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Un club come il Milan non può fare nulla senza gli investimenti diretti della proprietà.
L'intenzione iniziale era quella di creare un nucleo di pochi e ottimi giocatori (di cui almeno due grandi campioni) nel 2017, qualificarsi come minimo alla Champions e poi vivere di autofinanziamenti fino al 2021.
Quel programma è andato in fumo con l'orrida campagna acquisti di Fassone e Mirabelli, ma concettualmente era una cosa sensata.
Ora però va ripetuta. Servono ancora 200 milioni (minimo) di campagna acquisti finanziata direttamente dalla proprietà. Si subiscono le eventuali sanzioni UEFA (che possono essere multe e restrizioni, ma di squalifiche per aver investito troppo mai ce ne sono state fino a oggi), ma almeno si esce da questa situazione.
Più il Milan rimanda gli investimenti, più è condannato ad affondare.
Serve programmazione e competenza, gli all-in non portano da nessuna parte, lo abbiamo accertato sulla nostra pelle.