Prima pagina per Filippo Inzaghi sulla Gazzetta dello Sport.
La rosea titola "L'Europa è casa Milan", infatti Inzaghi nell'intervista concessa al quotidiano sportivo si esprime sull'habitat naturale del Milan: "Il Milan è da Europa, non può starci fuori. Noi quest'anno dobbiamo innanzitutto migliorare la posizione in classifica rispetto alla scorsa stagione e poi qualificarci alle Coppe, che sia Champions League o Europa League, poi si vedrà".
Inzaghi poi si sbilancia sull'altra competizione che vedrà impegnato il Milan questa stagione: "La Coppa Italia è la nostra Champions League, un trofeo è sempre importante, quest'anno ancora di più".
Oltre agli obbiettivi, Inzaghi fa anche una sintesi del suoi primi mesi da allenatore del Milan.
"Ricordo la cena dell'incoronazione ad Arcore, il 31 Maggio. Fu bellissimo.
Ora sto dalla mattina alla sera a Milanello, ce la metto tutta e ringrazio anche lo staff per l'aiuto. Un errore in questi primi mesi, sono state le amichevoli contro squadre fortissime e più pronte, rischiavamo che il morale dei giocatori si abbattesse, ma hanno reagito bene. Io spero che la correttezza venga sempre premiata, non faccio mai scelte per simpatia.
Tra me, Galliani, Barbara Berlusconi e il Presidente c'è grande sintonia. Dopo i due pareggi consecutivi, Berlusconi si è complimentato per la voglia manifestata in campo.
Se è possibile ricostruire la squadra senza investire? Mi rendo conto del periodo particolare che vive la società, mi stimola ad aiutarla. Sono ambizioso, torneremo presto in alto."
Passando al lato tecnico: "Io voglio una squadra solida che prenda pochi gol, ma mi piace il calcio offensivo. Per ora segniamo tanti gol, ne prendiamo troppi ma aspettiamo che tornino tutti i centrali difensivi titolari per migliorare dietro.
Come modello, mi ispiro al Real di Ancelotti. Una squadra che varia dal 4-3-3 al 4-4-2, al 4-2-3-1, è importante per un allenatore non fossilizzarsi su un solo modulo, ma lavorare con quello che offre la squadra.
Il Milan gioca meglio senza centravanti puro? No, anche Menez è un centravanti. Devo essere io bravo a schierare Torres, Menez e Pazzini in modo da farli rendere bene.
El Shaarawy? il 4-3-3 l'ho scelto per valorizzare lui, io lo metterei sempre in campo ma devo pensare al bene del Milan. E dipende dallo spirito che mostra. Se è quello degli ultimi minuti contro il Chievo, allora non andrà in panchina di certo".