Penso che si faccia troppa confusione tra immigrazione regolare e cittadinanza, che sono cose diverse. il mio pensiero è molto semplice: quanti ne servono ogni anno in rapporto alla popolazione ed al volume della forza lavoro? Ne servono 300 (numero a caso)? Bene, entrano 300. Tutti gli altri a casa. Considerato il periodo storico di forte recessione economica e di crescente disoccupazione, in questo momento il fenomeno migratorio andrebbe fortemente limitato, anche per evitare il lievllamento dei salari verso il basso perseguito dalle elites liberiste. L'irregolarità va repressa severamente.
L'immigrato regolarizzato, come da Costituzione, ha diritto a godere del medesimo livello di prestazioni civili e sociali dei cittadini, eccetto che per il diritto al lavoro, da riservare ai cittadini a norma dell'art. 4. La cittadinanza deve tornare ad essere un istituto fondato sul desiderio di appartenenza alla comunità, e sull'accettazione e la condivisione dei principi e dei valori costituzionali e culturali (una decina d'anni di residenza sul territorio a seguito di regolare permesso+superamento di esame di lingua e di educazione civica e fondamenti della Costituzione+assenza di condanne penali e carichi pendenti). E' necessario, ovviamente, uscire dall'area Schengen. Discorso a parte per i profughi di guerra, il cui status è regolato da norme internazionali che rendono difficilmente aggirabile il diritto di asilo. Questo è il mio pensiero.