La crisi reale delle aziende italane

Angstgegner

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Io abito in Lombardia, nel Varesotto. La mia zona era nota per essere il più importante (o uno dei più importanti) distretto tessile italiano. Questo settore ormai praticamente non esiste più. In provincia c'erano tantissime PMI, alcune famose in tutto il mondo, ora sono sul lastrico o sono comunque in estrema sofferenza. La situazione lavorativa non è così drammatica come da altre parti del Paese, ma risulta comunque grave. Mio padre una volta fallita l'azienda nella quale ha lavorato per 20 anni ci ha impiegato 2 anni per trovare lavoro, nonostante avesse una grandissima esperienza sul campo come manutentore meccanico. "Lei ha quasi 55 anni, è troppo vecchio". Se l'è sentito dire parecchie volte, ma poi per fortuna ha trovato lavoro in una realtà consolidata. Io stesso nonostante stia per concludere gli studi per trovare uno stage ci ho messo più di 6 mesi. In conclusione, nella zona in cui abito resistono le imprese che fanno parte di una multinazionale che non risente particolarmente della crisi o che sia leader di mercato nel proprio settore. Un'azienda storica come l'Agusta Westland non se la sta passando bene, la situazione di Malpensa non è ancora chiara (se davvero si vuole trasformare l'aeroporto in un hub per i soli voli internazionali il lavoro diminuirà certamente), per fare 2 esempi. In controtendenza la Whirlpool vuole fare del Varesotto il più grande polo produttivo in Europa e nel giro di un paio di anni dovrebbe spostare la produzione dei forni dalla Svezia all'Italia. Questa è una grossa opportunità lavorativa, in quanto dovrebbero prima reintegrare i dipendenti lasciati a casa e poi dovrebbero assumere nuovo personale (si vocifera circa 500 persone).
Per i giovani non è affatto facile trovare lavoro, a prescindere dal titolo di studio: se hai studiato richiedono l'esperienza, se hai maturato un minimo di esperienza per una determinata mansione richiedono il titolo di studio. Attualmente è impossibile programmare alcun tipo di futuro. Io sono pronto ad andare all'estero nel caso la situazione fosse davvero drammatica ma rimarrò in Italia finché avrò anche solamente un briciolo di speranza affinché le cose possano cambiare.
 

Brain84

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Io sono libero professionista e abito nel Veneto orientale. Con il mio lavoro giro molte piccole e medie imprese, ci lavoro a stretto contatto tutti i giorni e vedo una moria totale, tant'è che sempre di più si affidano a me come collaboratore esterno.
Il problema non è solo uno, sono tanti e in mezzo ci metto una cultura del lavoro che si è persa con il progredire delle generazioni.
 

Albijol

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Qua nelle Marche le grosse aziende o hanno chiuso, o vogliono delocalizzare o hanno già delocalizzato. Solo lo scarparo Della Valle e pochi altri se la passano stra-bene
 

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Io ho difficoltà a contattare le imprese, quelle che trovo andando in giro non vogliono nemmeno parlare, quelle di cui non conosco la sede non fanno nessuna pubblicità dato che le interinali hanno intasato tutti i mezzi mediatici per la ricerca del lavoro con i loro annunci falsi.

Le uniche soluzioni soluzioni sono due:
non votare tutta la popolazione = impossibile (ricordo che un politico senza voto non vale nulla)
andare all'estero = possibile

Il politico ha il proprio voto personale e non c'è nessuna legge sul quorum per essere eletti. Se abbandoni l'Italia è come se ti amputi il pene per fare un dispetto alla moglie: il tuo destino rimane ignoto e il destino del politico nel caso peggiore cioè la "desertificazione" dell'Italia è cuccarsi la zona con il più importante patrimonio artistico del mondo.
 

Colle Der Fomento

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Io ho difficoltà a contattare le imprese, quelle che trovo andando in giro non vogliono nemmeno parlare, quelle di cui non conosco la sede non fanno nessuna pubblicità dato che le interinali hanno intasato tutti i mezzi mediatici per la ricerca del lavoro con i loro annunci falsi.



Il politico ha il proprio voto personale e non c'è nessuna legge sul quorum per essere eletti. Se abbandoni l'Italia è come se ti amputi il pene per fare un dispetto alla moglie: il tuo destino rimane ignoto e il destino del politico nel caso peggiore cioè la "desertificazione" dell'Italia è cuccarsi la zona con il più importante patrimonio artistico del mondo.
Vabbè, tu resta qui a ''marcire''. Io me ne andrò, non voglio passare la vita in un paese arretrato pieno di problemi.
 

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Vabbè, tu resta qui a ''marcire''. Io me ne andrò, non voglio passare la vita in un paese arretrato pieno di problemi.

la realtà all estero se non hai conoscenze(intendo in loco)non è cosi semplice...Ti auguro il meglio e se incontri difficolta non abbatterti perche se cerchi un lavoro all estero partendo dal basso è davvero durissima.
 

madeinitaly

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E' un paese dove non se ne esce "vivi" l'Italia, ormai è la cruda verità. Il 44% dei giovani è disoccupato (1 su 2 non lavora), le aziende hanno debiti fino al collo e la maggior parte stanno chiudendo o hanno già chiuso. La tassazione è esagerata in qualsiasi cosa ci si giri, qualsiasi prodotto o qualsiasi cosa vogliate, è un paese invivibile ormai. La gente non sa più dove sbatter la testa, e ormai l'unica soluzione è andarsene e provare un avventura all'estero. Non ha più senso neanche fare il discorso "eh se te ne vai sei un coniglio, devi rimanere a lottare per il paese" perchè non ha più un senso, quindi tanto vale provarci. In bocca al lupo a tutti quelli che lo faranno, io ci sto pensando e penso che ci proverò.
 

Splendidi Incisivi

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la realtà all estero se non hai conoscenze(intendo in loco)non è cosi semplice...Ti auguro il meglio e se incontri difficolta non abbatterti perche se cerchi un lavoro all estero partendo dal basso è davvero durissima.
Esatto, quella dell'estero sta diventando una favoletta. Se si è qualificati e dall'estero ti offrono un lavoro allora è giusto accettare, cioè: lascio l'Italia per andare a lavorare certamente altrove ma se devo andare all'estero per iniziare da 0, tanto vale iniziare da 0 qui, dove sai muoverti, volente o nolente, meglio che in un altro paese, perché qui ci sei nato e cresciuto.
 

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Esatto, quella dell'estero sta diventando una favoletta. Se si è qualificati e dall'estero ti offrono un lavoro allora è giusto accettare, cioè: lascio l'Italia per andare a lavorare certamente altrove ma se devo andare all'estero per iniziare da 0, tanto vale iniziare da 0 qui, dove sai muoverti, volente o nolente, meglio che in un altro paese, perché qui ci sei nato e cresciuto.
Ma guarda puoi iniziare anche da zero ma è necessario avere un supporto tipo un amico,un parente un contatto che ti indirizza...altrimenti fai la fine dei lava vetri che ci sono qua in italia.
 

runner

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ormai sono mesi che sento panzanate e motivazioni allucinati sulla "crisi" italiana (non in questo forum ma in giro)

come si fa a pensare che le persone debbano cambiare attitudini e che di colpo si possano fare le riforme che sono 30 anni che nessuno le fa?
L' Italia è un paese che non ha liquidità. Le idee, i laureati e la voglia di fare le cose ci sono ancora, mancano solo i mezzi per metterle in atto....
 
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