Magistrati e Agenzia delle Entrate (veri problemi del Paese inside)

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Morto che parla

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Come forse ormai tutti saprete, sto intraprendendo una carriera che mi porta a lavorare a "stretto contatto" con l'Agenzia delle Entrate e con i Tribunali.

Siccome molto spesso si leggono di casi eclatanti, o proposte incredibili, soluzioni miracolose etc. senza capire dove sono i reali problemi del Paese, vorrei mettere in luce un paio di episodi, legati anche a due diverse affermazioni di un paio di esponenti politici degli ultimi giorni:

a) "Ci sono 8 milioni di processi pendenti. I magistrati sono completamente sommersi dal lavoro"

e

a) "In Italia negli ultimi 15 anni non sono stati dichiarati 545 miliardi di euro"



Parto con la a.
Senza entrare troppo nel tecnico, le procedure di concordato prevedono questo iter:
- Porti una domanda in Tribunale, corredata di tutti i documenti (di solito 50 pagine di piano, da leggere).
- Il Giudice esamina e ammette/non ammette/chiede ulteriori informazioni.
- Una volta che c'è stato questo provvedimento, il cancelliere deve depositarlo in cancelleria, nel tribunale. (PARLIAMO DELLO STESSO EDIFICIO. IL PEZZO DI CARTA DEVE FARE AL MASSIMO 50 METRI IN LINEA D'ARIA).

Oggi, in studio, è arrivato un provvedimento di un Tribunale Lombardo di cui non posso fare il nome.
Noi la domanda l'abbiamo portata il 30 di dicembre (non perdo tempo a dire che le vacanze non esistono).
Il timbro del giudice è del 30 dicembre. Il deposito in cancelleria è del 23 gennaio.
23 giorni per fare 50 metri da un ufficio all'altro.
Detto questo, nel provvedimento il giudice chiede spiegazioni riguardo a 10 punti di queste 50 pagine.
Per 4 di questi 10 punti, all'interno delle 50 pagine, c'è UN INTERO CAPITOLO DEDICATO.
Cose del tipo: "Si richiedono informazioni circa i rapporti fra X e Y". Apri il fascicolo, a pagina "20", e trovi un capitolo intero, in grassetto "Rapporti fra X e Y".

Vorrei far notare che il Giudice di fatto ha il potere di decidere se una società va in concordato (si salvano solitamente il 25/30% dei posti di lavoro) o fallisce (tutti a casa. L'imprenditore rischia tutti i suoi beni e la galera).


b. Questione "evasione". Nelle dichiarazioni, approfondendo, salta fuori che molti di questi 545 miliardi sarebbero stati "evasi" da società poi fallite. Non entro nemmeno nel merito del fatto che questi 545 sono LE RICHIESTE dell'Agenzia (richieste che ho visto più volte basate su assurdità), ma la cosa ilare è il passaggio relativo ai fallimenti. In teoria (ma solo in teoria) ognuno dovrebbe pagare le imposte in base alla capacità contributiva (art. 53 della COSTITUZIONE ITALIANA). In sostanza, se fai li sordi, paghi le tasse. Se stai fallendo, quindi di soldi non ne fai, ma ne perdi....esattamente in base a cosa dovrei le imposte (parliamo di quelle dirette)?



I commenti li lascio a voi. Magari sarò poco furbo io, ma credo che i problemi veri siano questi, non certi titoli ad effetto...
 

juventino

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Beh il problema della magistratura credo si possa aggregare a quello della totale inefficienza dei dipendenti pubblici, causata (e credo che qui concorderai con me) con delle leggi FOLLI riguardanti il loro lavoro (chi ha detto impossibilità di lincenziamento?).
Per quanto riguarda le entrate....beh credo che chiunque abbia avuto a che fare con un'impresa, anche piccola, sia a conoscenza delle assurde politiche della Guardia di Finanza.
 

Super_Lollo

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perfetto , per quanto riguarda il punto B concordo al 100% con te ...

il problema sta proprio li ... NON sono stati pagati x euro ... ok ma se quelle aziende sono fallite come facevano a pagare quei x euro ?
anche vero che però quella cifra ipotetica da pagare è stata calcolata su degli utili ...

utili poi sperperati per gare altri debiti creati da questa crisi ... è un rincorrere sempre ..
 

mefisto94

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Vorrei far notare che il Giudice di fatto ha il potere di decidere se una società va in concordato (si salvano solitamente il 25/30% dei posti di lavoro) o fallisce (tutti a casa. L'imprenditore rischia tutti i suoi beni e la galera).

sarei interessato, si può approfondire ?

Un'altra cosa, anche se sembra una banalità : che o chi ci guadagna a richiedere millemila milioni a una società fallita (o in via di fallimento) ?
 
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Morto che parla

Guest
sarei interessato, si può approfondire ?

Un'altra cosa, anche se sembra una banalità : che o chi ci guadagna a richiedere millemila milioni a una società fallita (o in via di fallimento) ?

E' un discorso lungo (e, tecnicamente e teoricamente, non è il giudice ad avere il potere diretto di richiedere il fallimento, dopo la riforma del 2006, ma è un discorso lunghissimo). Se riesco a trovare il tempo stasera o domani ti rispondo.
 

mefisto94

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E' un discorso lungo (e, tecnicamente e teoricamente, non è il giudice ad avere il potere diretto di richiedere il fallimento, dopo la riforma del 2006, ma è un discorso lunghissimo). Se riesco a trovare il tempo stasera o domani ti rispondo.

Non ti preoccupare, del 60% di quello che madici non capisco un'acca :fuma:

Per il secondo caso, cosa ci guadagnano a chiedere 50 euro a un barbone per strada ?
 
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Morto che parla

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Non ti preoccupare, del 60% di quello che madici non capisco un'acca :fuma:

Per il secondo caso, cosa ci guadagnano a chiedere 50 euro a un barbone per strada ?

Cerco di rispondere in maniera più sintetica e chiara possibile alle tue domande.

La riforma fallimentare del 2006 ha cambiato alcune regole riguardo al fallimento (mi soffermo esclusivamente sulle competenze del giudice).
Oggi, il fallimento può essere richiesto: dall'imprenditore stesso che sta per fallire (sembra un paradosso, ma per evitare rischi penali, può essere conveniente. Un nostro cliente l'ha fatto), uno o più creditori del fallito (99% dei casi), oppure il giudice, ma in un unico caso, cioè quando, durante un procedimento penale, emerge l'insolvenza dell'imprenditore (ma se sei già nel penale, il fallimento è un problema secondario).

Ora, per quello che riguarda il giudice (delegato) all'interno della procedura di concordato preventivo (che non è un fallimento, serve o a mandare avanti l'azienda in misura ridotta, oppure a chiuderla vendendola a qualcun altro, cercando di conservare i posti di lavoro) possono verificarsi le condizioni per fallire. In questo caso o il commissario (che non è un giudice, non è un pubblico ufficiale. Spesso è un commercialista) riferisce tutto al giudice, il quale dichiara inammissibile il concordato, MA non dichiara il fallimento; oppure fa tutto da solo il giudice. Praticamente la cosa sfocia in una revoca, come dire "non abbiamo fatto niente". Però a quel punto l'azienda è sull'orlo del fallimento, e nel giro di una settimana un creditore chiede che fallisca, e fallisce.

Per quello che riguarda le imposte, i problemi sono molti:
- ci sono imposte tipo l'IRAP che, in base alle situazioni, sono dovute anche se sei in perdita (aberrante e per molti versi incostituzionale)
- l'agenzia delle entrate non è interessata ad avere un introito GIUSTO (non è che le importa tanto, in fin dei conti, se sei onesto o no). All'agenzia interessa avere un introito. Basta. Va a budget: ogni anno, all' Agenzia delle Entrate viene detto "Quest'anno vanno recuperati X euro" (il che già di per sé è assurdo. Potrebbe essere il doppio, come la metà della metà. In teoria, dovrebbe dipendere se uno ha evaso o no) e stranamente (strano), arrivati a novembre-dicembre, quando il budget va chiuso e si accorgono di essere indietro, cominciano a piombare richieste a destra e a manca.
 

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Sulle tasse si sapeva che erano gonfiate dalle richieste assurde. Infatti nelle stime di economia sommersa quasi tutti i paesi dell'est Europa hanno un'economia sommersa superiore ma crescono parecchio. Certo l'Italia ha la piaga dei pensionati bebé, ma quei paesi vengono dal comunismo che non era il massimo della meritocrazia.
 
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