L'Associazione Calcio Milan

Splendidi Incisivi

New member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
32,418
Reaction score
125
Dunque, premetto che il mio è uno sfogo, però uno sfogo che non vuole essere polemico più di tanto, è più che altro un'analisi su cos'era il Milan(almeno quello che ho iniziato a seguire)e su cosa sia adesso.
Partiamo dalle mie origini: il Milan di Ancelotti.
Il Milan una volta era un top club, sotto ogni punto di vista: il presidente e di conseguenza la dirigenza tutta era una società con voglia di vincere, ricordiamo la sontuosa campagna acquisti del 2002 dove arrivò gente come Rivaldo, pallone d'oro 2002; arrivò Seedorf già vincitore di due Champions League con Ajax e Real Madrid e meno male che all'Inter non fece tanto bene; arrivò Nesta, tanto per fare i nomi più grossi e in quell'estate tornò Dida che avrebbe aperto un biennio eccezionale. Quello era un Milan con la fame di vincere, un Milan che si accingeva ad aprire un nuovo glorioso ciclo, ricordiamo che l'apice fu raggiunto circa una decina di anni prima con Sacchi e Capello, i quali(soprattutto il primo)resero il nome del Milan, il nome di una squadra temuta a livello mondiale.
Affrontare il Milan significava andare contro la storia, andare contro il calcio, significava guardare negli occhi il proprio destino, ovviamente da un punto di vista calcistico. Certo, non c'erano più i tulipani, non c'era più quel gran maestro di Arrigo Sacchi ma ormai il Milan era entrato nell'Olimpo(ricordiamo che il Milan prima di Berlusconi aveva raggiunto già due volte la vetta d'Europa quindi non era un nome nuovo, diciamo però che tra la fine degli '80 e l'inizio del '90 si consolida come un club dalla portata storica). Tornando a noi il Milan dà il là ad una campagna acquisti sontuosa che quindi aggiunge campioni come Seedorf, Nesta, Rivaldo ad una squadra che contava già personaggi come Inzaghi, Shevchenko, Gattuso, Rui Costa, Maldini e Costacurta, questi ultimi bandiere del grande Milan di Sacchi e Capello, questi ultimi simbolo del settore giovanile del Milan, simbolo di un grande Milan che nasce dal Milan stesso.
Come vedete, il Milan andava ad aggiungere Nesta o Rivaldo già ad una schiera di grandi giocatori.
Certo, mi verrete a dire che Gattuso non era ancora il "Ringhio" che tutti avrebbero imparato a conoscere, mi direte che Pirlo ancora non era il miglior regista del mondo, però non mi verrete a dire che Billy e Paolo non fossero delle leggende(non fenomeni, si parlava di leggenda con loro), non mi verrete a dire che Sheva fosse un buon attaccante soltanto, Sheva era già stato capocannoniere della serie A col Milan oltre ad aver trascinato in semifinale di Champions League la Dinamo Kiev, non mi verrete a dire che Nesta fosse un giovane di belle speranze.
Tutto questo per dire cosa? C'era la mentalità, ma quale mentalità? C'era la mentalità del grande club.
Ora, quella squadra avrebbe anche potuto fallire, ma quella società ricordate con quanta linearità agisse? Cioè, "compro i campioni, perché con i campioni si vince" ma poi da un lato tecnico una squadra perfetta: aggiungo campioni ad altri campioni, punto su buonissimi giocatori(Pirlo, Dida, Gattuso, salvo poi diventare anche loro dei fenomeni nel loro ruolo)e punto sui vecchi, sull'esperienza, sulle bandiere. Un altro bel discorso da fare lo faremo successivamente con le bandiere.
Quel Milan ragionava da grande squadra... mi direte che è facile ricordare i momenti belli, noi abbiamo avuto anche momenti brutti tipo gli anni di fine secolo e di inizio secolo, dal '96 circa al 2002 più o meno, no? Sì ma anche allora si spendeva per una grande squadra, voglio dire, il Milan che comprava Ziege, Kluivert, Leonardo, Bogarde, era un Milan che voleva vincere, lasciamo stare che non ci riuscimmo ma la voglia c'era. Anche quel Milan che prima di questi anni è stato il peggiore dell'era Berlusconi, anche quel Milan da decimo posto in classifica andava in giro con GEORGE WEAH, andava in giro con un campione di livello europeo(non mi citate il Balotelli di adesso per piacere, non hanno nulla da spartire i due). Weah era l'emblema di quel Milan, non un Milan che vince, attenzione, perché non si può vincere sempre ma un Milan vincente.
Ecco cosa è stato il Milan per anni, un club assetato di vittorie ma tornando alle porte del 2002, quel Milan allestì una grande squadra e un Milan che compra Nesta e Rivaldo esclude un altro Milan: il Milan che venderebbe Rui Costa e Shevchenko, vi ricorda qualcosa il Milan che venderebbe? Poi casualmente ho messo la parola -vendita- e Shevchenko nella stessa frase ma questo lo vedremo dopo.
Se il Milan avesse venduto Rui Costa, ad esempio, noi che idea ci saremmo fatti? Niente, questi vogliono smobilitare e non hanno più voglia di fare nulla, son sazi delle vittorie di Sacchi e Capello ma invece no! Il Milan voleva continuare a vincere, 5 Champions erano poche.
Ecco, quel Milan apre la stagione 2002-2003 e va a vincere la Champions League in un'annata storica, eliminando prima l'Ajax in un quarto da cardiopalma, poi le due storiche italiane rivali di sempre: Inter e Juventus.
Il ciclo di Ancelotti va avanti, patisce un biennio bruttissimo tra 2004-2006 ma non importa perché quel Milan ha voglia di vincere, quel Milan incassa e si rialza, quel Milan ha talmente voglia che nel 2006-2007 va a vincere la sua settima Champions League. Bella, bellissima quella stagione ma a quell'anno se dovessi dare un simbolo darei il simbolo dello "yin" e dello "yang", quello fu il nostro volo di Icaro, arrivammo a volare in cielo, in alto, troppo in alto, finendo per bruciarci. In quell'anno, come i Karamazov di Dostoevskij, contemplammo i due abissi, "l'abisso che è al di sopra di noi, quello dei supremi ideali", i supremi ideali di una società che è nata per vincere e vuol morire vincendo e "l'abisso che è sotto di noi, quello della più abietta e sordida degradazione", la degradazione non della sconfitta, no! Assolutamente no mio caro presidente, la degradazione della sazietà, della vanità, della mentalità da perdenti!
Ma certo, certo, vincemmo la Champions, perché questa "degradazione" e tutti questi paroloni? Perché da lì in poi il Milan si sarebbe dedicato a quel degrado.
Cosa succede nel 2007? Succede che Silvio Berlusconi decide di non spendere più un euro nel Milan, fine. Potrei chiudere qui il mio post perché diciamocelo, si vince con i soldi, lasciando perdere i grandi ideali di cui sopra, quei grandi ideali se non poggiano sulle basi più materialiste di questo mondo non si reggono. Per essere vincenti ci vuole la voglia di vincere e per avere la voglia di vincere bisogna avere i mezzi per farlo e come si vince? Col denaro, perché i grandi giocatori costano, i grandi progetti, quelli in casa, i famosi progetti a costo 0, anche quelli costano.
Il Milan meraviglioso e bellissimo di cui abbiamo parlato era anche un Milan danaroso, è questa la verità.
Silvio Berlusconi, dunque, non vuole più spendere e cosa succede? Succede il peggio possibile, succede che il Milan non vince più ma questo non è un problema, l'abbiamo visto prima, non abbiamo vinto per anni ma per anni abbiamo avuto la voglia di farlo. Non vincere non è il problema, il problema è come non si vince, il Milan quando non vinse lo fece con la voglia di vincere, adesso il Milan non vince perché non ha più voglia di farlo. Non investire non significa chiedere un attimo di sosta(magari fosse soltanto questo!), significa dire che "a me non interessa più la vittoria", ecco tutto. Questo ci sei venuto a dire caro presidente, a te non importa più nulla di vincere, quindi non importa più nulla del Milan perché, inevitabilmente, costruire una squadra così grande per nome, fama, storia, significa assumere un impegno, significa assumere l'impegno di tenerla sempre ad alti livelli, sempre al top, non puoi dare da mangiare del caviale ai tuoi figli per poi dargli di punto in bianco una spigola avariata e tutto così, per un tuo capriccio, perché io vedo soltanto dei capricci, non delle necessità.
Benissimo, ecco la trasformazione del Milan: il Milan adesso Shevchenko lo vende e proprio la sua cessione fu la prima, emblematica, del lento stato di coma che abbiamo patito prima di quella che io considero la morte di due anni fa. Dopo Sheva il Milan ha venduto Kakà e dopo di lui Thiago Silva e Ibrahimovic, nel luglio del 2012, quella che io considero la data di morte dell'Associazione Calcio Milan.
La società decide di salvaguardare soltanto i conti, il presidente decide di non spendere più del necessario e il Milan entra in coma prima di morire dopo l'ultimo sussulto a cavallo tra il 2010 e il 2011.
Il Milan che non vince più, il Milan non più vincente è diventato un Milan perdente, perdente sotto ogni punto di vista, non solo tecnico, nel campo, ma anche umano per così dire, fuori dal campo.
Prima ho detto che avrei riparlato delle bandiere, sì, le bandiere. Faccio soltanto un nome: Massimo Ambrosini.
Max, in una desolante intervista d'addio viene "ringraziato" soltanto con un articoletto su un giornale, questo è il Milan che conosciamo? Oppure il Milan che in società non può accogliere gente come Boban, Maldini perché teste troppo autonome... e dove siamo, in un regime dittatoriale? Sì, visto il nostro presidente ma forse questa è un'altra storia.
E giusto per riagganciarmi a quanti si lamentavano sul forum in questi giorni circa i nostri attuali giocatori che faccio i nomi di Mexes ma soprattutto di Balotelli.
Questo è il Milan che conosciamo? Il Milan vittima di uno sbandato come Mario e di una ballerina come il francese? No, non è questo il Milan che conosciamo. Un Milan che viene meno così bellamente nel proprio stile non potrà mai più ambire alla vittoria, una volta lo stile Milan era rappresentato da Maldini e Nesta dietro oppure Maldini e Baresi tornando ancora più indietro e Van Basten e Shevchenko davanti, cito soltanto il difensore e l'attaccante per fare un parallelo con i succitati nostri attuali giocatori.
Il Milan è ostaggio di ragazzini viziati senza dei quali non riuscirebbe ad ottenere i premi, perché si tratta di premi ormai e non più di vittorie, affinché possa sopravvivere e vivacchiare.
Un Milan così, a questo punto, che sentimento potrà mai suscitare nell'avversario? E con questo chiudo ricollegandomi all'inizio del post.
L'avversario del Milan, oggi, che sentimento prova nell'affrontarlo? Secondo me non più di paura ma di coraggio, il Milan è diventata la squadra contro la quale tutto è possibile, ma quale storia, quale destino, quale paura! Tutte cavolate, sono quattro somari che corrono appresso ad un pallone, non altro!
Ecco cosa è il Milan, una squadra "normale" e questa è una cosa grave perché noi non siamo stati abituati ad essere normali e neanche gli avversari sono stati abituati a vederci normali.
Com'era? I nostri colori saranno rosso come il fuoco e nero come la paura che incuteremo agli avversari? I nostri colori dovrebbero essere nero e verde, nero come il carbone lasciato da quel fuoco e verde come la speranza che incutiamo negli avversari, la speranza di venire a prendersi una giornata di gloria in quest'ospizio dove altro non possiamo fare che raccontare quant'eravamo belli da giovani.
Forse ci sarebbe ancora tanto da dire ma non mi sovviene nient'altro alla mente, sono stanco, sotto ogni punto di vista.

Forza Milan
 

Mou

New member
Registrato
25 Febbraio 2013
Messaggi
3,107
Reaction score
17
Post ricchissimo colpevolmente ignorato.
 

Jino

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
56,421
Reaction score
4,208
Eh vabbè il discorso è sempre il solito, spendi provi a vincere, non spendi fai lo spettatore. Il Milan spendeva e vinceva, ora no. Il bresidente ha chiuso i rubinetti, ha dismesso il Milan da grande squadra. Il Napoli ha preso il nostro posto di fatto.
 
Registrato
27 Agosto 2012
Messaggi
30,227
Reaction score
1,535
Il Milan non è più un grande club da quando il nano ha capito che, il giocattolino rossonero, non era più un modo attraverso cui acquisire gradimento, importanza in campo politico. Poi metteteci il famoso Lodo, il passivo continuo del gruppo Fininvest ed il dado è tratto.
 
Registrato
27 Agosto 2012
Messaggi
30,227
Reaction score
1,535
Eh vabbè il discorso è sempre il solito, spendi provi a vincere, non spendi fai lo spettatore. Il Milan spendeva e vinceva, ora no. Il bresidente ha chiuso i rubinetti, ha dismesso il Milan da grande squadra. Il Napoli ha preso il nostro posto di fatto.

Il Napoli non ha preso il posto del Milan. Il Milan dominava il mondo. Il Napoli è solo un protagonista della scena italiana.
 

Jino

Senior Member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
56,421
Reaction score
4,208
Parlavo ovviamente d'Italia, d'Europa manco mi permetto più di parlare.
 
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
10,921
Reaction score
2,446
Il Milan non è più un grande club da quando il nano ha capito che, il giocattolino rossonero, non era più un modo attraverso cui acquisire gradimento, importanza in campo politico. Poi metteteci il famoso Lodo, il passivo continuo del gruppo Fininvest ed il dado è tratto.

impeccabile
 

runner

New member
Registrato
28 Agosto 2012
Messaggi
7,206
Reaction score
4
cavolo che romanzo, peggio quasi dei miei giornalieri commenti a 360 gradi!!

Sinteticamente ti rispondo dicendo che questa differenza di stile (chiamiamolo così per far prima) ciclicamente la notano tutti i tifosi con il termine e l' inizio di un ciclo in generale, quindi potrei semplicisticamente dirti che è normale quando una proprietà non spende più iniziare a navigare a vista, ma non voglio e ti rispondo dicendo che il nostro attuale problema di mancanza di stile è figlio di tre cause:

1 - il proprietario è un "guscio vuoto" (cit.) che non ha più stimoli per spendere
2 - alcune raltà europee che sono emerse in poco tempo (Chelsea, PSG, Man City)
3 - i personaggi che ci hanno traghettato ad esempio da farina al berlu come Baresi e Tassotti sono stati valorizzati, mentre oggi no, persone come Maldini, Boban, Savicevic e Albertini (tanto per fare degli esempi) non sono stati coinvolti e l' unico che stava facendo un buon lavoro come Leo è stato messo sulla panchina per poi essere mangiato dalla proprietà con critiche assurde.
 

Splendidi Incisivi

New member
Registrato
29 Agosto 2012
Messaggi
32,418
Reaction score
125
Eh vabbè il discorso è sempre il solito, spendi provi a vincere, non spendi fai lo spettatore. Il Milan spendeva e vinceva, ora no. Il bresidente ha chiuso i rubinetti, ha dismesso il Milan da grande squadra. Il Napoli ha preso il nostro posto di fatto.
Beh certo, non ho detto niente di nuovo, però ho voluto fare ugualmente una sorta di focus sul Milan degli ultimi vent'anni, sempre berlusconiano(in senso calcistico)ma molto diverso di anno in anno. Ad oggi i topic su ciò che non va sono singoli, ho voluto fare una summa.
 
Alto
head>