credo di averti già risposto...
innanzitutto non parlo di valutazioni singole, ma di squadra. se dici che Fassone ha svalutato la rosa, vorrei capire come la campagna acquisti passata abbia potuto, nel computo totale, svalutare la rosa di maggio 2017.
sui singoli non mi dilungo, ma come già ti hanno detto altri, non vedo perchè Silva non possa valere 40 milioni quando gente come Kondogbia, Pavoletti, Gabbiadini, Zaza, lo stesso Niang scappato in Inghilterra, nonostante annate buie sono stati rivenduti a prezzi altissimi.
nel '98 cedemmo Kluivert, reduce dalla peggior stagione di un centravanti rossonero fino a Kalinic, per 30 miliardi in due giorni.
di nuovo, il piano di VA presentato prevedeva l'EL, e ricavi dalla Cina ribassati.
ora puoi pensare quello che vuoi, ma non tutte le squadre che chiedono gli Agreement devono andare in Champions, quindi non tutti i piani presentati hanno la Champions come obiettivo. Compreso quello da noi presentato.
ripeto: l'UEFA avrebbe dovuto giudicare in base a questo: Fassone ha presentato un piano che prevedeva il pareggio di bilancio (che è quello che chiede l'UEFA, mica chiede un piano per vincere le competizioni) nonostante ricavi ribassati.
e ribadisco, la questione stadio è esterna al Va ed al SA: chi lo ha già ovviamente fa rientrare i ricavi nel progetto. chi non lo ha può costruirlo senza che i costi ne gravino nel computo del business plan. e poi non capisco come la costruzione di uno stadio avrebbe potuto cambiare le sorti, dato che gli agreement hanno durata 3 o 4 anni. Avevi per caso in mente uno stadio fatto coi Lego in 2 giorni?
I conti sono sotto controllo: esposizione debitoria non superiore al 50% del fatturato annuo (che rientra ampiamente nel range per l'ottenimento di prestiti e bond, il problema è il pegno), idem per il monte ingaggi (che salirà di pari passo all'aumento del fatturato, così come vuole l'UEFA).
Continuo a dirlo: la decisione è stata vincolata dall'impossibilità di produrre le garanzie richieste. Ridefinizione del debito in due settimane, ovvero prima della riunione del 9 dicembre, oppure deposito cauzionale da 120-150 milioni.
Li, per depositare quei soldi, avrebbe dovuto chiedere un prestito. E onestamente ad un imprenditore che ha un patrimonio di 500 milioni (o giù di lì) e un prestito già accollato da 300 più interessi, nessuno avrebbe concesso nulla.
Quindi ha presentato una opzione interessante: avete a cuore la continuità aziendale e i conti del Milan?
Bene, invece di deposito cauzionale, faccio approvare dal CDA aumenti di capitale della stessa cifra nei conti Milan, così che per ogni intoppo sapete che il club ha la liquidità per far fronte a tutto. In questo modo Li non doveva chiedere prestiti, e non avendo altri prestiti avrebbe più possibilità di trovare chi rifinanzia il debito Elliott, e non ha grattacapi per la gestione ordinaria di un club ad oggi ancora esposto a perdite annuali.
Fassone ha ampiamente confermato, nelle dichiarazioni rese alla stampa dopo la riunione a Nyon a novembre, nella occasione della presentazione della proposta rossonera di voluntary agreement, che il piano industriale e di investimenti, ivi allegato, contemplava l'impegno degli azionisti a ricapitalizzazioni successive e temporalizzate del club nel corso del monitoring period, per l'importo pari al deficit di esercizio oggetto di denuncia (circa 160 milioni di euro), per sostenere gli impegni finanziari nella fase, la prima, la più delicata, di sviluppo dei programmi per la espansione del fatturato. Si tratta di impegni assunti dall'azionista verso il cda ai termini del Codice Civile, e pertanto suscettibili di coazione da parte dell'organo amministrativo a sua semplice e discrezionale richiesta. Il vero è che la UEFA ha richiesto il ripiano immediato di questa esposizione tramite una fideiussione bancaria obiettivamente insostenibile in tempi pressoché immediati, ed implicante una controgaranzia finanziaria, che avrebbe imposto al garante diretto di richiedere impegni sui patrimoni in dotazione alle società del perimetro legale di controllo, essendo quello del Milan già oggetto di pegno in favore di terzi creditori, che avrebbero inevitabilmente portato fino alla capofila controllante alle Vergini Britanniche, ove sarebbe arrivato il blocco della proprietà per proprie discrezionali ragioni. Un modo come un altro, lo ripetiamo, per stanare la proprietà sul tema della provenienza dei fondi, ed a cui la proprietà ha opposto un netto rifiuto. Il modo di procedere di UEFA è singolare, trattandosi di una interpretazione estrema del Regolamento del Fair Play Finanziario, nella parte di esso concernente la disciplina dell'istituto del voluntary agreement, dappoiche' non vi sono termini stringenti per la realizzazione del richiesto impegno all'azionista a garantire il ripiano degli sbilanci di esercizio, ma semplicemente la assunzione di questo impegno, e la sua attuazione nei termini opportuni, e ciò compatibilmente con le discipline interne nazionali per la iscrizione ai relativi tornei, tutte incentrate sulla assunzione dell'impegno al ripiano a zero delle passività di gestione da parte dei vari clubs, quali risultanti dal bilancio di esercizio approvato, per la iscrizione al torneo della stagione sportiva successiva a tale approvazione. Ad esempio, se il bilancio di esercizio riporta un deficit di cassa di 150 milioni di euro al 30 giugno 2018, ed il bilancio è approvato, come da rito, ad ottobre 2018, il ripiano della esposizione deve essere effettuato entro il 30 giugno 2019, pena la non iscrizione al campionato di serie A 2019-2020. La UEFA, sulla base di previsionali di conto presentati dal club alla data di discussione della proposta di voluntary agreement, novembre 2017, ha preteso a stretto giro, una decina di giorni, una garanzia finanziaria da banca di primario livello, scelta da un elenco da essa precompilato, per il ripiano di una esposizione del club di circa 150 milioni, che dalle NOIF di FIGC per la iscrizione al campionato di serie A viene richiesta al 30 giugno 2019, agli effetti della iscrizione al campionato di serie A 2019-2020. In pratica, si imponeva al Milan un impegno finanziario immediato, ed a vincolo più che annuale (dovendosi garantire analogo impegno per la FIGC per l'anno successivo), tale da condizionare negativamente lo stato patrimoniale e finanziario della società proprio nella delicata fase di attuazione del programma di investimenti che è, o dovrebbe essere, il vero cuore del voluntary agreement. Una scelta valutativa a dir poco sorprendente. Non è un caso che, dopo la decisione sul Milan, la UEFA abbia richiesto, e questa è la vera notizia della giornata, la acquisizione dello schema di indici valutativi, economici e finanziari, adottati dalla nostra Co.Vi.Soc. per la iscrizione dei clubs ai campionati interni. Un clamoroso ripensamento rispetto a scelte valutative a dir poco incoerenti, o poco rispettose dei criteri domestici italiani, a cui i nostri clubs, Milan compreso, conformano i propri piani industriali, e che avrebbero dovuto essere presi in considerazione dalla Federazione europea per una valutazione corretta e realistica della nostra proposta di accordo? Il sospetto c'è.