Ma chi era davvero Mr Bee?

Casnop

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Secondo me Bee esiste davvero ed è un broker thailandese.
Partiamo dal presupposto che la cordata cinese c era già l'anno scorso, ma ad un certo punto è arrivato questo broker, con un piano commerciale ed un'offerta molto allettante, che comunque prevedeva una maggioranza.
Sicuramente dietro di lui c erano degli investitori (non si sa chi), ma al momento in cui Berlusconi ha deciso di non vendere più la maggioranza, si sono dileguati.
Bee che comunque gli aveva promesso di tenere la maggioranza (non so fino a quando) con gli stessi importi, ha chiesto ulteriori proroghe per cercare nuovi investitori, ma ahimè forse la crisi asiatica forze perché in minoranza nessuno ci vuole stare, alla fine dei giochi il Broker thailandese, non è riuscito ancora a trovare nessuno e non troverà mai nessuno.
A questo punto Fininvest, conscia del fatto che Bee non troverà i soldi necessari, ha deciso di rimettere in piedi le altre piste a prezzi inferiori.
Tutto bene, Gekyn, e se mi permetti completerei il tuo discorso: Mr. Bee per realizzare il suo progetto finanziario NON POTEVA NON AVERE una maggioranza, e il suo progetto anzi avrebbe avuto tante maggiori possibilità di successo, quanto più elevata fosse stata la quota di capitale sociale impegnata in esso: in ipotesi il 100%, che non a caso Mr. Bee, se ben ricordi, chiese, promettendo il mitico miliardo di euro.
Ne parlammo già l'anno scorso, si chiama leveraged buy out, "Quando La Formica Si Mangia Il Leone": io costituisco una società veicolo, una newco, con niente in pancia se non una geniale idea in testa, quella di comprare il Milan. Chiedo a dei finanziatori (le due grandi banche d'affari citate nel deal lo scorso anno, Citic Bank di Pechino e Ads Secutities di Abu Dhabi; un advisor finanziario come uno dei tanti Da Rotschild esistenti nel pianeta, con tanti soldi ed allure ma con relativa discutibile competenza tecnica nel settore delle quotazioni e M&A di club sportivi, quale ha certamente Mr. Galatioto) di essere disponibili ad aprire un gigantesco finanziamento in favore del mio veicolo di importo pari all'offerta presentata, in ipotesi il 100%, pari a 1 miliardo di euro. Chiudo l'accordo con il Milan per il 100% (continuiamo con questa percentuale, ma potrebbe essere anche più bassa), pago le quote con il prestito nel frattempo ricevuto. Un istante dopo (in realtà, il programma del LBO deve essere illustrato nelle assemblee dei soci delle due società, con relativa progettazione finanziaria, per la approvazione a maggioranza qualificata prima della sottoscrizione dell'accordo di cessione, perché ne è parte integrante) varo la fusione delle due società, o meglio l'incorporazione del Milan nella società veicolo, che diventa unico debitore verso le banche per il prestito da esse concesso. Colloco il capitale sociale sul mercato borsistico per il valore di carico di 1 miliardo e, con la leva finanziaria generata dal sovrapprezzo delle azioni (negli LBO visti finora negli Stati Uniti la leva è di almeno 1 a 2, per essere efficiente: colloco a 1 e vendo a 2), rimborso il finanziamento alle banche, pago gli interessi, mi prendo un ragionevole profitto come commissione, metto il resto ad investimento in conto capitale sul club, esco dall'operazione. Dunque, una gigantesca operazione di indebitamento a medio-termine con le banche finalizzata alla acquisizione di quote del Milan per il loro collocamento sul mercato ed una aspettativa di valorizzazione sul piano finanziario delle stesse.
Come noterai, una operazione molto ardita, fondata essenzialmente su una aspettativa di andamento del mercato finanziario sul collocando capitale, che è appunto una aspettativa, non una certezza. L'andamento nei mesi successivi dei mercati individuati per questa operazione (alcuni del Far East: Hong Kong, Bangkok) conferma (certo, col senno del poi) che quella operazione non sarebbe andata secondo le attese, come andò, per esempio, proprio il collocamento di una piccola frazione del capitale sociale del Guangzhou Evergrande da parte del controllante Evergrande Real Estate Group un paio d'anni fa: il 5% del capitale sociale venduto tramite una offerta pubblica di vendita al prezzo di 132 milioni di dollari, dunque con quotazione del 100% di quel capitale pari alla incredibile cifra di 2,6 miliardi di dollari, a fronte di una quotazione dello stesso di appena 384 milioni di dollari, fatta da Alibaba appena sei mesi prima al momento della acquisizione del 50% del capitale, pagato appunto 192 milioni di dollari: la magia della Borsa. Se l'operazione non riesce, la società rimane prigioniera dei suoi finanziatori, paralizzata da capo a piedi dagli oneri finanziari e senza possibilità di sviluppo.
Bene ha fatto dunque Fininvest a vederci chiaro con il progetto di Mr. Bee, ed a rifiutare quella operazione in tronco negando la cessione della maggioranza delle azioni che ne avrebbe consentito la minima operatività giuridica (la maggioranza necessaria a deliberare la fusione). La controproposta di Fininvest è stata: partire senza LBO, ma puntare al salto di qualità in Borsa, cedendo solo una quota di minoranza che mi finanzi con capitale industriale, non finanziario, di poi programmare lo sbarco sul mercato, concordando con la controparte di cedere quote proporzionalmente bilanciate dei rispettivi pacchetti per fare il c.d. leverage e rimborsare eventuali finanziatori su singoli progetti, ad es. lo stadio, e poi concedere un’opzione alla controparte per la acquisizione in futuro del controllo del Milan. Il resto, è storia nota: Mr. Bee che accetta, cambia operazione e veste, passando da scalatore del Milan ostile a Fininvest a mandatario del Milan nella ricerca di capitali finanziari, trascorre mesi interi a fare un lavoro diverso da quello programmato, ed a cui è abituato dall'abito professionale, non riesce a reperire i capitali necessari a finanziare l’acquisto del 48%, e fallisce il proprio obiettivo.
Col senno del poi, dobbiamo essere grati a Fininvest e Berlusconi di averci visto giusto su una operazione finanziaria che sarebbe stata certamente fallimentare: la mancanza di un chiaro piano industriale e commerciale si è riflessa sull’insuccesso del crowdfunding di Mr. Bee, e l’andamento delle Borse asiatiche dei mesi successivi ne avrebbe segnato il fallimento finanziario, con l’effetto, mortale, di imprigionare il Milan nel debito bancario, che già grava pesantemente sul Milan attuale, e segnarne la morte civile e sportiva. Davvero, meglio così, e meglio se la soluzione che ora stiamo celebrando, con l’ingresso di soldi veri e propri degli acquirenti del Milan, fosse arrivata un anno fa. Ma è andata come è andata, ed alla fine tutto sommato è andata bene. :)
 
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