quello che hai scritto è un misto di qualunquismo, generalismo e luoghi comuni che difficilmente avevo letto con un taglio di nonchalance e normalità altrove. Affermare "detesto i gay che si vestono da donna" è una frase che racchiude xenofobia, intolleranza e ignoranza (ignoranza perchè non sei un antropologo, non sei un biologo, non sei uno psicologo, non sei uno psichiatra e non hai basi scientifiche e accademiche per poter affermare quello che hai detto, anzi nessuno le ha perchè il parere del singolo vale zero: è la comunità scientifica nel suo insieme che può dire cos'è malattia o devianza, non tu). Alcune persone saltano il fosso e traducono il tutto in violenza. Probabilmente tu non avresti mai il coraggio di mettere le mani addosso ad un omosessuale, deriderlo in pubblico perchè è vestito da donna, e non farai mai il "salto del fosso", ma ciò non toglie che ragioni seguendo uno schema di pensiero dettato dal substrato culturale in cui viviamo.
Tralasciando l'arroganza del tuo intervento ti chiedo:
1) Dov'è il qualunquismo, il generalismo e dove sono i luoghi comuni?
2) Perché non posso giudicarla una devianza? Ma soprattutto cosa c'entra la comunità scientifica? È un ragionamento logico quello che ho fatto sulla specie, piuttosto quello che vedo nel tuo intervento è la parola di un cavallo coi paraocchi, un bambino che arriva con la sua pappardella e le sue frasi fatte, nella fattispecie sulla comunità scientifica, e dà sentenze non meno di quanto abbiano fatto gli stessi che accusa. Quello che vedo è un bambino che ha letto dello scetticismo e adesso vuole fare lo scettico, capisci che non ha alcun senso il fatto che non possiamo esprimerci in termini scientifici perché c'è la comunità scientifica? Io non vengo a dire come si debba curare una malattia, non dico come si debba fare una manovra finanziaria, non dico come si debba costruire una casa perché non sono i miei ambiti ma adesso, in questo momento, riguardo la natura dell'omosessualità, cosa accidenti c'entra il discorso sull'ambito di competenza?
3) In tanti anni di vita non ho mai letto da nessuna parte che detestare significa implicitamente voler fare violenza. Detestare l'ho detto nella maniera più consueta di questo mondo, cioè detestare come mal sopportare, mal tollerare. Quindi, invece di fare il paladino di dio solo sa cosa, e invece di venire a vomitare idiozie come quella del fosso, vai a fare il filosofo da un'altra parte; tra l'altro confermo, dal momento che detestare non significa fare violenza io non avrei mai il coraggio ma soprattutto non avrei mai l'
intenzione di "mettere le mani addosso ad un omosessuale, deriderlo in pubblico perché è vestito da donna, e fare il tuo tanto amato salto del fosso".