e la mia storia sono alla base della loro decisione. Tutto quello che ho fatto per il Milan ha un peso importante. Però, proprio per rispetto della mia storia, se io accetto di entrare nel Milan lo faccio solo seguendo i miei ideali. Amo profondamente questo club e posso aiutarlo solo ascoltando il mio cuore e la mia testa. Per il bene del Milan devo restare me stesso. I problemi emersi? Io non posso assumermi certe responsabilità e metterci la faccia senza identificarmi nella proprietà. Vorrei conoscere i nuovi proprietari, condividere il progetto, parlare di strategie, ascoltare i loro obiettivi e le linee guida. Mi sembra il minimo. Chi altro ho incontrato, oltre a Fassone? David (Han Li, ndr), il vicepresidente del fondo, l’unico che parla inglese. Ma è stata una chiacchierata di dieci minuti. Mi ha detto che mi vuole fortemente al Milan, non siamo andati oltre. Se ho messo delle condizioni? Non so se chiamarle condizioni, ma sono stati loro a cercare me e allora è giusto che io abbia chiesto delle cose. Ci sono due ostacoli evidenti: la mancanza di una responsabilità diretta nell’area tecnica e la scarsa chiarezza sul ruolo. Io direttore tecnico? Sì, ma cosa vuol dire? Mi hanno prospettato una struttura con Fassone a.d., io direttore tecnico e Mirabelli direttore sportivo. Ma il punto è: cosa farò? Io e Mirabelli dovremmo gestire la parte sportiva, ma se c’è una differenza di vedute chi decide? Non posso avere un ruolo a metà con un’altra persona. Mi sembra inevitabile affrontare subito il problema. Non voglio giudicare chi non conosco, ma pretendo una condivisione del progetto sportivo che a oggi non c’è. Quindi ho chiesto di conoscere la proprietà, di sentirmi dire direttamente da loro cosa si aspettano da me, di vedere che condividono con me il loro progetto. Se abbiamo approfondito la questione? So solo che con me ci sarebbero Fassone e Mirabelli. Ma allo stato attuale i ruoli rischiano di sovrapporsi su tante cose. Troppe. A me è stato detto che l’obiettivo è riportare il Milan tra le prime cinque squadre del mondo. Ma questo significa lavorare 24 ore al giorno per tanto tempo. Io sono disposto a farlo, ma devo sapere bene come stanno le cose. Se c'è una dead line per la risposta? No, ma nei prossimi giorni si definirà tutto in un senso o nell’altro. Io non ho fretta e sinceramente non mi sembra nemmeno il caso di averne vista la vastità del progetto. Vorrei solo sapere da loro cosa intendono fare per il bene del Milan. Poi io ci metterei la faccia, la credibilità, l’attaccamento ai colori, il tempo, la condivisione di un progetto, il lavoro. Si dice che io voglia scavalcare Fassone? Non è vero. Fassone è assolutamente credibile, capisco che abbia carta bianca. Con me è stato molto gentile, mi ha detto cose davvero belle. Ma è normale che io voglia confrontarmi con la nuova società: sentire se la proprietà si identifica con i colori rossoneri e con me è fondamentale. Divergenze economiche? Falso. Non abbiamo mai parlato di soldi. Come faccio a quantificare se non mi dicono prima quale sarà il mio ruolo effettivo? Nei quattro incontri non abbiamo mai superato il primo scoglio. Se non hanno ancora recepito la mia richiesta? Sembra strano, ma è così. Ripeto: ho bisogno di condividere il progetto e di sentirmi dire da loro cosa vogliono da me. Il lavoro sarebbe complicato ma affascinante: lascerei la vita tranquilla di questi anni per rimettermi in gioco, quindi devo sapere tutto. Dalla proprietà. Se alla fine tornerò? Deve chiederlo a loro. Finora ci sono state tante voci e poca chiarezza. Non è detto che si faccia, ma è possibile. Però solo con ruoli definiti e con la condivisione del progetto. Come accadeva nel grande Milan di Berlusconi. Non sono io a dover dare una risposta a loro, ma loro a me. Mi rendo conto che posso sembrare un uomo complicato, ma questo carattere e il mio approccio allo sport e alla vita mi hanno portato a essere ciò che sono e che sono stato in campo. E poi sono obbligato a essere così: questo è il Milan. Non si scherza".

Altre notizie di giornata


QUI -) http://www.milanworld.net/se-maldin...no-ambrosini-e-galli-vt40791.html#post1071801


QUI -) http://www.milanworld.net/fassone-p...-con-gli-investitori-vt40792.html#post1071811


QUI -) http://www.milanworld.net/intrigo-c...ivo-della-gazzetta-vt40760-4.html#post1071697

Non avevo dubbi che cercasse chiarezza. Una persona intelligente e che ci tiene li pretende. Spero che questi ostacoli si superino sarebbe meraviglioso avere lui e nello stesso tempo se accettasse sarebbe un sigillo importante sulla credibilità di tutto il resto. Darebbe a tutti tranquillità.
I giornalai ancora una volta si dimostrano quello che sono e nello stesso tempo hanno ragione a farlo perchè ci sono tanti che ci cascano.
 

MaschioAlfa

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Sono commosso.
Spero solo che possa alla fine essere di nuovo in società. In veste. Lui è alla società. Congeniale
 
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Se non sa cosa sia il dt può sempre googlare.
mi sono stancato di questo tira e molla, possibile non ci sia una cosa che fili liscia?
 
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