La Camera approva la nuova legge sulla cittadinanza.

James Watson

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I zingari che ci entrano in casa a rubare saranno italiani come noi. Esultiamo.

GLI zingari. Gli zingari in questione, molto spesso, o sono clandestini (e quindi non hanno diritto ad accedere a questa norma) o sono ROM/SINTI quindi sono già cittadini europei (in qualche caso addirittura italiani).
 

Milanforever26

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La cittadinanza come istituto vacuo e meramente giuridico, sganciato dal senso di appartenenza e coscienza storica e culturale è un concetto che trovo riprovevole. È fantastico vedere il capitale e i sedicenti antagonisti dello stesso andare a braccetto in questo esecrabile processo di livellamento culturale, funzionale al livellamento a ribasso dei diritti economici e sociali.

Perché il vero potere sa vestirsi con gli abiti buoni e allora questo processo che tu descrivi lo si inizia a chiamare "integrazione"..senti che bella parola?.. E allora spegnendo il cervello si arriva al concetto che l'integrazione "arricchisce l'uomo" "le diversità ci fanno crescere"...Questo magari valeva secoli o decenni fa, ma oggi invece cosa vediamo se apriamo bene gli occhi? Le identità culturali spariscono sotto i colpi prepotenti di un unico stile di vita, mode globali, usanze locali che spariscono e via dicendo..
In pratica si va verso il processo di unificazione del pensiero e del modo di vivere..
E poi ovviamente come sottolinei tu ben venga un po' di manodopera a basso prezzo...possibilmente nei paesi "evoluti" che sono più strutturati e in cui è più facile fare impresa
 
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Condivido pienamente il tuo primo post

nel secondo post, come spesso accade a chi parla del M5S, commetti il solito errore di pressapochismo,
la posizione dei cinquestelle è molto semplice e razionale, le frontiere devono restare chiuse, ma chi entra regolarmente deve godere degli stessi diritti, non può essere un non cittadino.
poi comprendo che si possa condividere o meno, io personalmente sarei per non far entrare più nessuno e rispedire a casa tutti quelli che non dimostrano di essersi interamente integrati e creati un nucleo famigliare stabile in Italia,
partendo da tutti quelli che inviano lo stipendio alle famiglie nel paese d'origine, cosa che deprime pesantemente la nostra già debole economia.

Penso che si faccia troppa confusione tra immigrazione regolare e cittadinanza, che sono cose diverse. il mio pensiero è molto semplice: quanti ne servono ogni anno in rapporto alla popolazione ed al volume della forza lavoro? Ne servono 300 (numero a caso)? Bene, entrano 300. Tutti gli altri a casa. Considerato il periodo storico di forte recessione economica e di crescente disoccupazione, in questo momento il fenomeno migratorio andrebbe fortemente limitato, anche per evitare il lievllamento dei salari verso il basso perseguito dalle elites liberiste. L'irregolarità va repressa severamente.
L'immigrato regolarizzato, come da Costituzione, ha diritto a godere del medesimo livello di prestazioni civili e sociali dei cittadini, eccetto che per il diritto al lavoro, da riservare ai cittadini a norma dell'art. 4. La cittadinanza deve tornare ad essere un istituto fondato sul desiderio di appartenenza alla comunità, e sull'accettazione e la condivisione dei principi e dei valori costituzionali e culturali (una decina d'anni di residenza sul territorio a seguito di regolare permesso+superamento di esame di lingua e di educazione civica e fondamenti della Costituzione+assenza di condanne penali e carichi pendenti). E' necessario, ovviamente, uscire dall'area Schengen. Discorso a parte per i profughi di guerra, il cui status è regolato da norme internazionali che rendono difficilmente aggirabile il diritto di asilo. Questo è il mio pensiero.
 
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Perché il vero potere sa vestirsi con gli abiti buoni e allora questo processo che tu descrivi lo si inizia a chiamare "integrazione"..senti che bella parola?.. E allora spegnendo il cervello si arriva al concetto che l'integrazione "arricchisce l'uomo" "le diversità ci fanno crescere"...Questo magari valeva secoli o decenni fa, ma oggi invece cosa vediamo se apriamo bene gli occhi? Le identità culturali spariscono sotto i colpi prepotenti di un unico stile di vita, mode globali, usanze locali che spariscono e via dicendo..
In pratica si va verso il processo di unificazione del pensiero e del modo di vivere..
E poi ovviamente come sottolinei tu ben venga un po' di manodopera a basso prezzo...possibilmente nei paesi "evoluti" che sono più strutturati e in cui è più facile fare impresa

E' buonismo da radical chic sessantottini e da travaglisti antiitaliani, un fenomeno ORRIDO che va avanti ormai da anni. L'idea dell'immigrazione illimitata è un'idea balzana ed intrinsecamente liberista. Basta andare a vedere come Engels analizzava gli effetti dell'immigrazione irlandese in Inghilterra. L'immigrazione è un fenomeno che va analizzato con EQUILIBRIO e RAZIOCINIO e conseguentemente REGOLATO, al riparo da estremismi di segno opposto (Savini da un lato, Sellini dall'altro) Questo a prescindere dalla volontà di alcuni di annichilire la nostra identità culturale nazionale per trasformarci in anglofoni consumatori senza arte né parte. Ma poi, non ci vuole il QI di Hawking per capire che se ne facciamo entrare a frotte senza alcun presidio, nel giro di 10 anni facciamo la fine della ex - Jugoslavia. Con buona pace del multiculturalismo.
 

tifoso evorutto

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Penso che si faccia troppa confusione tra immigrazione regolare e cittadinanza, che sono cose diverse. il mio pensiero è molto semplice: quanti ne servono ogni anno in rapporto alla popolazione ed al volume della forza lavoro? Ne servono 300 (numero a caso)? Bene, entrano 300. Tutti gli altri a casa. Considerato il periodo storico di forte recessione economica e di crescente disoccupazione, in questo momento il fenomeno migratorio andrebbe fortemente limitato, anche per evitare il lievllamento dei salari verso il basso perseguito dalle elites liberiste. L'irregolarità va repressa severamente.
L'immigrato regolarizzato, come da Costituzione, ha diritto a godere del medesimo livello di prestazioni civili e sociali dei cittadini, eccetto che per il diritto al lavoro, da riservare ai cittadini a norma dell'art. 4. La cittadinanza deve tornare ad essere un istituto fondato sul desiderio di appartenenza alla comunità, e sull'accettazione e la condivisione dei principi e dei valori costituzionali e culturali (una decina d'anni di residenza sul territorio a seguito di regolare permesso+superamento di esame di lingua e di educazione civica e fondamenti della Costituzione+assenza di condanne penali e carichi pendenti). E' necessario, ovviamente, uscire dall'area Schengen. Discorso a parte per i profughi di guerra, il cui status è regolato da norme internazionali che rendono difficilmente aggirabile il diritto di asilo. Questo è il mio pensiero.

Concordo in pieno, è una posizione del tutto razionale a cui bene o male convergono tutti,
poi la realtà e che i vari governi destra/sinistra hanno permesso lo schifo attuale, soprattutto i governi di FI e Lega, a parole i più contrari all'immigrazione incontrollata e nei fatti i più responsabili della medesima.
 
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