Attenzione: per motivi di spazio ho spezzato il racconto delle ultime sette partite in due post, questo e il prossimo. Buona lettura.
L’INIZIO
E siamo al giorno
11 Aprile 1999, ventottesima giornata del campionato di serie A. A San Siro si fronteggiano Milan e Parma. I gialloblu, come già ricordato, sono una squadra davvero forte. Il Milan punta soprattutto alla qualificazione in Champions League, quindi sostanzialmente alla difesa del terzo posto, come anche il Parma. Il primo tempo è combattutissimo e vede il
Parma passare in vantaggio al 34° con un gol di Balbo. Nell’intervallo succede l’impensabile: Zaccheroni toglie il fischiatissimo Bierhoff, inserendo al suo posto Maurizio Ganz. E’ la svolta della partita. Al
59° Maldini segna con un grandissimo tiro da fuori area. Il Milan si risveglia e comincia a crederci. Poco più di 10 minuti dopo
Boban imbecca Ganz sul filo del fuorigioco, l’attaccante friulano chiama fuori dai pali Buffon e lo batte: è il 2-1. Il Parma prova ad attaccare, ma non ce n’è per nessuno, Il Milan controlla agevolmente e vince.
In serata
derby di Roma: la Lazio perde e Totti sfodera la celebre maglietta con la scritta “Vi ho purgato ancora”.
IL CROLLO
Passa una settimana abbastanza tranquilla: nessuno crede fino in fondo alla rimonta rossonera, anche perché la Lazio ha quattro punti di vantaggio e, diciamocelo, una sconfitta nel derby ci può anche stare, ma
sabato 17 Aprile accade l’imponderabile. Anticipo di campionato, a Roma,
Lazio – Juventus 1 – 3. Un crollo verticale dei biancocelesti, senza scusanti, senza giustificazioni.
Il giorno dopo il Milan va ad Udine e vince 5-1. Una partita giocata con la bava alla bocca come non se ne vedeva da tempo, con
Weah che dopo ogni goal si sollevava la maglia per fare vedere la canottiera sulla quale aveva scritto “99+1=100 Grazie amici”, in occasione della centesima partita in rossonero.
Quella di Udine è veramente la partita che cambia tutto: il mondo laziale come d’incanto crolla: i biancocelesti si ritrovano addosso una pressione pazzesca, tutti i programmi televisivi spingono per la rimonta rossonera. Il campionato 1998/99 viene paragonato sempre più spesso a quello 1987/88 e tutti sono pronti a dare per fatto il sorpasso la domenica successiva.
Invece
il 25 Aprile non accade nulla di rilevante: comode
vittorie per la Lazio contro la Samp e per il Milan contro il Vicenza: del resto entrambe le squadre sarebbero retrocesse a fine stagione.
FORTUNA SFACCIATA
Il 2 Maggio va in scena la trentunesima giornata, sulla carta favorevole al Milan, che incontro in casa la Sampdoria, mentre la Lazio va ad Udine, su un campo sempre difficile.
Tutto sembra mettersi per il meglio: al diciassettesimo il Milan va in vantaggio con una bordata di Ambrosiani da fuori area, mentre la Lazio non sfonda. Intorno al 30°, però, ecco il gol della Lazio (che alla fine vincerà 3-0) che ristabilisce le distanze. L’inizio di secondo tempo è durissimo: la Sampdoria, in dieci uomini, pareggia dopo pochi minuti. Ci pensa poi Leonardo, con una grandissima punizione a pareggiare: e siamo al minuto 79. Sembra fatta quando ecco che Franceschetti, a pochi minuti dalla fine, pareggia per l’ennesima volta. Nel recupero accade di tutto: lo sconosciutio brasiliano Catè va vicinissimo a portare in vantaggio i doriani, poi al 95° ecco che accade l’incredibile. Assalto rossonero su calcio d’angolo, palla che si impenna in aria e finisce poco fuori dall’area di porta, dove è pronto
Maurizio Ganz che colpisce il pallone in mezza rovesciata, la palla colpisce il braccio di Castellini, assumendo una traiettoria bizzarra e si infila alle spalle dell’incolpevole Ferron.
Questo è quanto raccontano le immagini: ad essere sinceri, io non ho un ricordo netto di quello che è accaduto. Mi ricordo piuttosto un tizio sulla trentina, camicia nera, capelli scuri e faccia paonazza, che urlava davanti a me con gli occhi sbarrati mentre tutto lo stadio esplodeva, la terra vibrava, e sembrava che il Mondo dovesse finire di lì a breve.