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Eccoci qua.
Siamo quelli di tanti luoghi, tanti sorrisi, alcune delusioni, molti trionfi, una tragedia.
Siamo quelli che a Barcellona quattro a zero, quelli che per andare in coppa serve lo spareggio, quelli che a Napoli guarda le bandiere Diego... sono rossonere.
Siamo quelli che eravamo in serie B e si può perdere con la Cavese, quelli che Pippo mio riportaci la coppa, quelli che ad Atene dovevano andare a prendere le botte ma il Genio giocava con noi.
Siamo quelli che quando non prendiamo sonno contiamo le coppe.
Siamo quelli di vai Massaro, quelli che tanta roba a zero al Real Madrid, quelli che alle cinque del mattino Chicco Evani a Tokyo, siamo quelli che a Marsiglia perdiamo la luce della ragione, quelli che sei a zero in un derby non si era mai visto, quelli che Maldini, Baresi, Nesta... e quando gli fai gol.
Siamo quelli che Weah e Boban si prendono per mano, quelli che Sheva era un ragazzo timido, quelli che Kaká mostra allo United cosa sia il calcio.
Siamo quelli che Gattuso dice no, Tassotti sembra brasiliano.
Siamo quelli che Rjikaard di esterno la mette, Van Basten fa la linguaccia, Gullit ara i campi trecce al vento.
Siamo quelli che Carletto alzava il sopracciglio e Arrigo urlava come un ossesso, quelli che Capello non sbagliava una partita, quelli che manca un minuto ma noi abbiamo Ganz.
Siamo quelli che a Instanbul abbiamo preso una botta che avrebbe ucciso chiunque, siamo quelli che in lacrime, due anni dopo, l’abbiamo portata a casa la coppa, perché era nostra.
Siamo quelli che a Manchester eravamo in porta di fianco a Dida, quelli che Andry guarda l’arbitro, guarda la porta, guarda l’arbitro, la porta, l’arbitro, la porta… palla a destra, portiere a sinistra. Siamo quelli che se ci pensiamo, se ci pensiamo, mamma mia.
Siamo quelli che forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai.
Siamo quelli che siamo stati, quelli che siamo e quelli che saremo.
Da oggi cambia qualcosa in alto mentre per noi qua in basso non cambia nulla: alziamo la testa e vediamo solo rossonero.
Ma chi non è Milanista… che ne sa.
Siamo quelli di tanti luoghi, tanti sorrisi, alcune delusioni, molti trionfi, una tragedia.
Siamo quelli che a Barcellona quattro a zero, quelli che per andare in coppa serve lo spareggio, quelli che a Napoli guarda le bandiere Diego... sono rossonere.
Siamo quelli che eravamo in serie B e si può perdere con la Cavese, quelli che Pippo mio riportaci la coppa, quelli che ad Atene dovevano andare a prendere le botte ma il Genio giocava con noi.
Siamo quelli che quando non prendiamo sonno contiamo le coppe.
Siamo quelli di vai Massaro, quelli che tanta roba a zero al Real Madrid, quelli che alle cinque del mattino Chicco Evani a Tokyo, siamo quelli che a Marsiglia perdiamo la luce della ragione, quelli che sei a zero in un derby non si era mai visto, quelli che Maldini, Baresi, Nesta... e quando gli fai gol.
Siamo quelli che Weah e Boban si prendono per mano, quelli che Sheva era un ragazzo timido, quelli che Kaká mostra allo United cosa sia il calcio.
Siamo quelli che Gattuso dice no, Tassotti sembra brasiliano.
Siamo quelli che Rjikaard di esterno la mette, Van Basten fa la linguaccia, Gullit ara i campi trecce al vento.
Siamo quelli che Carletto alzava il sopracciglio e Arrigo urlava come un ossesso, quelli che Capello non sbagliava una partita, quelli che manca un minuto ma noi abbiamo Ganz.
Siamo quelli che a Instanbul abbiamo preso una botta che avrebbe ucciso chiunque, siamo quelli che in lacrime, due anni dopo, l’abbiamo portata a casa la coppa, perché era nostra.
Siamo quelli che a Manchester eravamo in porta di fianco a Dida, quelli che Andry guarda l’arbitro, guarda la porta, guarda l’arbitro, la porta, l’arbitro, la porta… palla a destra, portiere a sinistra. Siamo quelli che se ci pensiamo, se ci pensiamo, mamma mia.
Siamo quelli che forza lotta vincerai, non ti lasceremo mai.
Siamo quelli che siamo stati, quelli che siamo e quelli che saremo.
Da oggi cambia qualcosa in alto mentre per noi qua in basso non cambia nulla: alziamo la testa e vediamo solo rossonero.
Ma chi non è Milanista… che ne sa.
