L'Associazione Calcio Milan

Splendidi Incisivi

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cavolo che romanzo, peggio quasi dei miei giornalieri commenti a 360 gradi!!

Sinteticamente ti rispondo dicendo che questa differenza di stile (chiamiamolo così per far prima) ciclicamente la notano tutti i tifosi con il termine e l' inizio di un ciclo in generale, quindi potrei semplicisticamente dirti che è normale quando una proprietà non spende più iniziare a navigare a vista, ma non voglio e ti rispondo dicendo che il nostro attuale problema di mancanza di stile è figlio di tre cause:

1 - il proprietario è un "guscio vuoto" (cit.) che non ha più stimoli per spendere
2 - alcune raltà europee che sono emerse in poco tempo (Chelsea, PSG, Man City)
3 - i personaggi che ci hanno traghettato ad esempio da farina al berlu come Baresi e Tassotti sono stati valorizzati, mentre oggi no, persone come Maldini, Boban, Savicevic e Albertini (tanto per fare degli esempi) non sono stati coinvolti e l' unico che stava facendo un buon lavoro come Leo è stato messo sulla panchina per poi essere mangiato dalla proprietà con critiche assurde.
Il secondo punto è strettamente correlato col primo, abbiamo lasciato spazio agli altri e il Milan non avrebbe dovuto farlo. Il terzo punto lo sottoscrivo col sangue, infatti è uno dei problemi che ho evidenziato su tutti.
 

runner

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Il secondo punto è strettamente correlato col primo, abbiamo lasciato spazio agli altri e il Milan non avrebbe dovuto farlo. Il terzo punto lo sottoscrivo col sangue, infatti è uno dei problemi che ho evidenziato su tutti.

si chiaro è poi tutto concatenato, il problema vero è che si dovrebbe davvero cambiare proprietà perchè sta iniziando a mancare tutto, soldi, interesse e prestigio....

a mio avviso comunque il fatto che stia tutto scappando di mano influirà parecchio nelle scelte della società....
 

Hammer

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Hai ragione, il 2007 è stata l'annata per eccellenza. Dal 2007 al 2011 la degenza, e il 2012 l'anno di eutanasia del Milan di Berlusconi
 

Fabry_cekko

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d'accordissimo con te caro Splendidi ho letto tutto quanto senza fare storie...cmq la sconfitta nonostante la voglia, la posso accettare fino a un certo punto...vedi il Real sono 11 anni che ha voglia di vincere, ma prende sempre schiaffi....certo meglio una società come il Real che spende spende spende e lotta sempre per tutto che un Presidente che non caccia un soldo e una società che non gli frega più niente di continuare a vincere
 
A

alexrossonero

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Post molto bello e piacevolissimo da leggere, che sottoscrivo quasi totalmente.

In linee generali non mi sento di condividere del tutto l'equazione per cui la voglia di vincere si manifesti soltanto attraverso grandi spese. Senz’altro la chiusura dei rubinetti può esser considerata un indizio di distacco, specialmente se chi prima ha dato tanto e poi all’improvviso decide di fermarsi, ma non necessariamente è la prova definitiva e ci sono alcuni vincenti esempi che dimostrano come si possa ottenere risultati o tentare di averne anche con un piano di autofinanziamento.

Nelle realtà in cui non si hanno grandi mezzi economici si prova comunque ad onorare, nel vero senso del termine, lo spirito competitivo e sportivo compensando quella mancanza in primis con l’umiltà di voler imparare anche dai propri errori, attraverso una programmazione ed un progetto sportivo e l’organizzazione necessaria alla sua attuazione, in un continuo e progressivo aggiornamento e rinnovamento, anche degli amministratori. Una via ovviamente meno semplice e sicuramente meno immediata per accumulare trofei, ma che ha dato e continua a dare ovunque dei frutti (guai se così non fosse), magari anche più gustosi perché più “sudati”.

Come hai giustamente rilevato, il problema non è ‘non vincere’. Nel caso specifico del Milan, il degrado si specchia prima di tutto nella mancanza di un solido ed ambizioso piano alternativo che dimostri di voler comunque provare a vincere. Che progetto è quello per cui ogni stagione fa storia a sé e s’inizia a ricostruire sulle macerie di ciò che di buono è stato fatto l’anno prima poi puntualmente abbattuto in quello dopo?

Il problema vero, secondo me, è l’orribile assenza di stimoli, strenuamente ed arrogantemente salvaguardata nella sagra del già visto e già sentito, un giorno si e uno pure dai nostri ormai vecchi, ingombranti ed appagati dirigenti con la prospettiva del passato invece che quella del futuro. La mancanza di progettazione, di rischio per l’investimento a lungo raggio, su cui puntare ad occhi chiusi perché conosci personalmente l’uomo ed il giocatore su cui hai investito, non il procuratore o il maneggione che te l’ha interessatamente suggerito e spacciato per affare; il problema è l’estemporaneità delle loro mosse di mercato, quando privi di idee improvvisano soluzioni “dell’ultima settimana” senza senso tattico né logico o peggio con un mero fine propagandistico, sperperando così l’esiguo budget su giocatori/uomini non degni di rappresentare in campo o fuori quei due colori.
 

Mithos

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Post molto bello e piacevolissimo da leggere, che sottoscrivo quasi totalmente.

In linee generali non mi sento di condividere del tutto l'equazione per cui la voglia di vincere si manifesti soltanto attraverso grandi spese. Senz’altro la chiusura dei rubinetti può esser considerata un indizio di distacco, specialmente se chi prima ha dato tanto e poi all’improvviso decide di fermarsi, ma non necessariamente è la prova definitiva e ci sono alcuni vincenti esempi che dimostrano come si possa ottenere risultati o tentare di averne anche con un piano di autofinanziamento.

Nelle realtà in cui non si hanno grandi mezzi economici si prova comunque ad onorare, nel vero senso del termine, lo spirito competitivo e sportivo compensando quella mancanza in primis con l’umiltà di voler imparare anche dai propri errori, attraverso una programmazione ed un progetto sportivo e l’organizzazione necessaria alla sua attuazione, in un continuo e progressivo aggiornamento e rinnovamento, anche degli amministratori. Una via ovviamente meno semplice e sicuramente meno immediata per accumulare trofei, ma che ha dato e continua a dare ovunque dei frutti (guai se così non fosse), magari anche più gustosi perché più “sudati”.

Come hai giustamente rilevato, il problema non è ‘non vincere’. Nel caso specifico del Milan, il degrado si specchia prima di tutto nella mancanza di un solido ed ambizioso piano alternativo che dimostri di voler comunque provare a vincere. Che progetto è quello per cui ogni stagione fa storia a sé e s’inizia a ricostruire sulle macerie di ciò che di buono è stato fatto l’anno prima poi puntualmente abbattuto in quello dopo?

Il problema vero, secondo me, è l’orribile assenza di stimoli, strenuamente ed arrogantemente salvaguardata nella sagra del già visto e già sentito, un giorno si e uno pure dai nostri ormai vecchi, ingombranti ed appagati dirigenti con la prospettiva del passato invece che quella del futuro. La mancanza di progettazione, di rischio per l’investimento a lungo raggio, su cui puntare ad occhi chiusi perché conosci personalmente l’uomo ed il giocatore su cui hai investito, non il procuratore o il maneggione che te l’ha interessatamente suggerito e spacciato per affare; il problema è l’estemporaneità delle loro mosse di mercato, quando privi di idee improvvisano soluzioni “dell’ultima settimana” senza senso tattico né logico o peggio con un mero fine propagandistico, sperperando così l’esiguo budget su giocatori/uomini non degni di rappresentare in campo o fuori quei due colori.

Post da incorniciare...
 

Angstgegner

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Post molto bello e piacevolissimo da leggere, che sottoscrivo quasi totalmente.

In linee generali non mi sento di condividere del tutto l'equazione per cui la voglia di vincere si manifesti soltanto attraverso grandi spese. Senz’altro la chiusura dei rubinetti può esser considerata un indizio di distacco, specialmente se chi prima ha dato tanto e poi all’improvviso decide di fermarsi, ma non necessariamente è la prova definitiva e ci sono alcuni vincenti esempi che dimostrano come si possa ottenere risultati o tentare di averne anche con un piano di autofinanziamento.

Nelle realtà in cui non si hanno grandi mezzi economici si prova comunque ad onorare, nel vero senso del termine, lo spirito competitivo e sportivo compensando quella mancanza in primis con l’umiltà di voler imparare anche dai propri errori, attraverso una programmazione ed un progetto sportivo e l’organizzazione necessaria alla sua attuazione, in un continuo e progressivo aggiornamento e rinnovamento, anche degli amministratori. Una via ovviamente meno semplice e sicuramente meno immediata per accumulare trofei, ma che ha dato e continua a dare ovunque dei frutti (guai se così non fosse), magari anche più gustosi perché più “sudati”.

Come hai giustamente rilevato, il problema non è ‘non vincere’. Nel caso specifico del Milan, il degrado si specchia prima di tutto nella mancanza di un solido ed ambizioso piano alternativo che dimostri di voler comunque provare a vincere. Che progetto è quello per cui ogni stagione fa storia a sé e s’inizia a ricostruire sulle macerie di ciò che di buono è stato fatto l’anno prima poi puntualmente abbattuto in quello dopo?

Il problema vero, secondo me, è l’orribile assenza di stimoli, strenuamente ed arrogantemente salvaguardata nella sagra del già visto e già sentito, un giorno si e uno pure dai nostri ormai vecchi, ingombranti ed appagati dirigenti con la prospettiva del passato invece che quella del futuro. La mancanza di progettazione, di rischio per l’investimento a lungo raggio, su cui puntare ad occhi chiusi perché conosci personalmente l’uomo ed il giocatore su cui hai investito, non il procuratore o il maneggione che te l’ha interessatamente suggerito e spacciato per affare; il problema è l’estemporaneità delle loro mosse di mercato, quando privi di idee improvvisano soluzioni “dell’ultima settimana” senza senso tattico né logico o peggio con un mero fine propagandistico, sperperando così l’esiguo budget su giocatori/uomini non degni di rappresentare in campo o fuori quei due colori.

:applauso:
 

Splendidi Incisivi

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Post molto bello e piacevolissimo da leggere, che sottoscrivo quasi totalmente.

In linee generali non mi sento di condividere del tutto l'equazione per cui la voglia di vincere si manifesti soltanto attraverso grandi spese. Senz’altro la chiusura dei rubinetti può esser considerata un indizio di distacco, specialmente se chi prima ha dato tanto e poi all’improvviso decide di fermarsi, ma non necessariamente è la prova definitiva e ci sono alcuni vincenti esempi che dimostrano come si possa ottenere risultati o tentare di averne anche con un piano di autofinanziamento.

Nelle realtà in cui non si hanno grandi mezzi economici si prova comunque ad onorare, nel vero senso del termine, lo spirito competitivo e sportivo compensando quella mancanza in primis con l’umiltà di voler imparare anche dai propri errori, attraverso una programmazione ed un progetto sportivo e l’organizzazione necessaria alla sua attuazione, in un continuo e progressivo aggiornamento e rinnovamento, anche degli amministratori. Una via ovviamente meno semplice e sicuramente meno immediata per accumulare trofei, ma che ha dato e continua a dare ovunque dei frutti (guai se così non fosse), magari anche più gustosi perché più “sudati”.
Sottoscrivo pienamente, se questa è stata l'idea che ho fatto emergere in realtà non era mia intenzione. Mi sono soffermato sul lato economico perché nel nostro caso è la spia dell'assenza di voglia e fame da vincere. Pienamente d'accordo sul fatto che anche senza grandi spese si possa essere competitivi, ci mancherebbe altro, basti pensare al Borussia.
Ripeto, la completa mancanza di investimenti(sia grandi che piccoli)da noi, purtroppo, si fa ragione del degrado(mi piace usare questo termine, mi sembra il più appropriato)nel quale cerchiamo di barcamenarci ora.

Il problema vero, secondo me, è l’orribile assenza di stimoli, strenuamente ed arrogantemente salvaguardata nella sagra del già visto e già sentito, un giorno si e uno pure dai nostri ormai vecchi, ingombranti ed appagati dirigenti con la prospettiva del passato invece che quella del futuro.
Ecco, su questo ho cercato di battere continuamente il martello durante il post. Questo mi fa una rabbia terribile perché mi guardo in giro e che vedo? Vedo un Napoli che cerca in tutti i modi di lottare per il tricolore, giustamente perché il suo presidente non ha mai vinto nulla, vedo l'Inter passare nelle mani di Thohir perché molto intelligentemente Moratti si è reso conto di doversi fare da parte(da noi è anche soltanto ipotizzabile una prospettiva del genere?), vedo la Juventus che dal dopo calciapoli è venuta fuori con una cattiveria verso il mondo dello sport ammirevole, son venuti fuori con una voglia di riscatto imbarazzante, poi vedo la Roma degli americani che cerca di essere competitiva e sembra aver trovato con Garcia un bel progetto, progettualità la vedo nella Fiorentina e garante di questa sotto un profilo tecnico vedo Montella. Soltanto la Lazio mi sembra trascinarsi stancamente come noi, con la differenza che noi abbiamo vinto quello che nessun altro è stato capace di fare(soltanto il Real Madrid)mentre la Lazio è sempre stata una squadra da medio alta classifica, non da top mondo.
 
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