Lazio - Milan: 13 febbraio 2017 ore 20:45. Tv e Streaming.

Henry

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Diciamo una cosa. Il Milan ha sofferto in questi ultimi anni di un problema che potrebbe essere definito mutuando un termine medico come "superinfezione", mi spiego. Da un lato ha seguito il destino del calcio milanese, perdendo la capacità competitiva a causa del totale fallimento del modello economico che lo sorreggeva. Tanto è vero che hanno prevalso in Italia, in misura proporzionale al loro "tonnellaggio", società già in precedenza abituate a gestioni in pareggio (il pareggio strutturale è indicativo soprattutto quando hai la squadra vincente con i ricavi potenziali* estesi al massimo: l'Inter di Moratti da sempre e in misura minore l'ultimo Milan vincente di Berlusconi, quello con Ibra, erano dei baracconi sfondati, delle fornaci di distruzione di valore in termini aziendalistici). Quando tale modello è tramontato, sia per la sua intrinseca insostenibilità sia per l'avvento del FFP, ecco che il Milan ha evidenziato una peculiare difficoltà, tutta sua, ad adeguarsi alla nuova situazione, perché il soggetto a cui nel frattempo era stato affidato tutto il potere sulla parte sportiva era del tutto inadeguato a gestirla, benché nell'ultimo periodo fosse del tutto sprovvisto, bisogna ammetterlo, di poteri di programmazione a causa della natura erratica e improvvisata anno per anno del rapporto con la Fininvest come soggetto investitore, fortemente condizionato da esigenze di breve termine legate alla congiuntura economica, cosa che alla fine ha finito per costringerlo a maggiori esborsi successivi a copertura perdite.
Una nota per il futuro. Esiste sicuramente un legame tra i risultati sportivi e quelli economici, ma non è così stretto e lineare come qualcuno mostra di credere. Il risultato come variabile indipendente da ottenere a tutti costi per ragioni di prestigio, che trova come unico limite quello delle tasche del proprietario è intrinsecamente distruttivo sul piano dei conti aziendali, ma naturalmente anche una incapacità a reggere dei risultati minimamente consoni alla tradizione di un club erode progressivamente la base dei ricavi creando un circolo vizioso alla lunga mortale anche sul piano economico: nel mezzo esistono varie sfumature possibili. Conosciamo dei casi in Premier, come quello dell'Arsenal, che dimostrano come sia possibile per un proprietario vedere crescere poderosamente i ricavi e il valore del club e fare gestioni sempre in utile senza vincere mai il campionato, pur mantenendo naturalmente una squadra di alto livello e qualificata in CL. Nel nostro caso, indubbiamente molto diverso da tanti punti di vista, vedremo quello che accadrà con la nuova proprietà, sicuramente una esperienza come quella del Milan degli ultimi anni è la peggiore possibile, crollo dei risultati con costi sportivi eccessivi e gravemente slegati dal valore tecnico della rosa, ricavi inevitabilmente in calo etc.


*Uso il termine "potenziale per indicare una potenzialità attuale. Ovviamente un conto è sfruttare compiutamente i margini attuali (esempio tipico sono i ricavi della CL che sono legati ai risultati) un altro è la capacità di allargare i confini stessi dei ricavi potenziali (stadio etc.) come è stato fatto soprattutto all'estero.Quest'ultima dipende da tanti fattori, alcuni legati al sistema paese, ma la carenza di tale capacità è sicuramente aggravata dal modello mecenatistico in sè: un manager che sa che nel lungo termine la sua abilità a cercarsi sul mercato le risorse non costituisce un limite alla sua capacità di spesa non avrà mai l'incentivo adeguato da un lato a essere massimamente efficiente nell'allargare le possibilità stesse di aumentare i ricavi e dall'altro lato a impiegare con la massima efficienza possibile le risorse che ha in mano. Chi fa un investimento per aumentare il valore di un club nobile e decaduto come il nostro mosso da una logica prevalentemente finanziaria ha un sentiero stretto di fronte a sé: deve sicuramente aumentare i costi sportivi da subito, ma deve farlo solo nella misura in cui ritiene realisticamente di pareggiarli nel medio termine con un certo aumento dei ricavi, altrimenti il suo investimento sarà fallito, in borsa un club ultra-vincente con i conti in profondo disordine non interesserebbe a nessuno temo. Possibile anche il contrario, una prospettiva che certamente non delizia il tifoso: un Milan rilanciato che arriva sempre in CL (facendo magari ottime figure pure lì) senza vincere mai il campionato e che macina utili potrebbe essere apprezzato dagli investitori della borsa di HK, meno dai tifosi: sarebbe ovviamente una situazione molto migliore di quella attuale, ma forse non proprio il rinascimento che ci aspettiamo. Vedremo.
 

Controcorrente

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Bah , ti invidio quasi perchè vedi progetto, idee e lungimiranza.
Io se confronto la nostra rosa con quella di lazio e napoli mi deprimo e se potessi far a cambio lo farei ora!!!
Senza citare juve, roma e inter perchè sarei blasfemo. E non sono nemmeno sicuro che la fiorentina ci sia inferiore.
Il settore commerciale, del quale tu ti preoccupi tanto, va di pari passo coi risultati che arrivano sul campo : come pretendi che il marchio milan non crolli se non si arriva nemmeno più in europa league??

Siamo la squadra più giovane del campionato, abbiamo una plusvalenza potenziale nella rosa incredibile e l'ossatura della squadra è assolutamente lungimirante:

Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Locatelli, Lapadula, Suso, Niang (che crea un'importante plusvalenza se viene riscattato come sembra) sono un buon progetto. Lo sono anche Deulofeu e Pasalic, che, seppur prestiti secchi, potrebbero fare pressione per un trasferimento futuro al Milan perchè sono impegnati con continuità e con un ruolo da protagonisti.

Se fosse un'altra squadra ad avere questi giocatori si parlerebbe di gran progetto...pensaci e credo che concorderai.
 

Controcorrente

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Ho letto con attenzione la discussione nata dalle tue affermazioni e se posso dire la mia...sono d'accordo a metà...
Iniziamo da Fassone e Mirabelli...concordo sul fatto che in questo Forum godono di un favore immotivato...immotivato perchè a me non risulta (magari mi è sfuggito) abbiano raggiunto risultati di rilievo nelle loro precedenti esperienze...di sicuro non stiamo parlando della coppia Marotta/Paratici....ma prima di giudicarli mettiamoli alla prova...

Veniamo ora alla parte in disaccordo...Adriano Galliani...
Potrei scrivere per ore elencando le ragioni per le quali lo ritengo un dirigente scadente ma cercherò d'essere il più breve possibile...
Tu porti vari esempi per avvalorare la tua tesi mentre io cercherò di giudicarlo nel complesso....
E' vero...negli ultimi anni le risorse che aveva a disposizione erano poche ma Roma e Napoli sono la dimostrazione che si potava fare meglio...con un fatturato inferiore a quello del Milan sono riuscite ad allestire compagini da primi tre posti in classifica...mantre il Milan è andato sempre più a fondo...
E' chi è il maggiore responsabile?...Galliani...perchè ha fatto terra bruciata intorno a se allontanando collaboratori come Braida...ha gestito in piena autonomia il Milan ed il risultato finale è sotto gli occhi di tutti...
Se al posto di Galliani ci fosse stato Sabatini il risultato sarebbe stato lo stesso?...a mio parere no...perchè ad esempio al posto di Essien (strapagato d'ingaggio) avremmo potuto vedere un ragazzo sconosciuto poi rivelatosi un potenziale campione...

Il problema è che in effetti questi dirigenti non sono riusciti ad adattarsi alle Vacche magre, sbagliando per alcune stagioni colpevolmente strategia. Però è anche vero che finchè c'era potenza economica hanno vinto tutto, quando il fatturato del Milan era un terzo delle concorrenti in Europa ma comunque accettabile hanno nuovamente vinto tutto... finita la festa hanno fatto male, MOLTO male, ma si sono messi a tavolino e in 4 anni hanno corretto la linea, creando quest'anno una rosa di prospettiva, con ottimi innesti giovani e un settore giovanile che sta funzionando alla grande. Ora il Milan ha nuovamente una base su cui lavorare.
 

Old.Memories.73

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Il problema è che in effetti questi dirigenti non sono riusciti ad adattarsi alle Vacche magre, sbagliando per alcune stagioni colpevolmente strategia. Però è anche vero che finchè c'era potenza economica hanno vinto tutto, quando il fatturato del Milan era un terzo delle concorrenti in Europa ma comunque accettabile hanno nuovamente vinto tutto... finita la festa hanno fatto male, MOLTO male, ma si sono messi a tavolino e in 4 anni hanno corretto la linea, creando quest'anno una rosa di prospettiva, con ottimi innesti giovani e un settore giovanile che sta funzionando alla grande. Ora il Milan ha nuovamente una base su cui lavorare.
Con colpevole ritardo....
Per anni siamo andati avanti con giocatori bolliti i quali dovevano (a detta della dirigenza) portare al Milan quella qualità necessaria a manterlo competitivo...
''Siamo competitivi''...''Siamo da Champions''...''Siamo da top three''...quante volte ci siamo sentiti ripetere queste frasi?...e sapevamo benissimo che non corrispondevano alla realtà...e molti tifosi non l'hanno digerita...ecco perchè Galliani è così malvisto...
E veniamo al vero artefice di questa ''disfatta''...Silvio Berlusconi...
Avrebbe avuto tutto il mio appoggio e la mia ammirazione se nel 2012 si fosse presentato davanti ai microfoni ed annunciato quale sarebbe stata la nuova linea del Milan...puntare sui giovani...
Invece no...si è intestardito facendo affidamento sul fatto che lui è Silvio Berlusconi...l'invincibile...
Ma non ha fatto i conti con il tempo che passa e logora tutto quello che trova sul suo cammino...non ha fatto i conti con il calcio che nel frattempo era cambiato...e purtroppo i risultati si sono visti...
Un uomo che per i Milanisti dovrebbe essere un'icona è diventato un peso...una persona che molti Fratelli Rossoneri vorrebbero dire di non aver mai conosciuto...
 

Casnop

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Diciamo una cosa. Il Milan ha sofferto in questi ultimi anni di un problema che potrebbe essere definito mutuando un termine medico come "superinfezione", mi spiego. Da un lato ha seguito il destino del calcio milanese, perdendo la capacità competitiva a causa del totale fallimento del modello economico che lo sorreggeva. Tanto è vero che hanno prevalso in Italia, in misura proporzionale al loro "tonnellaggio", società già in precedenza abituate a gestioni in pareggio (il pareggio strutturale è indicativo soprattutto quando hai la squadra vincente con i ricavi potenziali* estesi al massimo: l'Inter di Moratti da sempre e in misura minore l'ultimo Milan vincente di Berlusconi, quello con Ibra, erano dei baracconi sfondati, delle fornaci di distruzione di valore in termini aziendalistici). Quando tale modello è tramontato, sia per la sua intrinseca insostenibilità sia per l'avvento del FFP, ecco che il Milan ha evidenziato una peculiare difficoltà, tutta sua, ad adeguarsi alla nuova situazione, perché il soggetto a cui nel frattempo era stato affidato tutto il potere sulla parte sportiva era del tutto inadeguato a gestirla, benché nell'ultimo periodo fosse del tutto sprovvisto, bisogna ammetterlo, di poteri di programmazione a causa della natura erratica e improvvisata anno per anno del rapporto con la Fininvest come soggetto investitore, fortemente condizionato da esigenze di breve termine legate alla congiuntura economica, cosa che alla fine ha finito per costringerlo a maggiori esborsi successivi a copertura perdite.
Una nota per il futuro. Esiste sicuramente un legame tra i risultati sportivi e quelli economici, ma non è così stretto e lineare come qualcuno mostra di credere. Il risultato come variabile indipendente da ottenere a tutti costi per ragioni di prestigio, che trova come unico limite quello delle tasche del proprietario è intrinsecamente distruttivo sul piano dei conti aziendali, ma naturalmente anche una incapacità a reggere dei risultati minimamente consoni alla tradizione di un club erode progressivamente la base dei ricavi creando un circolo vizioso alla lunga mortale anche sul piano economico: nel mezzo esistono varie sfumature possibili. Conosciamo dei casi in Premier, come quello dell'Arsenal, che dimostrano come sia possibile per un proprietario vedere crescere poderosamente i ricavi e il valore del club e fare gestioni sempre in utile senza vincere mai il campionato, pur mantenendo naturalmente una squadra di alto livello e qualificata in CL. Nel nostro caso, indubbiamente molto diverso da tanti punti di vista, vedremo quello che accadrà con la nuova proprietà, sicuramente una esperienza come quella del Milan degli ultimi anni è la peggiore possibile, crollo dei risultati con costi sportivi eccessivi e gravemente slegati dal valore tecnico della rosa, ricavi inevitabilmente in calo etc.


*Uso il termine "potenziale per indicare una potenzialità attuale. Ovviamente un conto è sfruttare compiutamente i margini attuali (esempio tipico sono i ricavi della CL che sono legati ai risultati) un altro è la capacità di allargare i confini stessi dei ricavi potenziali (stadio etc.) come è stato fatto soprattutto all'estero.Quest'ultima dipende da tanti fattori, alcuni legati al sistema paese, ma la carenza di tale capacità è sicuramente aggravata dal modello mecenatistico in sè: un manager che sa che nel lungo termine la sua abilità a cercarsi sul mercato le risorse non costituisce un limite alla sua capacità di spesa non avrà mai l'incentivo adeguato da un lato a essere massimamente efficiente nell'allargare le possibilità stesse di aumentare i ricavi e dall'altro lato a impiegare con la massima efficienza possibile le risorse che ha in mano. Chi fa un investimento per aumentare il valore di un club nobile e decaduto come il nostro mosso da una logica prevalentemente finanziaria ha un sentiero stretto di fronte a sé: deve sicuramente aumentare i costi sportivi da subito, ma deve farlo solo nella misura in cui ritiene realisticamente di pareggiarli nel medio termine con un certo aumento dei ricavi, altrimenti il suo investimento sarà fallito, in borsa un club ultra-vincente con i conti in profondo disordine non interesserebbe a nessuno temo. Possibile anche il contrario, una prospettiva che certamente non delizia il tifoso: un Milan rilanciato che arriva sempre in CL (facendo magari ottime figure pure lì) senza vincere mai il campionato e che macina utili potrebbe essere apprezzato dagli investitori della borsa di HK, meno dai tifosi: sarebbe ovviamente una situazione molto migliore di quella attuale, ma forse non proprio il rinascimento che ci aspettiamo. Vedremo.

:applauso:
 
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