Conclusione della stagione e considerazioni finali
La stagione finisce così, il 23 Maggio: Milan in festa e Lazio in lacrime. Biancocelesti che si rifaranno un anno dopo con gli interessi.
Una volta scemata la gioia per la vittoria, nei mesi successivi all’interno dei vari programmi televisivi i commentatori si interrogavano sul perché una squadra che nove mesi prima era vista come buona, ma non irresistibile, aveva vinto il campionato.
Secondo me i motivi sono:
- Fattore sorpresa: è stato il più importante. La squadra ha viaggiato per molte partite “a fari spenti”. Nessuno pensava che il Milan potesse vincere e anche quando, a metà Febbraio, era a due punti dalla vetta, tutti parlavano della super Lazio o della crisi juventina. La conseguenza è stata la tranquillità psicologica dei giocatori rossoneri.
- Squadra costruita con una logica: a fine anni ’90 il Milan non era ancora l’accozzaglia di mezzepunte ed attaccanti che è adesso. Se c’era da comprare un difensore (in quell’estate Luigi Sala e N’Gotty, ma anche Helveg) lo si comprava, senza vergogna. Perché il Milan di Ancelotti era spettacolare, ma nasce dall’esigenza di fare convivere diversi trequartisti, quello di Zaccheroni era più razionale.
- Il canto del cigno dei vecchi: Boban, Rossi, Albertini, Weah, Donadoni e (in parte) Ganz. Tutti giocatori ultratrentenni, tutti giocatori che avevano già vinto col Milan (ad esclusione di Ganz), tutti giocatori che non vinceranno più nulla e che a breve se ne andranno. La loro voglia di rivincita dopo le buie stagioni precedenti ha trainato i giovani ed i nuovi arrivati.
- Tutti remavano nella stessa direzione: poche polemiche, poche voci che uscivano dallo spogliatoio, tanto lavoro quotidiano e voglia di vincere sono le costanti che hanno accompagnato la cavalcata rossonera. E, aggiungo, un Galliani probabilmente mai così in forma e mai così performante nel ruolo di DS, del resto ho sempre pensato che l’idea di assumere Zaccheroni (come, successivamente, Allegri ed Indaghi) fosse stata più sua che non di Berlusconi.
- La forma fisica: il Milan era facilitato dal fatto di giocare solo il campionato, cosa che riduceva gli infortuni, in ogni caso lo staff tecnico aveva lavorato bene: gli uomini chiave (Maldini, Bierhoff, Leonardo, Ambrosini) non hanno accusato mai in stagione lunghi infortuni, mentre le altre hanno avuto seri problemi. Non avremo mai la controprova, ma se la Lazio non avesse perso Nesta e Vieri per lungi periodi probabilmente avrebbe vinto il campionato. E anche le altre non se la son passate bene: la Juve senza Del Piero (e poi Zidane) faticava, all’Inter è mancato per 15 partite Ronaldo, la Fiorentina ha perso Batistuta…
- Le altre: Juve a fine ciclo, Lazio non ancora al top, Fiorentina onestamente non all’altezza, Inter comica, Parma allenato da Malesani (è una colpa, non una scusante)… sulla carta avversarie pericolose, in pratica zavorrate da mille problemi.
La squadra, come ben sappiamo, non è più stata in grado di ripetersi. Il calciomercato dell’estate successiva avrebbe portato in dote Gattuso e Shevchenko (ottimi), Serginho (discontinuo) oltre a troppi giocatori sostanzialmente inutili. La squadra non era all’altezza per fare due competizioni (una delle quali la nuova Champions, una sorta di campionato parallelo), così si è sciolta in pochi mesi come neve al sole. I vecchi continuavano ad invecchiare (strano, no?) ed i giovani non erano all’altezza di rimpiazzarli. Nonostante tutto, l’anno dopo il Milan avrebbe centrato il terzo posto, poi la desolante campagna acquisti dell’estate 2000 avrebbe distrutto quel poco di buono che c’era. In tutto ciò un ruolo fondamentale lo hanno giocato i pessimi rapporti tra Berlusconi e Zaccheroni, che non si sono mai sopportati e che Galliani non è più riuscito a tenere cuciti, fino alla fine nel marzo 2001.
Il Milan sarebbe tornato a vincere, ma solo con Ancelotti, ma questa è proprio un’altra storia.