L'Avv. Renzo Cavalieri sulla cessione del Milan ai cinesi.

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Il Corriere della Sera in edicola oggi, 3 gennaio 2017, ha intervistato Renzo Cavalieri (docente a Venezia di diritto dell'Asia Orientale e nel team di avvocati che ha curato l'acquisto dell'Inter da parte di Suning) in merito alla cessione del Milan:"Suning o i cinesi del Milan? Per me non c’è partita: so-no due casi molto differenti. Suning è una realtà solida e articolata, con rami di business da tempo nel sistema calcio della Repubblica Popolare. Anche per questo l’acquisizione dell’Inter è filata liscia: il progetto era chiaro e non c’erano contraddizioni con le regole cinesi. Pochi mesi di trattative, poi il closing. Per quanto riguarda il Milan, ma non è certo una novità, mi pare che ancora si debbano chiarire aspetti fondamentali come l’identità precisa della nuova proprietà e il futuro gestionale della squadra. Ogni investimento estero che abbia origine in Cina ha bisogno di specifiche autorizzazioni, in particolare da parte di tre enti: la National develop- ment and reform commission (Ndrc), il ministero del Commercio (Mofcom), infine (e forse la più importante), la State administration for foreign exchange (Safe). Prima di fornire il nulla osta, ognuno di questi attori verifica la coerenza tra le attività in patria e l’investimento all’estero. Insomma, se si possiede una società farmaceutica e si desidera acquistare una catena di ristoranti (o viceversa) scattano controlli e freni. Se c'è più severità con il Milan? Non direi. Mi risulta soltanto che Pechino abbia deciso di stringere le maglie ma le regole applicate sono sempre le stesse. Negli ultimi tempi è uscito molto denaro dal Paese, in parte con logica industriale, in parte assolutamente no: in molti casi si è trattato anche di investimenti fittizi, che nascondevano fughe di capitali o forme di evasione fiscale. Dunque è stato deciso di mettere un freno. Se il ritardo dell’operazione dipende dal mancato ottenimento delle necessarie approvazioni cinesi, forse sì. Tutta la vicenda Milan appare abbastanza opaca sin dai tempi di mister Bee, l’imprenditore sino-thailandese che rappresentava capitali cinesi: finito nel nulla. Poi buco temporale, nomi che saltavano fuori come generati da un computer e infine il consorzio guidato da Li Yonghong, finanziere di cui mi pare che gli stessi cinesi sappiano piuttosto poco. Possibile che vogliano gettare 200 milioni dalla finestra? No, certo. Comunque il denaro può non bastare a portare a compimento un affare simile. Ci vogliono risorse umane e manageriali per guidare una società come il Milan. Non mi sorprende la prudenza da parte delle autorità di controllo della Cina: a rischio è la credibilità di un intero sistema.

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Casnop

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Il Corriere della Sera in edicola oggi, 3 gennaio 2017, ha intervistato Renzo Cavalieri (docente a Venezia di diritto dell'Asia Orientale e nel team di avvocati che ha curato l'acquisto dell'Inter da parte di Suning) in merito alla cessione del Milan:"Suning o i cinesi del Milan? Per me non c’è partita: so-no due casi molto differenti. Suning è una realtà solida e articolata, con rami di business da tempo nel sistema calcio della Repubblica Popolare. Anche per questo l’acquisizione dell’Inter è filata liscia: il progetto era chiaro e non c’erano contraddizioni con le regole cinesi. Pochi mesi di trattative, poi il closing. Per quanto riguarda il Milan, ma non è certo una novità, mi pare che ancora si debbano chiarire aspetti fondamentali come l’identità precisa della nuova proprietà e il futuro gestionale della squadra. Ogni investimento estero che abbia origine in Cina ha bisogno di specifiche autorizzazioni, in particolare da parte di tre enti: la National develop- ment and reform commission (Ndrc), il ministero del Commercio (Mofcom), infine (e forse la più importante), la State administration for foreign exchange (Safe). Prima di fornire il nulla osta, ognuno di questi attori verifica la coerenza tra le attività in patria e l’investimento all’estero. Insomma, se si possiede una società farmaceutica e si desidera acquistare una catena di ristoranti (o viceversa) scattano controlli e freni. Se c'è più severità con il Milan? Non direi. Mi risulta soltanto che Pechino abbia deciso di stringere le maglie ma le regole applicate sono sempre le stesse. Negli ultimi tempi è uscito molto denaro dal Paese, in parte con logica industriale, in parte assolutamente no: in molti casi si è trattato anche di investimenti fittizi, che nascondevano fughe di capitali o forme di evasione fiscale. Dunque è stato deciso di mettere un freno. Se il ritardo dell’operazione dipende dal mancato ottenimento delle necessarie approvazioni cinesi, forse sì. Tutta la vicenda Milan appare abbastanza opaca sin dai tempi di mister Bee, l’imprenditore sino-thailandese che rappresentava capitali cinesi: finito nel nulla. Poi buco temporale, nomi che saltavano fuori come generati da un computer e infine il consorzio guidato da Li Yonghong, finanziere di cui mi pare che gli stessi cinesi sappiano piuttosto poco. Possibile che vogliano gettare 200 milioni dalla finestra? No, certo. Comunque il denaro può non bastare a portare a compimento un affare simile. Ci vogliono risorse umane e manageriali per guidare una società come il Milan. Non mi sorprende la prudenza da parte delle autorità di controllo della Cina: a rischio è la credibilità di un intero sistema.
Quella di Cavalieri è una analisi in linea di principio corretta, ma che, come tutte, tradisce la incolpevole non conoscenza del dato relativo alla entità degli investimenti programmati, di cui il consorzio SES ha chiesto l'autorizzazione alla esportazione valutaria. Se, come ipotizziamo, la somma richiesta è superiore alla soglia dei due miliardi di dollari americani, pari a circa 1,8 miliardi di euro al cambio attuale, comprensiva del budget per acquisizione quote, accollo del debito consolidato, gestione ordinaria del club per tre anni, mercato giocatori in entrata, progetto stadio e potenziamento della rete commerciale su estero, e dunque il vaglio del progetto è passato, attraverso la NDRC, al Consiglio di Stato della Repubblica Popolare, ecco allora che i tempi di istruttoria, analisi e valutazione possono essersi ampliati di non poco. Si tratta tuttavia di nozioni allo stato non accessibili dagli esterni all'affare, e su cui pendono vincoli di riservatezza, sicché ogni giudizio risulta visibilmente condizionato da parzialità per indisponibilità di informazioni essenziali. :)
 

supertozzi

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Analisi perfetta la tua...aggiungo anche che mi sembra che nel giudizio di Cavalieri imparzialità non sia certo primo fattore....essendo stato lui a curare altra trattativa...classico comportamento italiano...
 

wfiesso

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Gli mancava solo di dire che i scontri mangiano bambini e organizzano combattimenti clandestini tra cani e che sono affiliati all'isis
 
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Parlo da sostenitore della cessione.

Mi se,mbra abbia detto cose sensate.
Probabilmente chi sta investendo nel Milan ha un cire business molto lontano dal calcio e quindi in un regime di lotta alle speculazioni/traffici monetari su estero, il processo autorizzativo sta trovando piú di un intoppo.

Insomma il Safe dice, mica sono convinto a te che produci mentine a farti portare fuori dalla cina 200 milioni per futuri investimenti in una sovietá di calcio...che c'azzecca?

Dal mio punto di vista spero che alla fine autorizzino.
 

tifoso evorutto

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Da sempre convinto della cessione, e da ottimista incallito (nei miei schemi mentali il pessimismo e qualsiasi cosa lo riguardi non è contemplato) non posso che amare gli altri ottimisti come me,
ma l'ottimismo senza realismo si trasforma in altro... non bisogna nascondere che qualcosa di non lineare in questa trattativa ci sia...
speriamo che alla fine ci sorprenda in positivo :asd:
 
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Al contrario di altri, a me pare che abbia detto cose sensate, facendo capire che non essendo dentro all'affare gli sembra ci siano aspetti poco chiari, ma non ne ha la certezza, specie in relazione alla sua esperienza interista.
 

Casnop

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Da sempre convinto della cessione, e da ottimista incallito (nei miei schemi mentali il pessimismo e qualsiasi cosa lo riguardi non è contemplato) non posso che amare gli altri ottimisti come me,
ma l'ottimismo senza realismo si trasforma in altro... non bisogna nascondere che qualcosa di non lineare in questa trattativa ci sia...
speriamo che alla fine ci sorprenda in positivo :asd:

L'ottimismo e il profumo della vita, diceva il grande Tonino Guerra, il realismo è l'arrosto che c'è sotto, e che mettiamo domani in tavola per il pranzo. Bravo, amico mio. :)
 
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