La sperimentazione sugli animali

SuperMilan

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Se non è una questione ''di superiorità''...Perche non facciamo le sperimentazioni su uomini e animali in contemporanea?
L ultima frase non è fuori contesto...siamo tutti figli dell'universo...anzi figli delle stelle per essere piu precisi.

Perchè non sarebbe comunque in contemporanea. Una cavia ha un ciclo vitale di qualche anno, durante il quale ripercorre tutte le tappe di un ciclo vitale di un uomo, che sono 80 anni o di più. Per cui i risultati sugli studi sulle cavie li hai dopo qualche anno, quelli su un uomo (che poi vorrei capire che cosa intendi tu per sperimentazione umana), dopo 100 anni. In pratica il ricercatore muore prima di avere i risultati. Per questo (e per altro) si fa la sperimentazione sugli animali PRIMA che sull'uomo. Così poi sugli uomini si sperimentano altre cose più funzionali. Dopo la sperimentazione animale c'è quella umana, ma sono diverse, non è assolutamente la stessa cosa. Ad esempio, se cerchi un antineoplasico, vai a completare il processo di sperimentazione su uomini malati volontari.

Parlare di sperimentazione umana prima, o in contemporanea, o con lo stesso metodo della sperimentazione animale è utopico, e farebbe crollare il mondo farmaceutico e, conseguentemente, della ricerca. Secondo te un'industria aspetterebbe 100 anni per avere risultati su un farmaco? E se le supposizioni poste 100 anni prima fossero state (come capita sempre, nelle prima ipotesi) sbagliate? Aspettiamo altri 100 anni?

Io sono un amante degli animali, ma mi rendo conto che, ad oggi, la ricerca sugli animali è indispensabile se vogliamo ottenere qualche risultato. Altrimenti ci deve andare bene morire per un'infezione o per la dissenteria.
 

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Perchè non sarebbe comunque in contemporanea. Una cavia ha un ciclo vitale di qualche anno, durante il quale ripercorre tutte le tappe di un ciclo vitale di un uomo, che sono 80 anni o di più. Per cui i risultati sugli studi sulle cavie li hai dopo qualche anno, quelli su un uomo (che poi vorrei capire che cosa intendi tu per sperimentazione umana), dopo 100 anni. In pratica il ricercatore muore prima di avere i risultati. Per questo (e per altro) si fa la sperimentazione sugli animali PRIMA che sull'uomo. Così poi sugli uomini si sperimentano altre cose più funzionali. Dopo la sperimentazione animale c'è quella umana, ma sono diverse, non è assolutamente la stessa cosa. Ad esempio, se cerchi un antineoplasico, vai a completare il processo di sperimentazione su uomini malati volontari.

Parlare di sperimentazione umana prima, o in contemporanea, o con lo stesso metodo della sperimentazione animale è utopico, e farebbe crollare il mondo farmaceutico e, conseguentemente, della ricerca. Secondo te un'industria aspetterebbe 100 anni per avere risultati su un farmaco? E se le supposizioni poste 100 anni prima fossero state (come capita sempre, nelle prima ipotesi) sbagliate? Aspettiamo altri 100 anni?

Io sono un amante degli animali, ma mi rendo conto che, ad oggi, la ricerca sugli animali è indispensabile se vogliamo ottenere qualche risultato. Altrimenti ci deve andare bene morire per un'infezione o per la dissenteria.
La ragione ti appoggia...il cuore no.
 

SuperMilan

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La ragione ti appoggia...il cuore no.

Ti capisco, anche io sono nell'ambito della ricerca (organica in realtà), però ho degli amici in questo tipo di ricerca ed è difficile. Però è necessaria, a meno che, appunto, non si voglia far crollare tutto un sistema e peggiorare di molto la Sanità.
 
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Alla fine di tutto...fare ricerca su creature inferiori è giustificabile.
Bene restiamo in attesa di una cultura aliena di 100 milioni di anni venga dall universo e ci faccia 2 esperimenti perche siamo inferiori.

Reductio ad absurdum (Latin: "reduction to absurdity"), also known as argumentum ad absurdum (Latin: argument to absurdity), is a common form of argument which seeks to demonstrate that a statement is true by showing that a false, untenable, or absurd result follows from its denial,[1] or in turn to demonstrate that a statement is false by showing that a false, untenable, or absurd result follows from its acceptance. First appearing in classical Greek philosophy (the Latin term derives from the Greek "εις άτοπον απαγωγή" or eis atopon apagoge, "reduction to the impossible", for example in Aristotle's Prior Analytics),[1] this technique has been used throughout history in both formal mathematical and philosophical reasoning, as well as informal debate.
The "absurd" conclusion of a reductio ad absurdum argument can take a range of forms:

Rocks have weight, otherwise we would see them floating in the air.
Society must have laws, otherwise there would be chaos.
There is no smallest positive rational number, because if there were, it could be divided by two to get a smaller one.


The first example above argues that the denial of the assertion would have a ridiculous result, against the evidence of our senses. The second argues that the denial would have an untenable result: unacceptable, unworkable or unpleasant for society. The third is a mathematical proof by contradiction, arguing that the denial of the assertion would result in a logical contradiction (there is a smallest rational number and yet there is a rational number smaller than it).
 

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Reductio ad absurdum (Latin: "reduction to absurdity"), also known as argumentum ad absurdum (Latin: argument to absurdity), is a common form of argument which seeks to demonstrate that a statement is true by showing that a false, untenable, or absurd result follows from its denial,[1] or in turn to demonstrate that a statement is false by showing that a false, untenable, or absurd result follows from its acceptance. First appearing in classical Greek philosophy (the Latin term derives from the Greek "εις άτοπον απαγωγή" or eis atopon apagoge, "reduction to the impossible", for example in Aristotle's Prior Analytics),[1] this technique has been used throughout history in both formal mathematical and philosophical reasoning, as well as informal debate.
The "absurd" conclusion of a reductio ad absurdum argument can take a range of forms:

Rocks have weight, otherwise we would see them floating in the air.
Society must have laws, otherwise there would be chaos.
There is no smallest positive rational number, because if there were, it could be divided by two to get a smaller one.


The first example above argues that the denial of the assertion would have a ridiculous result, against the evidence of our senses. The second argues that the denial would have an untenable result: unacceptable, unworkable or unpleasant for society. The third is a mathematical proof by contradiction, arguing that the denial of the assertion would result in a logical contradiction (there is a smallest rational number and yet there is a rational number smaller than it).
perchè assurdo?
Anzi why o cur???::D:
visto che ci sciacquiamo la bocca con la cultura...
 

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se sei contrario alla sperimentazione animale non assumere i farmaci quando sei ammalato.
ecco, a me 'sta frase fa sorridere, in quanto molto probabilmente chi le pronuncia indossa (o possiede nella propria collezione) scarpe realizzate da dei ragazzini.
di conseguenza per lo stesso granitico principio di coerenza dovrei pensare che la persona in questione sia a favore dello sfruttamento minorile.
quanti bei paladini della congruenza.
in ogni caso, riguardo la sa, cerco di non pensarci perché per quanto la ritenga necessaria credo che questa realtà sia una gargantuesca m3rda.
non ci si può fare niente (al momento, voglio sperare), dicevano i giapponesi.
 
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se sei contrario alla sperimentazione animale non assumere i farmaci quando sei ammalato.
ecco, a me 'sta frase fa sorridere, in quanto molto probabilmente chi le pronuncia indossa (o possiede nella propria collezione) scarpe realizzate da dei ragazzini.
di conseguenza per lo stesso granitico principio di coerenza dovrei pensare che la persona in questione sia a favore dello sfruttamento minorile.
quanti bei paladini della congruenza.
in ogni caso, riguardo la sa, cerco di non pensarci perché per quanto la ritenga necessaria credo che questa realtà sia una gargantuesca m3rda.
non ci si può fare niente (al momento, voglio sperare), dicevano i giapponesi.


Neanche a me fa impazzire la democrazia rappresentativa,ma devi propormi un alternativa credibile
Lo stesso dicasi per il capitalismo,spesso un sistema molto spietato,ma altre alternative hanno clamorosamente fallito
Se non ci sono alternative credibili,in tutte le cose,siamo punto e a capo
 

If Everyone Cared

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Neanche a me fa impazzire la democrazia rappresentativa,ma devi propormi un alternativa credibile
Lo stesso dicasi per il capitalismo,spesso un sistema molto spietato,ma altre alternative hanno clamorosamente fallito
Se non ci sono alternative credibili,in tutte le cose,siamo punto e a capo

giuro, 'sto post l'ho riletto tipo quattro volte, ma ancora non ho afferrato che cosa mi stai contestando.
 
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