Maldini:”Il Milan ha sempre avuto alti e bassi”

KILPIN_91

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Paolo ti prego,se leggi questo messaggio,cerca di spiegare a Gattuso che la porta avversaria va attaccata...ti prego!!!!
 

Stanis La Rochelle

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Maldini a DAZN:”Ho perso una finale mondiale, ho perso un Europeo all’ultimo secondo... direi che di delusioni ne ho avute. Nella mia carriera ho perso tre finali di Champions tutte molto dolorose, quella di Istanbul forse un po’ di più perché pensavo che per me fosse l’ultima, condirla con un gol e magari riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di farlo, due anni dopo. La parola Liverpool mi fa pensare alla prima finale, eravamo avanti 3-0, ho segnato dopo 40”, abbiamo dominato per 110 minuti su 120 però non siamo riusciti a vincere, ma mi fa anche pensare a quanto sia strano il calcio. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo perché il ginocchio non era messo bene, ma sapevo anche che sarebbe stata l’ultima occasione di vincere una Champions League e ho fatto di tutto per esserci, infatto dopo due giorni di festeggiamenti sono andato a operarmi in Belgio: dopo l’anestesia, ogni volta che mi risvegliavo, cercavo di ricordarmi se avessimo vinto o perso quella partita, la vedo proprio come la fine della mia carriera perché gli anni successivi sono stati intensi ma non belli come quei due anni. Dopo la finale di Istanbul c’è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza in cui pochi hanno dormito bene: la forza del gruppo è stata raggiungere un’altra finale a soli due anni di distanza, ad Atene avevamo tutto da perdere e uscire di nuovo sconfitti contro il Liverpool sarebbe stata veramente una cosa difficile da cancellare. Dopo un anno sono riuscito a rivedere la partita di Istanbul, mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene, di come avessimo dominato il Liverpool per il 90% della partita. Nella cavalcata del 2007 c’è tanto di Ancelotti, è sempre stato bravo a far trasparire poco le preoccupazioni e tanto le sensazioni positive, anche se avevamo fatto fatica a qualificarci nel girone e in stagione stavamo giocando male. Però nel ritiro invernale di Malta ci eravamo messi in testa di provare ad andare a vincere, a marzo abbiamo visto che le gambe giravano e la testa c’era: abbiamo messo tanti valori in campo, nei momenti decisivi Seedorf c’era, in quelli difficili Inzaghi segnava, Pirlo non perdeva mai la calma, io invece ero quello che da gennaio in poi rompeva di più le scatole buttando lì l’idea che potessimo farcela. L’autoconvincimento, a volte, funziona. I Milan è sempre stata una squadra di alti e di bassi, siamo andati in B ma abbiamo toccato dei vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. lIo preferisco questa mentalità qui, dove si può sbagliare veramente tutto, sfiorare il fondo per poi rimbalzare più in alto possibile”.

Idolo :ave:
 

Pampu7

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Bene Paolo il fondo l'abbiamo toccato in questi anni quindi?
 
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Maldini a DAZN:”Ho perso una finale mondiale, ho perso un Europeo all’ultimo secondo... direi che di delusioni ne ho avute. Nella mia carriera ho perso tre finali di Champions tutte molto dolorose, quella di Istanbul forse un po’ di più perché pensavo che per me fosse l’ultima, condirla con un gol e magari riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di farlo, due anni dopo. La parola Liverpool mi fa pensare alla prima finale, eravamo avanti 3-0, ho segnato dopo 40”, abbiamo dominato per 110 minuti su 120 però non siamo riusciti a vincere, ma mi fa anche pensare a quanto sia strano il calcio. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo perché il ginocchio non era messo bene, ma sapevo anche che sarebbe stata l’ultima occasione di vincere una Champions League e ho fatto di tutto per esserci, infatto dopo due giorni di festeggiamenti sono andato a operarmi in Belgio: dopo l’anestesia, ogni volta che mi risvegliavo, cercavo di ricordarmi se avessimo vinto o perso quella partita, la vedo proprio come la fine della mia carriera perché gli anni successivi sono stati intensi ma non belli come quei due anni. Dopo la finale di Istanbul c’è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza in cui pochi hanno dormito bene: la forza del gruppo è stata raggiungere un’altra finale a soli due anni di distanza, ad Atene avevamo tutto da perdere e uscire di nuovo sconfitti contro il Liverpool sarebbe stata veramente una cosa difficile da cancellare. Dopo un anno sono riuscito a rivedere la partita di Istanbul, mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene, di come avessimo dominato il Liverpool per il 90% della partita. Nella cavalcata del 2007 c’è tanto di Ancelotti, è sempre stato bravo a far trasparire poco le preoccupazioni e tanto le sensazioni positive, anche se avevamo fatto fatica a qualificarci nel girone e in stagione stavamo giocando male. Però nel ritiro invernale di Malta ci eravamo messi in testa di provare ad andare a vincere, a marzo abbiamo visto che le gambe giravano e la testa c’era: abbiamo messo tanti valori in campo, nei momenti decisivi Seedorf c’era, in quelli difficili Inzaghi segnava, Pirlo non perdeva mai la calma, io invece ero quello che da gennaio in poi rompeva di più le scatole buttando lì l’idea che potessimo farcela. L’autoconvincimento, a volte, funziona. Il Milan è sempre stata una squadra di alti e di bassi, siamo andati in B ma abbiamo toccato dei vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io preferisco questa mentalità qui, dove si può sbagliare veramente tutto, sfiorare il fondo per poi rimbalzare più in alto possibile”.

Ho visto il video e non riesco a trovare un difetto in queste parole.Speriamo solo che questo rimbalzo più in alto possibile un giorno accada di nuovo.
 

Aron

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Maldini a DAZN:”Ho perso una finale mondiale, ho perso un Europeo all’ultimo secondo... direi che di delusioni ne ho avute. Nella mia carriera ho perso tre finali di Champions tutte molto dolorose, quella di Istanbul forse un po’ di più perché pensavo che per me fosse l’ultima, condirla con un gol e magari riuscire a vincerla sarebbe stato bellissimo. Poi il destino mi ha dato la possibilità di farlo, due anni dopo. La parola Liverpool mi fa pensare alla prima finale, eravamo avanti 3-0, ho segnato dopo 40”, abbiamo dominato per 110 minuti su 120 però non siamo riusciti a vincere, ma mi fa anche pensare a quanto sia strano il calcio. Giocare la finale di Atene è stato un azzardo perché il ginocchio non era messo bene, ma sapevo anche che sarebbe stata l’ultima occasione di vincere una Champions League e ho fatto di tutto per esserci, infatto dopo due giorni di festeggiamenti sono andato a operarmi in Belgio: dopo l’anestesia, ogni volta che mi risvegliavo, cercavo di ricordarmi se avessimo vinto o perso quella partita, la vedo proprio come la fine della mia carriera perché gli anni successivi sono stati intensi ma non belli come quei due anni. Dopo la finale di Istanbul c’è stata una partita di campionato che nessuno voleva giocare e una vacanza in cui pochi hanno dormito bene: la forza del gruppo è stata raggiungere un’altra finale a soli due anni di distanza, ad Atene avevamo tutto da perdere e uscire di nuovo sconfitti contro il Liverpool sarebbe stata veramente una cosa difficile da cancellare. Dopo un anno sono riuscito a rivedere la partita di Istanbul, mi sono reso conto di quanto avessimo giocato bene, di come avessimo dominato il Liverpool per il 90% della partita. Nella cavalcata del 2007 c’è tanto di Ancelotti, è sempre stato bravo a far trasparire poco le preoccupazioni e tanto le sensazioni positive, anche se avevamo fatto fatica a qualificarci nel girone e in stagione stavamo giocando male. Però nel ritiro invernale di Malta ci eravamo messi in testa di provare ad andare a vincere, a marzo abbiamo visto che le gambe giravano e la testa c’era: abbiamo messo tanti valori in campo, nei momenti decisivi Seedorf c’era, in quelli difficili Inzaghi segnava, Pirlo non perdeva mai la calma, io invece ero quello che da gennaio in poi rompeva di più le scatole buttando lì l’idea che potessimo farcela. L’autoconvincimento, a volte, funziona. Il Milan è sempre stata una squadra di alti e di bassi, siamo andati in B ma abbiamo toccato dei vertici che le altre squadre non hanno mai toccato. Io preferisco questa mentalità qui, dove si può sbagliare veramente tutto, sfiorare il fondo per poi rimbalzare più in alto possibile”.


il capitano :wub:
 

Jino

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Gli alti e bassi ci possono stare, come ci possono stare i cicli. Però quando non investi più e non arrivano i risultati, allora non puoi parlare di "ciclo" o di periodo non fortunato. Il Liverpool dal post 2007 ha fatto pena ma ha sempre investito, il real per 30 anni non vinse una coppa campioni, però hanno sempre continuato ad investire. Cosi come dal 2001 al 2014, nonostante continue uscite hanno sempre speso ed investito. Anche il Milan dagli anni 95 fino al 2003 ha avuto un momento negativo, ma anche lì, la società ha continuato ad investire. Questi sono i casi di cicli, non quelli quando smetti tirare la grana e pretendi di tornare al top.

Alla fine dell'epopea berlusconiana il club non ha saputo evolversi, non ha saputo capire che il modo di fare calcio stava cambiando, stava diventando da uno sport ad un business. Berlusconi fino ad allora semplicemente sganciava di tasca sua soldi, un bel giorno questo modo di fare calcio non si poteva più fare, è palese. Guarda le grandi squadre, hanno capito che si dovevano aumentare in maniera esponenziale gli introiti, stadio di proprietà, un lavoro commerciale su scala mondiale di dimensioni mai viste prima, un lavoro sui diritti tivù eccezionale...hanno raddoppiato, triplicato il loro fatturato e continuato a poter spendere...noi cosa abbiamo fatto? Silvio cosa ha fatto? Nulla, il nulla. Non ha voluto aggiornarsi, si è fossilizzato in un modo di fare calcio che negli anni 90 pagava, negli anni 2000 non più.

Il discorso di aver smesso di investire è solo una naturale conseguenza di questo atteggiamento che ci ha portato in fondo al baratro, ora per ricostruirci serve inevitabilmente pazienza, lavoro ed anni anni di ricostruzione, del club prima di tutto!!!
 

IDRIVE

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Guarda le grandi squadre, hanno capito che si dovevano aumentare in maniera esponenziale gli introiti, stadio di proprietà, un lavoro commerciale su scala mondiale di dimensioni mai viste prima, un lavoro sui diritti tivù eccezionale...hanno raddoppiato, triplicato il loro fatturato e continuato a poter spendere...noi cosa abbiamo fatto? Silvio cosa ha fatto? Nulla, il nulla.
No, qualcosa ha fatto: mentre le società più lungimiranti operavano come hai detto te, lui dava la colpa alla "fiscalità spagnola" e ai "petrodollari".
 
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Questa intervista dovrebbero leggerla ogni giorno quelli che pontificano e criticano su ogni cosa e soprattutto sul mister,quando siamo in linea con gli obiettivi.

Infatti, da morale che si sta toccando il fondo con Gattuso se si pensa che si è in attesa di schizzare in alto con un'altra guida tecnica
 

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