L'inatteso, incredibile ed emozionante scudetto 1998/99

pennyhill

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Io ricordo che arrivo poco dopo che la Juve prese De Sanctis (o comunque l'anno dopo).
Tutti e due stavano in under 21 con il portiere del Pescara che sembrava proprio di un altra categoria rispetto a quello del Monza.
Ma con i buoni rapporti che esistevano con il Monza speravo comunque che arrivasse da noi il giovane Abbiati.
E dopo quel scudetto si pensava veramente di avere vinto a tombola :facepalm:
Invece il suo rendimento e andando calando dopo un inizio a dir poco strepitoso.

Il Monza era in buona sostanza il Milan B. :fuma:
 
R

Renegade

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Il girone di ritorno di Boban credo sia stato qualcosa di inenarrabile. Leggendario. Per 5/6 mesi Boban è stato il miglior giocatore al mondo per distacco.

Ripetilo, ti prego. Boban e Rui Costa sono i calciatori più sottovalutati di sempre al Milan. Comunque quei sei mesi dimostrarono come bastasse farlo giocare nel suo vero ruolo e non stuprarlo sulle fasce
 

ps18ps

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Ripetilo, ti prego. Boban e Rui Costa sono i calciatori più sottovalutati di sempre al Milan. Comunque quei sei mesi dimostrarono come bastasse farlo giocare nel suo vero ruolo e non stuprarlo sulle fasce

Boban è il classico giocatore che in quel periodo veniva usato male perchè il trequartista non era proprio considerato come un'opzione in italia, per lo meno.il 10 o faceva la seconda punta o si doveva adattare in un latro ruolo.
 

mistergao

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Prima di lanciarci nelle famose ultime sette partite, ce ne sono altre tre delle quali vale la pena, anche se brevemente, di scrivere.

Dopo la fiacca vittoria col Piacenza è in programma il derby di ritorno. L’Inter è in crisi, anche se non è ancora una farsa, il Milan arriva alla partita con 11 punti di vantaggio.
Pronti, via, autogol di N’Gotty: la partita è in salita. Ma il Milan, pur soffrendo, comincia a macinare gioco e grazie a due gol di Leonardo (eccezionale quello su punizione) si porta sul 2-1. Sembra fatta quando, a pochi minuti dalla fine, Zanetti trova il 2-2. Grandi rimpianti in casa rossonera, visto che il Milan non riesce a vincere un derby in campionato ormai da 5 anni.
La partita successiva è un incubo: il Bari di Fascetti mette in forte difficoltà i rossoneri, a San Siro, che pareggiano solo su rigore nel finale.
Finalmente si arriva al 3 di Aprile, dove all’Olimpico va in scena Lazio-Milan: i biancocelesti hanno 7 punti sui rossoneri.
La partita non è bella: i biancocelesti spingono tanto ma tirano poco, il Milan si chiude ordinatamente in difesa senza neanche provare a ripartire. Lo 0-0 è scontato ed alle due squadre va bene così: la Lazio vede lo scudetto sempre più vicino, in virtù anche della contemporanea sconfitta della Fiorentina contro l’Inter (che aveva sostituito Lucescu con Castellini), il Milan si vede vicino a centrare l’obiettivo stagionale, ovvero il quarto posto e la qualificazione alla Champions League.
Lo stesso Zaccheroni a fine partita ammetterà: “Hanno nove possibilità su dieci di vincere il titolo...".
 

Mitropa Winner

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La chiave di volta

Penso che la chiave di volta in quel campionato fu l'inesperienza della Lazio a quei livelli, tutte le grandi squadre sanno benissimo che nell'anno dello scudetto la sconfitta nel derby coi rivali cittadini ci sta, in quanto quella è la partita nella quale i rivali cittadini si possono prendere una rivincita e infatti la Roma vinse con un giovane Totti sugli scudi, la Lazio perse il derby ma quello che fu peggio fu che perse anche la testa e si ritrovò a giocare la partita successiva con la Juve con l'intera linea difensiva squalificata permettendo ad un Milan fino ad allora discontinuo che però proprio in quelle due giornate riuscì a vincere due gare consecutive (saranno le prime 2 delle magnifiche 7) di portarsi in sole due giornate dal -7 nel quale più o meno stazionava da diversi turni a un clamoroso -1 con Fiorentina e Parma che non riuscirono ad approfittare delle due sconfitte della Lazio, gli eventi del campionato cambiarono: la Lazio che sperava di amministrare tranquillamente il vantaggio sul trio Fiorentina-Parma-Milan improvvisamente si ritrovò catapultata su una drammatica volata finale di 5 giornate con un solo punto di vantaggio su un avversario entusiasta e convinto dei propri mezzi, a quel punto la Lazio era come il passeggero del tram che sale sempre senza biglietto e, prima o poi capita, viene beccata e ciò avvenne alla penultima contro la Fiorentina in cerca di punti Champions.
 

Serginho

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mistergao

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Attenzione: per motivi di spazio ho spezzato il racconto delle ultime sette partite in due post, questo e il prossimo. Buona lettura.

L’INIZIO

E siamo al giorno 11 Aprile 1999, ventottesima giornata del campionato di serie A. A San Siro si fronteggiano Milan e Parma. I gialloblu, come già ricordato, sono una squadra davvero forte. Il Milan punta soprattutto alla qualificazione in Champions League, quindi sostanzialmente alla difesa del terzo posto, come anche il Parma. Il primo tempo è combattutissimo e vede il Parma passare in vantaggio al 34° con un gol di Balbo. Nell’intervallo succede l’impensabile: Zaccheroni toglie il fischiatissimo Bierhoff, inserendo al suo posto Maurizio Ganz. E’ la svolta della partita. Al 59° Maldini segna con un grandissimo tiro da fuori area. Il Milan si risveglia e comincia a crederci. Poco più di 10 minuti dopo Boban imbecca Ganz sul filo del fuorigioco, l’attaccante friulano chiama fuori dai pali Buffon e lo batte: è il 2-1. Il Parma prova ad attaccare, ma non ce n’è per nessuno, Il Milan controlla agevolmente e vince.
In serata derby di Roma: la Lazio perde e Totti sfodera la celebre maglietta con la scritta “Vi ho purgato ancora”.

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IL CROLLO

Passa una settimana abbastanza tranquilla: nessuno crede fino in fondo alla rimonta rossonera, anche perché la Lazio ha quattro punti di vantaggio e, diciamocelo, una sconfitta nel derby ci può anche stare, ma sabato 17 Aprile accade l’imponderabile. Anticipo di campionato, a Roma, Lazio – Juventus 1 – 3. Un crollo verticale dei biancocelesti, senza scusanti, senza giustificazioni. Il giorno dopo il Milan va ad Udine e vince 5-1. Una partita giocata con la bava alla bocca come non se ne vedeva da tempo, con Weah che dopo ogni goal si sollevava la maglia per fare vedere la canottiera sulla quale aveva scritto “99+1=100 Grazie amici”, in occasione della centesima partita in rossonero.

Quella di Udine è veramente la partita che cambia tutto: il mondo laziale come d’incanto crolla: i biancocelesti si ritrovano addosso una pressione pazzesca, tutti i programmi televisivi spingono per la rimonta rossonera. Il campionato 1998/99 viene paragonato sempre più spesso a quello 1987/88 e tutti sono pronti a dare per fatto il sorpasso la domenica successiva.
Invece il 25 Aprile non accade nulla di rilevante: comode vittorie per la Lazio contro la Samp e per il Milan contro il Vicenza: del resto entrambe le squadre sarebbero retrocesse a fine stagione.

FORTUNA SFACCIATA

Il 2 Maggio va in scena la trentunesima giornata, sulla carta favorevole al Milan, che incontro in casa la Sampdoria, mentre la Lazio va ad Udine, su un campo sempre difficile.
Tutto sembra mettersi per il meglio: al diciassettesimo il Milan va in vantaggio con una bordata di Ambrosiani da fuori area, mentre la Lazio non sfonda. Intorno al 30°, però, ecco il gol della Lazio (che alla fine vincerà 3-0) che ristabilisce le distanze. L’inizio di secondo tempo è durissimo: la Sampdoria, in dieci uomini, pareggia dopo pochi minuti. Ci pensa poi Leonardo, con una grandissima punizione a pareggiare: e siamo al minuto 79. Sembra fatta quando ecco che Franceschetti, a pochi minuti dalla fine, pareggia per l’ennesima volta. Nel recupero accade di tutto: lo sconosciutio brasiliano Catè va vicinissimo a portare in vantaggio i doriani, poi al 95° ecco che accade l’incredibile. Assalto rossonero su calcio d’angolo, palla che si impenna in aria e finisce poco fuori dall’area di porta, dove è pronto Maurizio Ganz che colpisce il pallone in mezza rovesciata, la palla colpisce il braccio di Castellini, assumendo una traiettoria bizzarra e si infila alle spalle dell’incolpevole Ferron.
Questo è quanto raccontano le immagini: ad essere sinceri, io non ho un ricordo netto di quello che è accaduto. Mi ricordo piuttosto un tizio sulla trentina, camicia nera, capelli scuri e faccia paonazza, che urlava davanti a me con gli occhi sbarrati mentre tutto lo stadio esplodeva, la terra vibrava, e sembrava che il Mondo dovesse finire di lì a breve.

 

mistergao

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LA JUVE

Il 9 Maggio è il giorno di Juventus-Milan: stavolta la partita dura ce l’abbiamo noi, alla Lazio tocca il Bologna in casa, avversario liquidato con un comodo 2-0.
Quello di Torino è un campo difficile per il Milan: l’ultima vittoria era arrivata nel 1994, anno dello scudetto numero 14, però la Juventus è mal messa: Del Piero è fuori da mesi, Zidane in settimana è stato operato, in panchina vanno Blanchard e Rigoni, due giovanotti della primavera. Bisogna ammettere che gli juventini sono proprio sfortunati: dopo 3 minuti si rompe anche Ferrara, altra pedina fondamentale per Ancelotti. Il Milan spinge ma non trova la via della rete, almeno fino al 46°, quando Weah, servito da Boban, portava in vantaggio il Milan. Sempre il liberiano raddoppiava al 60°, chiudendo la sfida. La galoppata mano nella mano insieme a Boban rimane una delle più belle icone dello scudetto rossonero.

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IL SORPASSO

Sabato 15 Maggio 1999: il giorno del sorpasso. Tutti i tifosi milanisti intimamente sanno che è il giorno giusto: il Milan è in casa contro il già retrocesso Empoli, la Lazio è a Firenze.
In teoria a San Siro dovrebbe andare in scena un massacro, mentre il match di Firenze dovrebbe essere molto equilibrato.
In teoria, appunto.
A San Siro non arrivano notizie ufficiali di ciò che accade a Firenze, per cui girano le solite voci fantozziane, anche se sembra certo che la Fiorentina sia andata in vantaggio e che la Lazio abbia pareggiato nel giro di un quarto d’ora.
A San Siro nulla, almeno fino al 32° quando Bierhoff inizia il suo show: lo stadio esplode, poi ecco altri due gol del tedesco, uno di Leonardo ed un incredibile stop di natica di Weah che manda in visibilio il folto pubblico.
Finita la partita, scatta la corsa alla radiolina, quando ormai diventa chiaro che anche a Firenze è finita, San Siro esplode in un boato mostruoso ed il popolo rossonero si prepara all’ultima giornata.

THE FINAL SHOWDOWN

Il finale thrilling del campionato è racchiuso tutto in un paio d’ore domenica 23 Maggio 1999. le partite da seguire sono:

Perugia – Milan
Lazio – Parma
Piacenza – Salernitana

La Lazio gioca contro il Parma, ormai tranquillo del quarto posto. Occhio però che gli emiliani sono un ottima squadra. Il Milan va a Perugia, contro una squadra inguaiata nella lotta salvezza: se la Salernitana a Piacenza dovesse vincere, il Perugia andrebbe in B e Salernitana e Piacenza si giocherebbero lo spareggio: la situazione è intricata.
Parte subito forte il Milan: dopo 11 minuti Guglielminpietro porta in vantaggio i rossoneri, che adesso hanno 3 punti sulla Lazio. Al 27° tocca a Salas portare in vantaggio i laziali, che tornano a -1. Al 31° Bierhoff raddoppia e sembra proprio che sia finita, ma al 34° ecco il gol di Nakata, su rigore, per il grifone: il primo tempo finisce senza grossi sussulti, Milan campione, Lazio secondo e Perugia salvo, in virtù dello 0-0 di Piacenza.
Al 53° arrivano notizie dall’Emilia: i piacentini si portano in vantaggio ed il Perugia rallenta, in quanto sembra che la salvezza sia ad un passo. Il minuto dopo fa esultare i rossoneri: gol del Parma e Milan ancora a +3. Ancora 10 minuti e la Salernitana pareggia, mentre a Perugia succede poco in campo, con le squadre bloccate dal nervosismo. Salas riporta in vantaggio la Lazio e, a 10 minuti dalla fine, Abbiati tira fuori dalla rete un tiro strepitoso di Bucchi: la partita praticamente finisce lì. Dopo 3 minuti di recupero può cominciare la festa, sia a Perugia che all’Arena di Milano, dove i tifosi si sono riuniti. Il Milan è campione per la sedicesima volta nella sua storia.

 

Black

Bannato
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wow che ricordi! grazie per avermi fatto rivivere quei momenti! anche se, come già detto, la squadra era inferiore a molti altri Milan che non hanno vinto niente, quello scudetto resterà uno dei più emozionanti (ovviamente secondo rispetto al mitico primo scudetto dell'era Berlusconi)
 
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