Lo hobbit - la desolazione di Smaug

Doctore

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Rimane il Silmarillion ma visto che:

- La Warner non ne detiene i diritti
- Gli eredi di Tolkien detestano gli adattamenti cinematografici di Peter Jackson
- Il regista non ha vita eterna

credo che per parecchi anni, o forse mai più, non sentiremo più parlare di Tolkien in chiave cinematografica, poi tutto può essere ma la vedo una possibilità molto remota.
Warcraft incoming!!
 

Lollo7zar

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Rimane il Silmarillion ma visto che:

- La Warner non ne detiene i diritti
- Gli eredi di Tolkien detestano gli adattamenti cinematografici di Peter Jackson
- Il regista non ha vita eterna

credo che per parecchi anni, o forse mai più, non sentiremo più parlare di Tolkien in chiave cinematografica, poi tutto può essere ma la vedo una possibilità molto remota.

C'è anche storie della terra di mezzo, cmq con questi volumi ci sarebbe il materiale per fare 20 film
 

Jino

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Visto e devo dire bello bello, diverso dal primo, molto meno humor e più azione com'era preventivabile. Il drago fatto divinamente, unica cosa come alterni stupidità ad intelligenza è imbarazzante :fuma:
 

Fabriman94

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L'ho visto ieri insieme ad alcuni miei amici appassionati del genere. Devo dire che nonostante non abbia mai visto nessun film della saga, il film è stato piuttosto godibile, inoltre la realizzazione del drago è stata perfetta. Agli appassionati piacerà molto.
 
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molto molto bello, sono un po' dispiaciuto per il troppo spazio dato a Legolas, non doveva nemmeno esserci ed invece è quasi diventato il protagonista del film :)
 

rossovero

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Personalissima recensione

Chi sta scrivendo questa recensione è stato un fan sfegatato della prima trilogia arrivata nei cinema, ovvero Il Signore degli Anelli ed è rimasto estasiato dal primo capitolo de Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato, anche se gran parte della critica lo ritiene di livello inferiore rispetto alla saga di Frodo Beggins. Con questo vorrei fare una piccola premessa personale dicendo che a mio parere Lo Hobbit non dovrebbe essere paragonato al Signore Degli Anelli ne nella sua parte letteraria, ne tantomeno in quella cinematografica. Tolkien non aveva idea dell'universo che avrebbe sviluppato quando scrisse Lo Hobbit; infatti, successivamente, infilò una tonnellata di appendici all'interno del Signore degli Anelli per giustificare/narrare le gesta dei personaggi che compongono la Terra di Mezzo.
Peter Jackson in quest'ultima trilogia, sta cercando di tradurre il testo letterario in immagini, impresa non facile, ed inoltre sta cercando di inserire queste appendici per poter creare quella connessione tra le 2 trilogie che forse lo stesso Tolkien avrebbe voluto.

Il titolo del film è abbastanza eloquente e anche i vari trailer lo sono. Bilbo, lo scassinatore, è giunto al fulcro della sua missione: recuperare l'Arkengemma, pietra bramata da tutti i Nani e desiderata oltre ogni modo da Thorin Scudodiquercia. Per farlo dovrà vedersela con Smaug, il temibile drago che vive nella Montagna Solitaria, un tempo vera cassaforte per i tesori Nanici. Ma un altro nemico si sta per scatenare e Bilbo inizia ad avvertirlo, sente che lo sta cambiando da dentro.

Il film si dipana in 160 minuti che non annoiano mai. Ci sono, come di consueto, panorami da perdere il fiato, battaglie epiche e un colpo d'occhio con un 3D d'effetto e molto immersivo, che fa godere appieno la bellezza della fotografia, la cura nei dettagli dai costumi, le abitazioni e gli animali più o meno spaventosi che si alternano all'interno del Bosco Altro. La rappresentazione fatta dalla Weta Digital per ricreare Smaug è sensazionale e anche il doppiaggio affidato a Luca Ward lo è.

Rispetto a Un Viaggio Inaspettato, questo secondo capitolo guadagna in ritmo, non mancano le gag affidate ai nani e alla non-più new entry Legolas.
Martin Freeman (Bilbo Beggins) Ian McKellen (Gandalf) e Richard Armitage (Thorin Scudodiquercia) sono, come nel primo capitolo, sempre all'altezza del ruolo. Un grande merito a Ian McKellen per aver interpretato un Gandalf il Grigio giovane ed inesperto, cronologicamente più vecchio del Gandalf il Bianco.
I personaggi secondari reggono bene. Ad Ognuno dei nani viene dato qualche stralcio di visibilità, con caratterizzazioni molto forti, conosceremo da vicino Thranduil, Re degli Elfi Silvani del Bosco Atro e padre di Legolas, interpretato a dovere da Lee Pace, che anche se presente in poche scene, si dimostra una grande sorpresa. La storia sentimentale che si dipana all'interno della narrazione, non risulta mielensa o forzata perchè si mantiene sullo sfondo e non entra mai troppo in gioco.

Fra un anno la trilogia si chiuderà, sperando che l'attesa valga la pena ma sicuramente sarà cosi.

voto: 9

Personalmente, sono rimasto un po´deluso dal poco spazio riservato a Beorn, che nel libro é, paradossalmente, molto piú sviluppato. Per il resto, d´accordo.
 

Brain84

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Personalmente, sono rimasto un po´deluso dal poco spazio riservato a Beorn, che nel libro é, paradossalmente, molto piú sviluppato. Per il resto, d´accordo.

Beorn, penso e spero, ci sarà parecchio nel terzo..non avrebbe senso reiterare la scelta fatta con Tom Bombadil nel Signore degli Anelli.
 
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